Fiesole

Diocesi Fiesole: missionari martiri, veglia diocesana a Cavriglia

Questa domenica, 24 marzo, alle 18 ci sarà una Messa presieduta dal vescovo Stefano Manetti dove si pregherà per i missionari martiri

Questa domenica, 24 marzo, alle 18 ci sarà una Messa dove si pregherà per i missionari martiri. La celebrazione diocesana si terrà presso la pieve di S. Giovanni Battista a Cavriglia con la presenza del vescovo Stefano.

La Giornata dei Missionari Martiri ha origine nella commemorazione di Sant’Oscar Romero, ucciso nella stessa data nel 1980. La sua figura continua, anno dopo anno, ad incarnare il simbolo della vicinanza agli ultimi e l’incessante dedizione alla causa del Vangelo.

Nel 1992, su proposta del Movimento Giovanile delle Pontificie Opere Missionarie, ora Missio Giovani, la Chiesa italiana istituì la Giornata dei Missionari Martiri per ricordare tutti coloro che, ogni anno, perdono la vita mentre si dedicano senza riserve al servizio al prossimo.

Durante la Messa saranno letti i nomi di chi è morto lo scorso anno. Le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides rilevano che nel 2023 sono stati uccisi nel mondo 20 missionari: 1 Vescovo, 8 sacerdoti, 2 religiosi non sacerdoti, 1 seminarista, 1 novizio e 7 tra laici e laiche. Anche se gli elenchi compilati da Fides sono sempre aperti ad aggiornamenti e correzioni, si registrano 2 missionari uccisi in più rispetto all’anno precedente. Secondo la ripartizione continentale, il numero più elevato torna a registrarsi in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari: 5 sacerdoti, 2 religiosi, 1 seminarista, 1 novizio. In America sono stati assassinati 6 missionari: 1 Vescovo, 3 sacerdoti, 2 laiche. In Asia sono morti, uccisi dalla violenza, 4 laici e laiche. Infine in Europa è stato ucciso un laico.

«Per questa edizione, abbiamo scelto il titolo “Un cuore che arde” – spiega Giovanni Rocca, segretario nazionale Missio Giovani -, un riferimento al brano dei discepoli di Emmaus che ha guidato il nostro cammino durante il mese missionario. Richiama la forza della testimonianza dei martiri che, come Gesù attraverso la condivisione della Parola e il pane spezzato, con il loro sacrificio accendono una luce e riscaldano i cuori di intere comunità cristiane, ispirando una nuova conversione, dedizione al prossimo e al bene comune».

Uno dei tratti distintivi che accomunano la maggior parte degli operatori pastorali uccisi nel 2023 è senza dubbio la loro normalità di vita. In questa vita «normale» vissuta in contesti di povertà economica e culturale, degrado morale e ambientale, dove non esiste il rispetto per la vita e per i diritti umani, ma spesso è norma solo la sopraffazione e la violenza, sono stati accomunati anche da un’altra «normalità», quella di vivere la fede offrendo la loro semplice testimonianza evangelica come pastori, catechisti, operatori sanitari, animatori della liturgia, della carità.