Dossier

Compendio del Catechismo: tutta la fede in 600 domande

Sorpresa: tra i «best seller» dell’estate, accanto ai gialli e ai romanzi storici, c’è anche il catechismo. O meglio, il nuovo «Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica». Il volume, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana insieme alla san Paolo, è diffuso in due formati, entrambi con copertina rigida: uno più grande, al costo di 18 euro, e uno tascabile, al costo di 9,50 euro. A un mese dalla presentazione, ha superato ampiamente le 400 mila copie vendute e naviga spedito verso il mezzo milione. Complice la distribuzione che ha sfruttato circuiti normalmente non utilizzati dall’editoria religiosa come i supermercati, le stazioni, gli aeroporti.

Il volume presenta una sintesi del Catechismo, pubblicato nel 1992: il Compendio è frutto del lavoro di una apposita Commissione costituita nel 2003 da Giovanni Paolo II e presieduta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger. Come il Catechismo, si articola in quattro parti, in corrispondenza delle leggi fondamentali della vita in Cristo: la prima, intitolata «La professione della fede», contiene una sintesi della fede professata dalla Chiesa Cattolica (lex credendi); la seconda parte, intitolata «La celebrazione del mistero cristiano», presenta gli elementi essenziali della vita sacramentale (lex celebrandi). La terza, intitolata «La vita in Cristo», riguarda l’impegno che i battezzati hanno di manifestare nei loro comportamenti e nelle loro scelte etiche la fedeltà alla fede professata e celebrata (lex vivendi). La quarta parte, intitolata «La preghiera del Signore: Padre Nostro», offre una sintesi della lex orandi e cioè della vita di preghiera.

Il Compendio, ha sottolineato papa Benedetto XVI presentando il volume lo scorso 29 giugno in Vaticano, contiene «tutti e soli gli elementi essenziali e fondamentali della fede e della morale cattolica, formulati in maniera semplice, accessibile a tutti, chiara e sintetica» e si rivolge quindi non solo ai cattolici ma intende «soddisfare la fame di verità di quanti, senza essere fedeli, hanno sete di verità e di giustizia». Quella del Compendio, ha fatto notare il pontefice soffermandosi sulla struttura del nuovo testo, è «la fede della Chiesa in Cristo Gesù, esposta in forma dialogica», in modo da dare corpo ad una sorta di «dialogo ideale tra il maestro e il discepolo, mediante una sequenza incalzante di interrogativi, che coinvolgono il lettore invitandolo a proseguire nella scoperta dei sempre nuovi aspetti della verità della sua fede». Il genere dialogico, inoltre, per il Pontefice «concorre anche ad abbreviare notevolmente il testo, riducendolo all’essenziale» e favorendo così «l’assimilazione e l’eventuale memorizzazione dei contenuti».

di Simone GiustiIncaricato regionale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesiIl Catechismo della Chiesa Cattolica nacque nel 1992 per dare un orizzonte dottrinale sicuro a tutta la Chiesa Universale affinché esso diventasse il punto di riferimento, che deve stimolare l’annuncio della fede e l’elaborazione dei catechismi locali. Questo Compendio, mentre persegue gli obiettivi del fratello maggiore (il Catechismo della Chiesa Cattolica nella sua forma integrale), intende essere facilmente accessibile ad ogni fedele diventando il luogo ove brevemente e chiaramente si danno delle risposte alle molte domande che oggi interpellano o minano la fede.

Benedetto XVI ha detto di voler consegnarlo idealmente anche a ogni persona di buona volontà che desideri conoscere Gesù Cristo. Esso – ha continuato – può e deve costituire uno strumento privilegiato per farci crescere nella conoscenza e nell’accoglienza gioiosa di tale dono divino. «Dal 1992 era divenuta sempre più diffusa e insistente l’esigenza di un catechismo in sintesi, breve, che contenesse tutti e soli gli elementi essenziali e fondamentali della fede e della morale cattolica, formulati in una maniera semplice, accessibile a tutti, chiara e sintetica. Il Santo Padre desidera che si conoscano le insondabili ricchezze del mistero salvifico di Gesu’ Cristo (…) per ritrovare l’esposizione armoniosa e autentica della fede e della morale cattolica».

È quindi un testo per tutti, cristiani e non cristiani. Vuole rivolgersi ad ogni persona per offrire ad ogni uomo una esposizione autentica e autorevole del messaggio evangelico. Certamente il compendio vuole contribuire a elevare il livello teologico dei singoli cristiani e a curare la piaga dell’ignoranza della dottrina della fede fra gli stessi cattolici praticanti.

