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CONSIGLIO D’EUROPA: NO AD EUTANASIA E SUICIDIO ASSISTITO, SI’ A UNA LEGISLAZIONE SUL FINE VITA

L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa dice un sì convinto al “testamento biologico” e un fermo no all’eutanasia e al suicidio assistito. Negli ultimi giorni della plenaria invernale che si è conclusa ieri a Strasburgo, l’attenzione dei parlamentari si è concentrata, tra le altre cose, su democrazia e diritti umani in Russia, Ungheria, Bielorussia e Iraq. Con la risoluzione 1859 “Protecting human rights and dignity by taking into account previously expressed wishes of patients”, l’Assemblea sottolinea la necessità che tutti gli Stati membri si dotino di una legislazione in materia di dichiarazioni anticipate di trattamento, ma sbarra la strada alla possibilità di mettere in atto “azioni od omissioni che permettano di provocare la morte di una persona”. “L’eutanasia, intesa come uccisione intenzionale per atto o omissione di un essere umano in condizioni di dipendenza a suo presunto beneficio – si legge infatti all’art.5 – , deve essere sempre proibita”. Inoltre, in caso di dubbio sulle volontà del paziente, “la decisione deve sempre essere tesa a preservare e prolungare la vita”. Nella risoluzione viene inoltre richiesto agli Stati che non lo abbiano ancora fatto, di ratificare e applicare in ogni sua parte la Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina, nota come Convenzione di Oviedo. Pur non essendo vincolante per i 47 Paesi CdE, la risoluzione adottata a Strasburgo può avere positive ricadute sulle sentenze della Corte dei diritti dell’uomo e di conseguenza sulle leggi nazionali. “Una pagina di riferimento per la difesa della vita e della sua dignità”. Così l’osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, mons. Aldo Giordano, ha definito a SIR Europa l’adozione della risoluzione 1859. “Questo pronunciamento riguardo l’eutanasia – spiega – risulta della più alta importanza”. Il rappresentante della Santa Sede esprime quindi gratitudine per “l’opera coraggiosa di parlamentari, specie del gruppo dei Popolari presieduto da Luca Volontè, che ha presentato l’emendamento decisivo”. C’è nel testo un altro passaggio che l’osservatore permanente ritiene importante: quello nel quale si afferma che “in caso di dubbio, la decisione deve sempre tendere a preservare la vita dell’interessato e a prolungarne la vita”. “C’è una sapienza secolare in questo principio”, commenta mons. Giordano auspicando che “questo testo sia tenuto in conto per le decisioni a livello europeo e nazionale in questo ambito, in particolare per la Corte europea dei diritti dell’uomo. Si tratta di un nuovo segnale che esiste e sta prendendo la parola un’Europa che vuole recuperare con serietà il senso del mistero infinito della vita e della morte; che vuole affermare che la vita ha sempre il primato e ha un valore che non dipende dalla nostra decisione arbitraria; che è stanca di una cultura che si crede dominante e cerca di mascherare il disprezzo della vita dietro una falsa idea di libertà”.