Toscana

DIRITTI UMANI: RAPPORTO AMNESTY, LE VIOLAZIONI 2007 IN 600 PAGINE. APPELLO ALL’ITALIA

Ai governi del mondo la richiesta di “scusarsi per 60 anni di fallimenti in tema di diritti umani” e di “agire subito” per rispettare gli impegni assunti nel 1948 firmando la Dichiarazione universale. All’Italia un invito a vigilare per impedire il sorgere di “un clima di razzismo” che potrebbe trasformarla in un “Paese pericoloso” per Rom e altre minoranze. Sono gli avvertimenti contenuti nel rapporto annuale 2008 che Amnesty international ha presentato ieri a Roma (con embargo alle 7 di questa mattina, vedi servizio più ampio su www.agensir.it), 600 pagine di violazioni dei diritti umani commessi in 150 Paesi del mondo lo scorso anno, con aggiornamenti sui primi mesi del 2008. Proprio quando si celebra, con momenti ufficiali, l’adozione della Dichiarazione universale per i diritti umani, i dati dimostrano una incoerenza dei governi tra proclami e fatti. La tortura, ad esempio, è presente ancora in almeno 61 Paesi, processi iniqui si celebrano in 54 Paesi, mentre in 77 non è consentita la libera espressione delle proprie idee. Il panorama delle violazioni dei diritti umani nel mondo è sconfortante: dal Myanmar al Tibet, dal Kenya, al Darfur alla Somalia, senza escludere gli Usa e perfino l’Unione europea per i casi di rendition e detenzioni segrete.

“Il 2007 è stato caratterizzato dall’impotenza dei governi occidentali e dall’ambiguità o riluttanza delle potenze emergenti”, ha detto Paolo Pobbiati, presidente della sezione italiana di Amnesty. Tra le violazioni nel 2007: in Egitto, nei primi 6 mesi dell’anno, 250 donne sono state assassinate da mariti o familiari. Esistono legislazioni discriminatorie contro le donne in almeno 23 Paesi, contro i migranti in 15 Paesi e contro le minoranze in 14 Paesi. In 24 Paesi del mondo sono state eseguite 1252 condanne a morte.Non è mancato un appello all’Italia perché vigili sui diritti umani. Per Daniela Carboni, direttrice dell’Ufficio campagne e ricerca della sezione italiana di Amnesty International, il nostro “potrebbe diventare un Paese pericoloso per i Rom e i romeni” se dovesse prendere consistenza una mentalità razzista. Certi linguaggi di politici e soprattutto di molti media, ha sottolineato Carboni, hanno provocato un “aumento dei rischi di violenze contro i Rom e gli immigrati irregolari”. Sempre secondo la rappresentante di Amnesty italiana, l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, “avrebbe le prime conseguenze negative sui richiedenti asilo, che devono per forza entrare senza documenti perché in fuga da guerre, torture e pena di morte”.

Sir