Vi riuscirà? Certamente sì se verrà proposto all’interno di percorsi educativi che generino, sostengano e promuovano continuamente la ricerca, la lettura, lo studio. Infatti il problema dell’ignoranza che attanaglia i fedeli cattolici è lo stesso che avvince il cittadino italiano e non solo, il quale vive, come direbbe P. Babin, di uno «sparpagliamento nella superficialità». Ha molte informazioni, ha sentito parlare di tanti temi, è a conoscenza di molte problematiche ma legge poco, approfondisce meno ed quindi facile preda della massificazione culturale prodotta dai «signori dei media».

Solo il recupero della scelta educativa a tutti i livelli, non solo ecclesiale, ma anche e soprattutto civico, può evitare l’imbarbarimento della società e quindi della cultura. La crisi prende tutti ed è educativa. Non è in cristi soltanto la trasmissione della fede cattolica, sono in crisi tutti i luoghi educativi, in primis la scuola. La crisi è profonda perché è crisi valoriale, è crisi di civiltà. Giustamente il Vescovo di Pistoia ha chiesto agli amministratori di quella città che intendono promuovere le unioni civili per gli omosessuali, quale fosse il loro orizzonte di civiltà, quali i valori che motivavano quelle loro scelte amministrative.

Che fare? Sicurezza dottrinale, coraggio educativo. Ovvero impiantare in ogni parrocchia rigorosi percorsi educativi i quali si pongano come obiettivo quello di generare alla fede cattolica e non soltanto di promuovere una generica socializzazione religiosa. In altre parole occorre promuovere un cattolicesimo sì popolare ma non qualunquista.Occorre che le parrocchie siano, come affermava Giovanni Paolo II, scuole di santità e non lo si diventa senza impegnativi percorsi educativi per genitori in primo luogo, per i giovani che chiedono di formare una famiglia cristiana, per ragazzi e giovani. Il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio, dando una esposizione organica e integrale della fede cattolica offrono all’azione educativa la direzione sicura che evita una riduzione del messaggio evangelico ad alcune e poche verità gradite dalla cultura dominante.

Il Catechismo e il suo Compendio ricordano a tutti i cattolici che Gesù è venuto, è morto e risorto per la nostra salvezza eterna e non soltanto per offrire una qualità più alta della vita o una maggiore giustizia sociale.

Il Catechismo e il suo Compendio affermano a chiare lettere, a chi fosse distratto, che non serve a nulla guadagnare il mondo intero e poi perdere la propria anima, ovvero il cristiano ha sì di mira la pace e la giustizia in questa terra ma non come obiettivi ultimi. La meta è la salvezza eterna, è l’amore di Dio, è il Paradiso e per questo ha una alta vita morale, per evitare di perdersi per sempre nel dramma dell’Inferno.

Merito di questo Compendio ancor più del Catechismo, è di essere sintetico, breve, chiaro, leggibile al fine di far risaltare con forza le verità del Vangelo. Certamente non si sogna neppure lontanamente di gareggiare con il Vangelo, sarebbe una bestialità. Il Vangelo è la Parola del Signore da pregare, da meditare, da ascoltare con religioso ascolto, da celebrare. Il Catechismo prima e il Compendio poi vogliono evitare il riduzionismo del Vangelo ad accomodante e consolante morale borghese, contrastando appunto una deriva (presente anche nei cattolici) individualistica, privatistica e soggettivistica la quale vorrebbe far affermare al Vangelo (come è avvenuto anche in occasione dell’ultimo referendum sulla procreazione assistita) tutto quello che fa piacere oppure scusare o ammettere ogni cosa, non ultimi i propri capricci.

La verità è bella ma come la bellezza è armonia, è integrità , è qualcosa che resiste all’usura del tempo e al capriccio dei gusti degli uomini. La Maestà di Duccio fu accolta con ovazioni al suo ingresso in Duomo a Siena, poi il capriccio degli uomini la fece riporre nei magazzini della Cattedrale. Ma oggi di nuovo, dopo secoli, risplende in tutta la sua bellezza. I gusti passano, gli uomini sono dimenticati, la bellezza risplende appunto come la Verità.

Un dialogo per imparare a vivere secondo la morale cristianaIl Compendio del Catechismo si compone di 205 pagine e contiene una formulazione sintetica di tutti i contenuti della fede e della morale cattolica. Si presenta in forma dialogica, un antico genere letterario catechistico fatto di domande e risposte, (in tutto 598) per aiutare il lettore – spiega il Papa nell’introduzione – «a proseguire nella scoperta dei sempre nuovi aspetti della verità della sua fede».

