Italia
Corridoi umanitari: arrivati in Italia 91 profughi siriani. Stasera la consegna del premio Nensen per i rifugiati dell’Unhcr
Sono 91 gli arrivi in totale tra ieri e oggi, la metà bambini. Con loro si raggiunge quota 2.700 persone accolte in Europa con un progetto della società civile totalmente autofinanziato (dalla raccolta fondi di Sant’Egidio e dall’8 per mille valdese), nato in Italia, ma poi adottato anche da altri Paesi. Dal febbraio 2016, infatti, oltre 2.200 profughi sono già arrivati in Italia (più di 1.700 dal Libano, altri 500 dall’Etiopia), oltre ai circa 500 giunti in Francia, Belgio e Andorra.
«I corridoi umanitari – ha detto Impagliazzo – sono un’alternativa all’inferno dei campi profughi in cui avete vissuto per troppo tempo». «Vogliamo darvi qui in Italia un futuro buono, legale e di integrazione». Il pensiero però va a tutti coloro che ancora si trovano a Lesbo e Samos in Grecia, in Libano, in Libia. «Qui, oggi, davanti a voi vogliamo dire che i corridoi umanitari devono crescere, perché voi ce l’avete fatta ma dobbiamo pensare a tutti coloro che soffrono per la guerra in Siria». Alla voce di Impagliazzo, si unisce quella del presidente della Federazione delle Chiese evangeliche (Fcei), il pastore Luca Negro, che ha lanciato un appello affinché «si aprano corridoi umanitari europei in particolare dalla Libia. Bisogna assolutamente fare qualcosa per liberare le migliaia di persone dall’inferno dei campi in Libia. Continueremo ad insistere con il nuovo governo perché l’Italia si faccia capofila dei corridoi umanitari dalla Libia».
Oggi è una giornata importante: in serata presso la residenza a Roma dell’ambasciatore norvegese sarà consegnato il premio Nansen per i rifugiati dell’Unhcr ai promotori dei corridoi umanitari. Rivolgendosi ai rifugiati arrivati oggi, Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per l’Europa del sud, ha detto: «Questo premio mostra che in Italia esistono migliaia di persone che vogliono conoscervi e accogliervi. Vi dice che l’Italia è un Paese aperto ai rifugiati. Sappiamo che può essere fatto molto di più ma una delle cose più importanti è garantire un passaggio sicuro a chi fugge dalle proprie case e non può farvi ritorno. Questo per noi è riconoscere i vostri diritti e la nostra dignità. Ci auguriamo che i corridoi umanitari crescano non solo in Italia ma anche in tutta Europa. Benvenuti!».