Toscana

CONFARTIGIANATO TOSCANA, UNA CAMPAGNA CONTRO L’ABUSIVISMO

Oltre 525 mila realtà (al netto dell’agricoltura) per un totale di oltre 1 milione e 100 mila lavoratori impiegati, con un’incidenza di circa il 46% di evasione fiscale, in un business che tocca le attività più disparate e che in Toscana risulta particolarmente diffuso. Secondo gli ultimi dati Istat (risalenti al 2005) in Toscana le unità di lavoro irregolari rappresentano il 9% del totale. Un dato sicuramente significativo, anche se la nostra regione è una delle più virtuose in Italia.Sono i dati decisamente preoccupanti relativi al lavoro sommerso, elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato Imprese per il 2008: un quadro a dir poco allarmante, contro il quale l’associazione Toscana ha deciso di lanciare una campagna di sensibilizzazione verso i cittadini e le istituzioni, organizzando per il 23 febbraio la prima Giornata regionale contro l’abusivismo e il sommerso. L’iniziativa si pone un doppio obiettivo: sollecitare, anche a livello locale, istituzioni e forze dell’ordine a mantenere alta la guardia per contrastare questa piaga e invitare i cittadini ad affidarsi a mani responsabili, garanzia di legalità, professionalità e sicurezza.Per questo sarà diffuso materiale informativo in tutte le città toscane e, lunedì prossimo varie delegazioni di imprenditori incontreranno i Prefetti delle rispettive province di appartenenza, mentre la dirigenza regionale presenterà la campagna al Presidente del consiglio regionale, Riccardo Nencini“Per uscire dalla crisi, per mettere fine al bollettino di guerra che, in Toscana, vede quotidianamente chiudere le nostre imprese, per far ripartire il motore dello sviluppo – sottolinea il presidente di Confartigianato Imprese Toscana, Fabio Banti occorrono politiche mirate a sostegno delle aziende, ma occorrono al tempo stesso interventi decisivi per contrastare il fenomeno del sommerso, che da troppo tempo sta minando alla base il nostro sistema economico: una piaga contro cui Confartigianato si batte ormai da anni. Ci sembra però che, invece di affrontare questo problema reale, ci si attardi in sterili e false discussioni per additare come evasori fiscali artigiani e piccoli imprenditori. E’ arrivato il momento di attuare strategie per combattere il fenomeno del lavoro irregolare. Se non si interviene rapidamente, anche in una regione dove la cultura della legalità è molto alta, si rischia un fenomeno inverso: la crisi e la concorrenza sleale potrebbero spingere imprese corrette a scivolare nel sommerso”. Insomma cambiare rotta è fondamentale proprio per garantire ancora un futuro di certezza e legalità all’imprenditoria toscana. “Il sommerso – prosegue Banti – è infatti una patologia economica che deriva da un’altra anomalia che soffoca il nostro sistema imprenditoriale: quella delle rigidità del mercato del lavoro, della pressione normativo-burocratica, dell’assenza di infrastrutture, del livello di imposizione fiscale. Insistendo a legiferare senza tenere conto della realtà produttiva del paese, non si fa che alimentare la spirale negativa che spinge i cittadini a rivolgersi al mercato irregolare, dove il risparmio è assicurato”.“Le famiglie, che oggi più che mai devono combattere con portafogli sempre più leggeri – conclude Banti – sono orientate ad acquistare prodotti di provenienza incerta e qualità scadente purché a basso costo, affidandosi spesso agli abusivi pur di risparmiare. E’ così che si assiste sempre più all’impiego di muratori e installatori improvvisati che mettono a serio rischio l’incolumità propria e quella dei loro clienti, a ‘doppiolavoristi’ che fanno gli artigiani per gioco, senza offrire alcuna garanzia di affidabilità, sicurezza e lavori eseguiti a regola d’arte. L’attenzione ai diritti dei lavoratori, alla stessa sicurezza, alle ragioni etiche che vorrebbero che non si sfruttasse il lavoro minorile, l’equità fiscale e contributiva sono completamente offuscate dalla corsa al risparmio, che impedisce di vedere oltre il contingente e di comprendere che abusivismo e sommerso contribuiscono in maniera pesante alla chiusura delle aziende sane, togliendo potere d’acquisto alle famiglie, in una spirale discendente pericolosissima”.