Toscana

CUBA: I CATTOLICI DELL’AVANA APPOGGIANO NUOVO GOVERNO E AUSPICANO CAMBIAMENTI

C’è fiducia tra i cattolici cubani sui possibili cambiamenti e aperture della nuova presidenza di Raoul Castro, a distanza di 2 mesi dalla sua nomina all’Assemblea nazionale del potere popolare (24 febbraio). E’ quanto emerge da alcune analisi ed editoriali pubblicati sull’ultimo numero di “Espacio Laical”, la rivista trimestrale del Consiglio arcidiocesano dei laici dell’Avana, da sempre attenta alla vita sociale, economica e politica del Paese. “Il rinnovamento nazionale”, scrive Lenier Gonzàlez Mederos, “più che una scaramuccia profetica è una constatazione empirica, una possibilità reale che si configura nella nostra storia”, anche perché il nuovo governo “è consapevole della necessità di cambiamenti interni” e la figura di Raoul, per ragioni storiche e politiche, “facilita la possibilità di aprire altri orizzonti”. All’interno del Paese, osserva Gonzàlez Mederos, “la classe intellettuale e la Chiesa cattolica hanno optato per la fiducia verso la nuova leadership cubana, invitandola al cambiamento graduale”. Sono questi i due gruppi della società che, a suo avviso, “hanno dimostrato le posizioni più audaci e dialoganti nella attuale congiuntura”. Al contrario, la posizione di quegli esuli di Miami che non vogliono riconoscere la legittimità del nuovo governo, commenta l’articolista, “limita moltissimo la loro capacità di influire nella dinamica interna del cambiamento”. C’è, secondo Gonzàlez Mederos, “un certo consenso nella necessità che i cambiamenti avvengano tramite un processo graduale di aggiustamenti e ristrutturazioni”. Simili sono le aspettative in ambito internazionale, con molti Paesi, tra cui l’Unione europea, che “hanno preso molto sul serio le promesse di cambiamenti”. L’articolista mette però in guardia contro il rischio di “defraudare le aspettative e la fiducia degli intellettuali, della Chiesa cattolica, della cittadinanza in generale e della comunità internazionale”, perché “potrebbe avere conseguenze imprevedibili e indesiderabili per Cuba”. Comunque, precisa più avanti, si tratta di un “cambiamento qualitativo”, ossia si è passati da una “leadership che costruiva il consenso sulla base del carisma personale” ad una “leadership più istituzionale e collegiale”. Nell’editoriale di apertura si invitano tutti i cubani ad una “partecipazione attiva e sicura al disegno del progetto di governo, ma anche all’esecuzione e al controllo dello stesso”, superando tutti i soggettivismi e le diverse posizioni. Riguardo al contributo della Chiesa cattolica, potrà essere più consistente se potrà disporre di “maggiori spazi che facilitino la sua presenza accanto ai poveri, ai malati, ai detenuti” e trasmettere il “messaggio di amore e fiducia” tramite “i mezzi di comunicazione sociale, l’educazione e la cultura”.Sir