Vita Chiesa

CONSIGLIO PERMANENTE CEI: IL COMUNICATO FINALE DEI LAVORI

“Non si sono uniti al coro di chi recrimina. Non si sono accontentati di fare il verso alla crisi. Non hanno nemmeno distolto lo sguardo da problemi che premono e mettono angoscia. Hanno, piuttosto, raccolto l’invito del cardinale presidente ad ‘andare in profondità’, a cercare di ‘allungare il passo’, mettendosi ‘in ascolto’ e aiutandosi reciprocamente a ‘cogliere il soffio della voce di Dio’ per ‘discernere la strada giusta’”. È stata questa la prospettiva che ha animato i vescovi italiani nei lavori della sessione invernale del Consiglio episcopale permanente (Roma, 23-26 gennaio), come si legge nel comunicato finale, reso noto oggi.. I vescovi, soffermandosi sulla crisi economica e sulla debolezza rivelata in proposito dalla politica, alla luce del magistero di Benedetto XVI, “si sono detti convinti che la situazione presente denunci la debolezza d’impostazione delle etiche secolari, le quali hanno finito per dimenticare la conoscenza del vero bene dell’uomo. A pagarne le conseguenze è la stessa politica, vittima di fenomeni speculativi che – se non gestiti – rischiano di rendere inutili anche i sacrifici imposti allo scopo di risanare il Paese e di porlo nelle condizioni di crescere”. “Da credenti e da pastori”, i vescovi italiani “hanno condiviso la consapevolezza di come il contributo più necessario e originale che la Chiesa può offrire al Paese rimanga quello della fede”. Tale consapevolezza matura “in sintonia con il magistero del Papa e, in particolare, con la sua intuizione di indire un Anno della fede, al fine di una conversione al mistero di Cristo, che porti a una rinnovata testimonianza nella vita quotidiana”. In quanto “depositari e portatori di quella precisa visione della vita che deriva dall’esperienza cristiana”, i vescovi avvertono “la responsabilità di proporla con il coraggio di chi sa che è pienezza dell’umano”. Da un lato, “essa consente di mantenere uno sguardo di fiducia e di speranza anche sulla difficile stagione della società italiana”; dall’altro, “permette di riconoscere la presenza di segni che rivelano la tenuta dei valori cristiani: si esprimono ancora nella qualificata partecipazione alle celebrazioni e nella pietà popolare, come nella disponibilità di chi dalla crisi è ricondotto all’essenziale, alle cose che veramente contano”. Considerando la diffusa carenza di formazione, il Consiglio ha individuato il tema principale dell’Assemblea generale di maggio: “Gli adulti nella comunità: maturi nella fede e testimoni di umanità”. Deciso anche che sarà Firenze la sede del V Convegno ecclesiale nazionale nel 2015. I vescovi hanno anche ribadito “la proposta di itinerari formativi alla luce della Dottrina sociale della Chiesa. Essa trova la sua sorgente in Gesù Cristo, da cui deriva una precisa concezione antropologica per la costruzione della città degli uomini, nella quale l’etica della vita e l’etica sociale sono fortemente intrecciate”. Ne sono espressione “le tante forme di presenza responsabile della componente ecclesiale nei servizi sociali e nelle molteplici iniziative di prossimità alla gente”. “L’alfabeto della società, a cui il laicato cattolico è portatore di un contributo forte e originale – hanno ricordato i vescovi – vive di realtà essenziali: la famiglia, per la quale si chiede una coerenza interna di politiche forti, dirette ed efficaci, affinché non sia sacrificata all’economia, ma veda rispettati i propri tempi, a partire dalla domenica; la scuola paritaria, oggi fortemente indebolita dall’incapacità pregiudiziale di coglierne il valore formativo; la cultura del lavoro, che è fatta certamente di professionalità, ma anche di quell’approccio mentale e di quelle virtù morali che ne costituiscono la struttura portante; l’equità, condizione del senso di appartenenza e di cittadinanza, che rinvia per tutti al dovere di pagare le tasse, ma anche al diritto, per esempio, per i malati terminali di accesso alle cure”. In questa luce, il Consiglio permanente ha rimarcato a più voci “la necessità di una nuova stagione di diritti e di doveri anche per gli immigrati”, sottolineando “l’importanza di riconoscere lo status di cittadini italiani a quanti nascono nel nostro Paese”. Nei lavori del Consiglio sono state approfondite le linee guida per i casi di abusi sessuali nei confronti di minori da parte di chierici, in sintonia con quanto richiesto dalla Congregazione per la dottrina della fede alle Conferenze episcopali nel mondo; è stato approvato il nuovo statuto della Fondazione Migrantes e la nuova attribuzione di competenze sulla pastorale della navigazione aerea e marittima; si è autorizzato l’invio ai vescovi dei materiali complementari del Messale romano; sono state approvate indicazioni didattiche per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo d’istruzione e di formazione; sono state indicate data e sede del prossimo Congresso eucaristico nazionale (a Genova nel 2016); sono stati approvati i nuovi parametri per l’edilizia di culto, una Nota concernente l’ingresso a pagamento nelle chiese, in cui è stato ribadito il principio dell’accesso gratuito alle chiese aperte al culto, al fine di sottolinearne la primaria e costitutiva finalità, e alcune modifiche dello statuto del Masci. (Sir)