Il Compendio ripercorre ad uno ad uno anche i Dieci Comandamenti, richiamando i comportamenti e le scelte etiche che i cristiani sono tenuti a seguire. Il primo comandamento, per esempio, nel chiedere ai fedeli di non avere «altri dèi di fronte a me» proibisce anche la superstizione (che «si esprime anche nelle varie forme di divinazione, magia, stregoneria e spiritismo»).

Nell’esortare a «santificare le feste», il Compendio si schiera per il riconoscimento civile della domenica come giorno festivo mentre nel comandamento «Onora tuo padre e tua madre», definisce la famiglia «cellula originaria della società umana».

Nel comandare di «non uccidere», il quinto comandamento proibisce anche l’aborto diretto, l’eutanasia diretta e il suicidio. Con il comandamento a non uccidere, la Chiesa invita la società anche a «proteggere ogni embrione», perché «il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano, fin dal suo concepimento, è un elemento costitutivo della società civile». Entra nel quinto comandamento anche la domanda sull’uso della forza militare: il Compendio risponde che «si deve fare tutto ciò che è ragionevolmente possibile per evitare in ogni modo la guerra, dati i mali e le ingiustizie che essa provoca». Il sesto comandamento – «Non commettere adulterio» – esorta i fedeli a vivere la castità «secondo il proprio stato». Nel comandamento «Non rubare», la Chiesa invita i dirigenti di impresa a «considerare il bene delle persone e non soltanto l’aumento dei profitti, anche se questi sono necessari».

Nell’ottavo comandamento, invece – «Non dire falsa testimonianza» – c’è un paragrafo riservato anche all’uso dei mezzi di comunicazione esortando gli operatori dei media a dare un’informazione «sempre vera» e «integra». Il nono comandamento – «Non desiderare la donna d’altri» -chiede «la purificazione del cuore e la pratica della virtù della temperanza». Il decalogo si chiude con il comandamento a «non desiderare la roba d’altri» che è un invito al «distacco dalle ricchezze» e all’«abbandono alla Provvidenza».

Un ricco apparato di immagini per parlare anche con il linguaggio dell’arteIl testo del Compendio è corredato da un ricco apparato di riproduzioni a colori di affreschi, dipinti e miniature rappresentanti vari momenti della vita di Gesù o altri argomenti religiosi. Le immagini provengono dal ricchissimo patrimonio dell’iconografia cristiana e sono opera di artisti di ogni tempo che, come spiega Benedetto XVI nell’introduzione, «hanno offerto alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza». Un segnale, afferma il Papa, di come oggi nella civiltà dell’immagine «l’immagine sacra possa esprimere molto di più della stessa parola».Ogni figura è accompagnata da una lunga e dettagliata didascalia che illustra il valore storico e artistico dell’immagine, ma ne sottolinea soprattutto l’ispirazione religiosa.Si va dalle icone bizantine ai pittori del Rinascimento fiorentino, dalle miniature degli antichi codici medievali ai mosaici, dalle opere austere dei pittori fiamminghi ai colori del Beato Angelico. Nelle immagini qui accanto, «Il discorso della montagna» del Beato Angelico, conservato a S. Marco a Firenze e la Miniatura sui giorni della Creazione dalla Bibbia di Souvigny, custodita nella biblioteca municipale di Moulins. E in appendice le preghiere in latino,lingua della Chiesa universaleIl Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica termina con un’Appendice, costituita da alcune preghiere comuni per la Chiesa universale e da alcune formule catechistiche della fede cattolica: un modo, ha sottolineato Benedetto XVI durante la presentazione in Vaticano, per invitare a «ritrovare nella Chiesa un comune modo di pregare, non solo a livello personale, ma anche al livello comunitario».

Oltre all’italiano, la lingua scelta per la maggior parte delle preghiere è il latino: «per tanti secoli veicolo e strumento della cultura cristiana», tale lingua per Benedetto XVI «garantisce non solo la continuità con le nostre radici, ma rimane quanto mai rilevante per rinsaldare i legami dell’unità della fede nella comunione della Chiesa». «Il loro apprendimento, anche in questa lingua – è l’auspicio del Papa – faciliterà il pregare insieme da parte dei fedeli cristiani appartenenti a lingue diverse, specialmente quando si incontreranno insieme per particolari circostanze».

Il Motu proprio di Benedetto XVI per il Compendio del Catechismo