Toscana

Covid-19: vaccini anche nel giorno di Pasqua, l’Asl Toscana Centro intensifica il lavoro con tre turni

Mentre la colombina incendiava il Brindellone e i fuochi d’artificio originati dallo Scoppio del Carro accendevano una scintilla di speranza nei fiorentini, dall’altra parte della città, a Campo di Marte, si lavorava senza sosta per dissipare le tinte fosche che si stavano addensando sul futuro della città. In questo caso, non con un boato ma con un sussurro, il piccolo e rapido gesto di una puntura. È stata una Pasqua sui generis, questo 4 aprile 2021, per le circa 2700 persone che si sono recate al Mandela Forum per sottoporsi alla tanto agognata vaccinazione, chi con AstraZeneca (anzi, Vaxzevria), chi con Moderna. Proprio per la doppia tipologia, il range d’età era vario: si andava dai “vulnerabili” che aspettavano la seconda dose di Moderna – somministrata nei tre box dedicati – a coloro che attendevano “il primo giro” di AstraZeneca, benché la componente “anziana” fosse la più corposa. Ma è tutta Ausl Toscana centro ad aver alzato i giri del motore: a partire dal giorno di Pasqua, l’Azienda ha deciso di intensificare il lavoro negli hub vaccinali, prevendendo tre turnazioni – mattino, pomeriggio e sera – e orario continuato dalle 7,30 alle 22,30, con i centri Creaf di Prato, Mandela Forum di Firenze, La Galleria di Empoli e La Cattedrale di Pistoia aperti quindici ore al giorno. L’obiettivo sarà somministrare in totale 6.150 dosi giornaliere, suddivise tra vaccini AstraZeneca e Moderna, in quattro giorni. Il potenziamento del servizio, infatti, è stato al momento programmato fino al prossimo 7 aprile in modo da utilizzare tutte le 25mila dosi di AstraZeneca che domenica erano ancora in stock.

«Qui al Mandela il lavoro si è svolto in maniera tranquilla» ha confermato il dottor Renzo Ricci, direttore del Dipartimento delle professioni tecnico-sanitarie di Ausl Toscana centro. «Il flusso è stato regolare, senza assembramenti né code, anche perché abbiamo rinforzato tutte le linee: ci sono trenta operatori per turno, sui tre turni previsti. La risposta degli operatori dell’Azienda è stata ammirevole: da oltre un anno stanno lavorando sotto pressione, gestendo una situazione di ansia e pericolo in maniera encomiabile. Ad alcuni sono state bloccate le ferie e nonostante tutto, dopo aver attivato un bando interno, non sono mancate le adesioni per mettersi a disposizione in questi giorni. Anzi, alla fine sono arrivate più disponibilità di quante ne avessimo bisogno». Per quanto riguarda i “vaccinandi”, Ricci sottolinea come i sentimenti dominanti siano la soddisfazione e gratitudine: «Una signora non riusciva a firmare il consenso informato, tanto che era emozionata. Sabato, poi, alcuni ragazzi con la sindrome di Down si sono sottoposti alla vaccinazione con Moderna. Erano emozionati ma anche contenti; vedevano la vaccinazione come una liberazione».

Soddisfatto anche il dottor Giorgio Garofalo, direttore del Dipartimento igiene pubblica di Ausl Toscana centro, al quale è demandata la responsabilità tecnica del centro vaccinale del Mandela. «Le persone sono state molto contente di essere venute e sono andate via ringraziandoci. Questo ci conforta nella nostra attività, che è molto pesante e non da adesso: siamo sotto pressione da tredici mesi e avere il consenso delle persone ci dà coraggio e forza per andare avanti. Da domenica fino a mercoledì il programma prevede, appunto, tre turnazioni di cinque ore; in ognuna vengono effettuate 900 vaccinazioni, per arrivare all’orario di chiusura a quota 2700. Una bella accelerata, visto che – quando avevamo i vaccini e non ci sono stati disguidi – abbiamo effettuato fino a 1600 vaccinazioni al giorno. Inoltre, potendo contare anche sul supporto delle associazioni di volontariato, sarà possibile potenziare in futuro il servizio del centro vaccinale. L’importante – conclude – è non lasciarsi prendere dall’ansia. Non importa venire con largo anticipo, magari creando situazioni di assembramento. Tutti saranno vaccinati senza problemi».

In serata, il presidente della Regione Eugenio Giani è passato «per salutare e ringraziare tutti gli operatori sanitari, gli addetti alla registrazione e i volontari che rendono possibile il funzionamento di questa silenziosa ma efficiente macchina organizzativa capace di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti. Siamo quasi alle 22 – ha continuato Giani – e vedo ancora una capacità di somministrare vaccini di assoluto rilievo; dimostrazione che quando le dosi arrivano, la Toscana si fa sempre trovare pronta. A oggi (domenica, ndr), sono state inoculate nella nostra regione ben 750mila dosi di vaccino. Da domani (lunedì, ndr) la campagna vaccinale procederà come previsto, con l’arrivo dei vaccini Pfizer e il loro trasferimento – martedì – alle farmacie. In questo modo potrà finalmente partire la campagna dedicata agli over 80, a cui provvederanno i medici di famiglia, i quali agiranno negli ambulatori più familiari ai loro pazienti. Negli hub pubblici continuerà la vaccinazione con AstraZeneca, fino all’esaurimento delle 75mila dosi che ci erano state inviate dal primo di aprile, e con il vaccino Moderna destinato alle persone fragili. Mi auguro che le nuove forniture arrivino senza ritardi. Al momento, la Toscana somministra una percentuale tra l’85 e il 90%, una capacità di vaccinazione superiore alla media nazionale. Più dosi arrivano, più dosi possiamo somministrare, perché la macchina organizzativa toscana è capace di fare anche meglio del già ottimo lavoro fin qui compiuto». Giani, infine, ribadisce il modus operandi dei prossimi giorni di campagna vaccinale, una volta che saranno arrivate le nuove dosi: Pfizer agli over 80, AstraZeneca destinati soprattutto ai 70enni e Moderna per le persone fragili. «Dimostreremo che siamo capaci di utilizzare tutto quello che ci viene dato».

Dall’altra parte della barricata, tra i “vaccinandi” si respirava un’aria tranquilla. Certo, qualcuno mostrava una sottile apprensione dopo le notizie circolate sui media a proposito dei vaccini AstraZeneca e la loro successiva sospensione temporanea, ma da Daniela, 67 anni, espresso il comune sentire: «Finalmente tocca a me, era ora!». A chiudere la serata, due ragazzi che si sono avvicinati all’ingresso esterno del Mandela e hanno chiesto quante possibilità ci fossero che potesse avanzare qualche dose, a seguito di defezioni dell’ultimo minuto. «È quasi impossibile – ha risposto l’addetto alla sicurezza –, le liste delle riserve sono già compilate». 

Ormai siamo a Pasqua e non si può più lasciare nulla al caso.