Cultura & Società

Codice Camaldoli: Migliavacca, “anniversario da ricordare per rinnovare il pensiero della democrazia oggi”

Non poteva passare inosservato l’importante anniversario degli ottant’anni dalla stesura del “Codice di Camaldoli”. La memoria va a quei giorni, tra il 18 e il 24 luglio del 1943, quando alcuni intellettuali cattolici, sotto la guida di mons. Adriano Bernareggi, si ritrovarono nel monastero benedettino di Camaldoli per confrontarsi e individuare linee programmatiche riguardanti la dottrina sociale della Chiesa

Convegno sul Codice di Camaldoli

Non poteva passare inosservato l’importante anniversario degli ottant’anni dalla stesura del “Codice di Camaldoli”.
La memoria va a quei giorni, tra il 18 e il 24 luglio del 1943, quando alcuni intellettuali cattolici, sotto la guida di mons. Adriano Bernareggi, si ritrovarono nel monastero benedettino di Camaldoli per confrontarsi e individuare linee programmatiche riguardanti la dottrina sociale della Chiesa, in particolare circa i temi del lavoro, della giustizia sociale, della libertà, del rapporto individuo-Stato.

Sono tematiche che poi confluiranno anzitutto in molte parti di quella che sarà la Costituzione Italiana e anche nella politica che la storia della Democrazia Cristiana ha cercato di interpretare e realizzare nella vita del Paese.

E’ significativo che il lavoro e la riflessione sia maturata ancora in tempo di guerra, ma guardando alle esigenze che la pace e il superamento degli effetti della distruzione bellica avrebbero poi richiesto alla Nazione per ritrovare non solo risorse umane ed economiche, ma anche i princìpi fondamentali di una nuova idea di società civile.
La stesura finale del cosiddetto Codice di Camaldoli, che vedrà il suo compimento nel 1944, sarà affidata a Sergio Paronetto, Pasquale Saraceno, Ezio Vanoni, Giuseppe Capograssi. Anche La Pira partecipò attivamente alla settimana di Camaldoli e ne diventerà felice interprete.

Un anniversario dunque da ricordare, celebrare e a cui ispirarsi per sostenere e rinnovare il pensiero della democrazia oggi.

È significativo che l’evento celebrativo, che vedrà la presenza del Presidente dell’Italia Sergio Mattarella, del Presidente della Cei, card. Matteo Maria Zuppi e del Segretario di Stato Card. Pietro Parolin, si tenga proprio nel citato monastero benedettino. E’ proprio Camaldoli luogo significativo, allora e anche oggi, della riflessione sui temi della dottrina sociale della Chiesa, della formazione ad una sana politica, del ricercare le strade di ispirazione cristiana per una vera attenzione sociale contemporanea e tutto questo con particolare sguardo per i giovani. Si trova a Camaldoli l’intreccio tra annuncio e testimonianza evangelica, formazione ad una cittadinanza attiva, attenzione particolare ai giovani. Queste coordinate hanno guidato gli intellettuali di allora che portarono al Codice di Camaldoli e gli stessi orientamenti guidano le iniziative con cui oggi Camaldoli cerca di essere ancora luogo di pensiero e di formazione.
Particolarmente interessante è anche il fatto che l’evento celebrativo riguardi una questione che tocca i temi della politica nel suo vasto orizzonte (cittadinanza, economia, sviluppo, valori, giustizia…) e la ricerca della pace e della giustizia sociale, sulla base della dottrina sociale della Chiesa.

Il tema è di grande attualità, in un contesto in cui si è sfilacciata la politica e la partecipazione attiva dei cittadini, soprattutto dei giovani e pure sono venuti meno i tanti luoghi di formazione alla politica intesa come servizio che un tempo formarono figure che sarebbero poi diventati i grandi Statisti nel Paese. È l’attualità che chiede di collocare oggi questi valori e principi ispiratori in un tempo in cui difficili sono di nuovo diventate le strade della pace quando invece si deve correre in tale direzione di riconciliazione e di impegno cristiano-sociale.

Il tema si colloca poi in un quadro della dottrina sociale della Chiesa che si è sviluppato in questi anni e che ci ha portato ai grandi interventi di papa Francesco con le encicliche “Laudato sii” e “Fratelli tutti”. Lo sguardo a ottant’anni fa e al Codice di Camaldoli trova nuovo impulso dai documenti del Magistero pontificio in questo ambito e spinge a riscoprire le radici cristiane e sociali su cui basare l’impegno civile oggi.
Queste giornate celebrative e di riflessione a Camaldoli, dal 21 al 23 luglio, si collocano non solo nel contesto del Monastero fondato da San Romualdo, ma anche nella cornice della Chiesa che è in Italia, delle diocesi toscane e in particolare di quella nella quale ha sede Camaldoli, la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Per noi, nella diocesi aretina, la memoria del Codice di Camaldoli e le giornate celebrative sono stimolo e conferma dell’impegno che come Chiesa siamo chiamati a investire nella riflessione e nella formazione, alla luce della dottrina sociale della Chiesa.

*vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro