Vita Chiesa

Disuguaglianze: card. Zuppi (Cei), “decisivo mettere insieme giustizia sociale e ambientale”

Don Pagniello (Caritas), “vogliamo Europa che aiuti i Paesi a fare scelte giuste”

Card. Maria Matteo Zuppi, presidente Cei e arcivescovo di Bologna

“Mettere insieme giustizia sociale e ambientale è decisivo. Oggi facciamo un po’ fatica per la mancanza di dialogo, della capacità di completarsi, di pensare insieme. Negli anni sono cresciute l’ingiustizia e le disuguaglianze e questo dovrebbe metterci in allarme”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, intervenendo al convegno “In dialogo: per costruire giustizia sociale e ambientale” svoltosi nella Sala Farnese di Palazzo D’Accursio a Bologna. L’evento è stato promosso da Forum disuguaglianze e diversità, Caritas Italiana e Ufficio nazionale per i Problemi sociali e il lavoro della Cei, con il sostegno dell’Alleanza per le transizioni giuste. Negli anni, per il porporato, “non abbiamo fatto nessuna manutenzione, che abbiamo accettato che l’ascensore sociale era rotto. Dobbiamo renderci conto delle disuguaglianze e delle cause di queste che dipendono dal fatto che abbiamo accettato che alcuni meccanismi non venissero corretti. Dovrebbe diventare sistemica ma paradossalmente il sistema accetta di non funzionare”. Per il presidente della Cei è inoltre fondamentale “recuperare il termine universale che dipende anche dall’Europa e anche essa necessita di manutenzione”. L’obiettivo dell’incontro, trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube del Forum, è stato quello di mettere a confronto i nodi cruciali che la società italiana si trova ad affrontare, aggravati dalla crescita esponenziale delle disuguaglianze in molteplici forme e l’accelerazione preoccupante della crisi climatica. Al centro del dibattito, la necessità di una rapida transizione ecologica per contrastare le crescenti disuguaglianze sociali. Il Forum disuguaglianze e diversità “è certo che larga parte delle migliori esperienze in campo sociale vengano dal locale – ha dichiarato il co-cordinatore Fabrizio Barca – ma siamo anche convinti che tante esperienze importanti di riconnessione ambientale e sociale non ce la fanno da sole se non riescono a influenzare il sistema e a produrre indicazioni di sistema. I numeri ci dicono che un terzo delle aree dell’Europa oggi sono in una trappola ambientale sociale”.

“Crediamo ancora all’Europa, vogliamo un’Europa che sempre più aiuti i vari Paesi europei a fare scelte giuste. Vogliamo un’Europa che non si pieghi ad alcune logiche ma che deve ridire con forza le priorità. La Commissione europea ha già adottato diverse transizioni. Il rischio enorme è che rimangano lettera scritta”. Alla vigilia delle elezioni europee don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, lancia un appello alla classe politica affinché si lavori per costruire un futuro più equo e sostenibile per tutti. Il sacerdote ha aperto i lavori del convegno in corso nella Sala Farnese di Palazzo D’Accursio a Bologna. Al centro del dibattito, la necessità di una rapida transizione ecologica per contrastare le crescenti disuguaglianze sociali. In un video messaggio il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha sottolineato che a “livello nazionale serve una legge per il clima”. L’invito del primo cittadino è quello di “impegnarsi per combattere la povertà energetica, per promuovere piani per abitare e il trasporto pubblico, per rinnovare le scuole. È necessario lavorare su diversi fronti a partire dall’industrializzazione. In Pianura Padana dobbiamo cambiare modo di produrre e di fare allevamento. Alleiamoci perché il pianeta non aspetta. Alle nuove generazioni dobbiamo consegnare il nostro impegno”. Durante il convegno sono state illustrate esperienze concrete che mettono in pratica il connubio tra giustizia sociale e giustizia ambientale. Eros Gualandi, presidente della cooperativa agricola “Il Raccolto” di Bologna, ha osservato quanto sia importante il contributo dei migranti in agricoltura. “L’apporto di persone che vivono disuguaglianze e che partono da territori sfortunati per cercare migliori condizioni di vita – ha affermato – rappresentano la colonna portante per esempio negli allevamenti dedicati alla produzione del latte per il Parmigiano Reggiano”. Numerosi lavoratori sono originari del Pakistan e vantano una storica abilità nella cura e nell’allevamento degli animali.