Vita Chiesa

DIRITTI DELL’INFANZIA; CARD. ANTONELLI: LE CONSEGUENZE NEGATIVE DELLE NON-FAMIGLIE

“In Francia i figli di genitori separati, nella percentuale del 25%, continuano a presentare, anche a distanza di anni, problemi psicologici, di adattamento sociale e di rendimento scolastico e lavorativo; costituiscono il 50% dei tossicomani e l’80% dei ricoverati in psichiatria”: lo ha detto oggi in Vaticano il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, nell’introduzione ai lavori della XIX Assemblea Plenaria sul tema dei diritti dell’infanzia. Parlando di una ricerca sui benefici sociali apportati dalla famiglia alla società, il cardinale ha richiamato alcune conseguenze negative di quella che ha chiamato “Non-famiglia”, vale a dire “la famiglia disgregata, incompleta, ricomposta, ridotta a convivenza di fatto etero o omosessuale”. Questa – ha sostenuto – “porta sofferenza e danni fisici, psicologici, sociali, economici, oltre che etici e religiosi”. Tra i dati da lui presentati ci sono quelli sugli U.S.A. dove – ha affermato – “i figli cresciuti senza la presenza paterna costituiscono il 60% degli stupratori, il 63% dei giovani suicidi, il 69% delle vittime di abusi sessuali, il 72% degli adolescenti omicidi, l’85% dei giovani in carcere, il 90% dei senza fissa dimora”. Il cardinale ha precisato che “sono dati riportati dalla stampa, da verificare ancora rigorosamente, ma comunque impressionanti”. “Si parla tanto dei diritti degli adulti; è ora di dare la priorità ai diritti dei bambini. Non diritto degli adulti ad avere un figlio o a non averlo a qualsiasi costo; ma diritto del bambino ad avere un padre e una madre che si amano e lo amano, a crescere insieme con loro .. eventualmente ad essere adottato da una coppia formata da un uomo e una donna”: lo ha detto oggi il card. Antonelli, proseguendo nel suo discorso al Pontificio Consiglio per la Famiglia. “Se si guardassero le cose dal punto di vista dell’interesse del bambino, – ha proseguito – cambierebbe la percezione del divorzio, della procreazione artificiale, della pretesa di singles e di coppie omosessuali all’adozione, della priorità data alla professione e alla carriera, dell’organizzazione del lavoro, di tante altre cose ancora”. “Nella prospettiva-bambini verrebbe a cadere ogni motivo per concedere il matrimonio o un qualsiasi riconoscimento pubblico a una coppia omosessuale, che rimarrebbe così collocata tra le varie forme private di relazioni interpersonali. Il matrimonio, invece, da un punto di vista civile, risalta nel suo pieno significato in rapporto ai figli e al futuro della società, come istituzione di protezione e di ordinato sviluppo. “E’ soltanto a motivo dei bambini che le relazioni sessuali diventano importanti per la società e degne di essere prese in considerazione da una istituzione legale”, ha concluso, citando le parole di Bertran Russe, in Marriage and Models.Sir