Toscana

CORNO D’AFRICA: MONS. BERTIN (GIBUTI), «SOMALIA HA BISOGNO DI LEADERSHIP VERA»

“Quanto fatto finora non è sufficiente. La Somalia ha bisogno di una leadership vera, ma purtroppo mancano i presupposti”. Sono le parole di mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti ed Amministratore apostolico di Mogadiscio, che parteciperà domani, in Sala stampa vaticana, alla conferenza stampa sull’emergenza umanitaria nel Corno d’Africa promossa dal Pontificio Consiglio Cor Unum, per promuovere un confronto tra i responsabili dei principali organismi caritativi cattolici operanti nella regione. Nell’udienza concessa ieri a mons. Bertin e al cardinale Sarah, presidente di Cor Unum, Benedetto XVI ha invitato a non chiudere gli occhi sul “silenzioso genocidio”. Nel corso del breve colloquio – ha riferito mons. Bertin ad Acs-Italia – “ho ringraziato il Papa per il caloroso benvenuto e per averci definito i rappresentanti dell’impegno della Chiesa che occorre rinnovare”. In Italia il vescovo di Gibuti è stato raggiunto dalla notizia dell’esplosione di un camion bomba a Mogadiscio. L’attacco, nel quale sono morte 65 persone, tra i quali molti studenti, è avvenuto martedì scorso ed è stato immediatamente rivendicato dal Gruppo armato islamista al-Shabab [La Gioventù]. “Sono addolorato, ma non stupito – dice mons. Bertin – l’attentato è una dimostrazione della fragilità istituzionale del governo di transizione, nonché della tendenza di al-Shabab di colpire il suo popolo”.Mons. Bertin conosce bene la pericolosità di Mogadiscio: quattro anni fa, in seguito all’uccisione di suor Leonella, missionaria della Consolata, ha dovuto abbandonare il Paese e trasferirsi a Gibuti: “Senza un punto di appoggio sicuro – racconta oggi – è inutile rimanere. Anzi, in questo momento paradossalmente la mia presenza metterebbe a rischio i fedeli”. Il vescovo teme infatti che la comunità islamica locale possa interpretare il suo ritorno come un gesto provocatorio e vendicarsi sui pochi cattolici rimasti (appena un centinaio). Intanto il mese scorso è stata firmata la cosiddetta Road Map – un accordo sottoscritto dall’autorità di transizione somala, insieme alla regione autonoma del Puntland (nel nord-est) e alla milizia filo-governativa Ahlu Sunna wal Jamaa – e in questi giorni l’Unione africana ha annunciato che l’Amisom, il proprio contingente di peacekeeping in Somalia, prolungherà il suo impegno fino al 31 ottobre 2012. Secondo mons. Bertin “il rinnovo della loro presenza è utile, così come gli accordi Road Map, ma ho qualche dubbio sulla loro effettiva applicazione e sulla determinazione con cui saranno sostenuti dalla comunità internazionale. Inoltre è da vedere se il Governo di transizione riuscirà ad estendere la propria autorità dalla capitale al resto del Paese”.  (Sir)