Mondo

Ciclone Idai: «situazione catastrofica. Beira è in ginocchio. Altissimo rischio di epidemie. Servono kit di pronto soccorso»

Dal Mozambico, così come da Malawi e Zimbabwe, giungono allarmi per la grave situazione umanitaria venutasi a creare per il passaggio del ciclone Idai. Sarebbero 1,7 milioni le persone colpite.

Dopo il passaggio in Mozambico del ciclone Idai, la situazione rimane catastrofica, interi villaggi sono irragiungibili e servono generi di prima necessità. A parlare è la trevigiana Giovanna De Meneghi, rappresentante in Mozambico di Medici con l’Africa Cuamm. «Si parla di mille vittime, ma potrebbero essere molte di più. Circolano molte foto aeree, di zone interne, rurali, nelle quali non si riesce ad arrivare, soprattutto nel distretto di Buzi, non sappiamo nulla della situazione – racconta a «La Vita del Popolo», settimanale della diocesi di Treviso -. Si vedono persone che hanno cercato rifugio sui tetti, ma tutto intorno è un mare di fango. Sappiamo, però, che è in corso un esodo, che tantissime persone, rimaste senza nulla, stanno cercando di raggiungere Beira a piedi. Le autorità stanno cercando di allestire delle tendopoli nelle poche zone asciutte, per evitare che arrivino tutti in una città che è già in ginocchio, dove è altissimo il rischio che si diffondano epidemie di morbillo, colera, virus intestinali».

«Molti spazi dei 28 spazi locali che gestiamo, non solo a Beira, ma anche a Buzi e Dondo, sono compromessi – prosegue la rappresentante della Ong -, stiamo cercando anche di mettere in salvo il nostro personale medico e i nostri operatori, nazionali e internazionali. E poi qui c’è bisogno urgente di kit per il primo soccorso negli ospedali, prefabbricati, tende, cibo, acqua potabile, bisogna depurare l’acqua per evitare epidemie». L’organizzazione opera nei reparti di neonatologia, cura i malati di Hiv e di diabete. «Siamo, in particolare preoccupati – conclude De Meneghi – che, nella situazione d’emergenza, i malati di Aids smettano il trattamento sanitario».

«1,7 milioni di persone sono state colpite dal Ciclone Idai, quasi la metà sono bambini. Per questo l’Unicef sta ampliando la sua risposta per aiutare i bambini e le famiglie colpite in Malawi, Mozambico e Zimbabwe. I bambini e le famiglie colpite da Ciclone Idai e dalle inondazioni in Africa meridionale stanno affrontando situazioni difficili. Migliaia di vite sono a rischio per le forti piogge che hanno causato grande distruzione». Lo ha detto Christophe Boulierac, portavoce Unicef Ginevra, a proposito del ciclone che si è abbattuto sui Paesi africani. Il direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore è andata in missione a Maputo e ieri ha incontrato i bambini e le famiglie a Beira. Fore ha definito le condizioni sul campo come disperate: «La situazione resta critica. Non ci sono né elettricità né acqua corrente. Centinaia di migliaia di bambini hanno immediato bisogno di aiuto. La priorità adesso è dare loro rifugi, cibo, acqua, istruzione e protezione».

Il rappresentante dell’Unicef in Mozambico, Marco Luigi Corsi si è recato nelle aree colpite e ha raccontato che «le piogge sono state così intense in alcune aree che le persone non hanno potuto trovare nemmeno una superficie alta sulla quale rifugiarsi durante le inondazioni, costrette sui tetti o sugli alberi per ore». C’è «bisogno urgente» di cibo, acqua sicura e rifugi. «Migliaia di persone si stanno riunendo in campi informali e improvvisati. Molti di questi campi informali sono in condizioni disperate – sicuramente non sono ambienti adeguati per bambini e famiglie vulnerabili». L’Unicef rende noto che in Malawi, migliaia di famiglie sono state costrette a lasciare le proprie case inondate. «Adesso mancano loro aiuti di base come cibo, acqua e strutture igienico sanitarie». In Zimbabwe, secondo gli ultimi dati, 250.000 persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, di questi circa 125.000 sono bambini. In Mozambico, l’Unicef sta collaborando il World Food Programme nella distribuzione del cibo alle famiglie nei rifugi improvvisati.