Prato

Don Aiazzi e don Niccoli preti da 60 anni

Il vescovo Franco Agostinelli aveva annunciato la ricorrenza per tempo, qualche mese fa. Don Roberto Niccoli e il canonico Vittorio Aiazzi celebrano, quest’anno, il 60° anniversario dall’ordinazione. Il giorno è ormai giunto: lunedì 29, nella ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo. Insieme, divennero sacerdoti il 29 giugno 1955. Insieme, e in maniera del tutto sobria, ricorderanno quella giornata, con una messa in latino celebrata da don Vittorio.

Furono i primi due sacerdoti pratesi, per altro, a essere ordinati dal primo vescovo residente a Prato, monsignor Pietro Fiordelli. A loro modo, e anche per questo, hanno fatto la storia, e un bel pezzo di storia della Chiesa pratese.

Don Roberto Niccoli, che risiede in centro e che ogni giorno si reca a messa in San Francesco, per un giorno sarà ospite di don Vittorio Aiazzi, nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. Una trasferta breve in quella che qualche decennio fa era una parrocchia in prossimità del centro cittadino, certo, ma già avamposto di frontiera, tra strade interrotte, viottoli, quartieri che stavano nascendo forti del valore e delle contraddizioni dell’immigrazione di allora, quella dal resto della Toscana e d’Italia, sud e Veneto in particolare. Era una parrocchia da costruire, con annessa chiesa, quella che il giovane don Vittorio si trovò presto a condurre. C’erano davvero culture e persone differenti, a messa nel primo chiesino, quando anche scendere dalla montagna bolognese significava portare qualcosa di differente.

Ma don Vittorio è sempre stato, e lo conferma, prete «d’attacco». Mai giocare in difesa, si trattasse di compiti in curia o in una parrocchia che – per dirne alcune – ha addirittura regalato a Prato una squadra di pallavolo a dimensione europea, opere assistenziali, il cinema d’autore.

Tra don Vittorio e il vescovo Pietro Fiordelli, la fiducia e la stima reciproca, pur nel rispetto della differenza di ruoli e di primato, hanno dato vita a un largo scorcio di storia della Diocesi. E i ricordi corrono.

«Don Roberto ed io fummo ordinati il 29 giugno che, allora, era festa di precetto – puntualizza don Vittorio –. Per l’anniversario, non faremo nulla di particolare. La messa sarà celebrata in latino, come feci la prima volta e per i primi 15 anni di sacerdozio». L’appuntamento, aperto agli amici e ai parrocchiani, è per le 10,30 di lunedì, nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, ai Ciliani.

«Monsignor Fiordelli era arrivato a Prato il 17 ottobre 1954. Quell’anno, in cui ci furono diverse ordinazioni, don Roberto ed io restammo fuori. Per ordinare gli altri sacerdoti, pur con le Diocesi ormai definitivamente divise, da Roma fu incaricato monsignor Gori, di Pistoia». Di lì a 10 mesi, tornarono l’estate e giugno. La festa dei Santi Pietro e Paolo, ricorrenza che era destinata alla maggior parte delle ordinazioni, vide monsignor Fiordelli imporre le mani su don Roberto e don Vittorio. E poi?

Il resto è storia, appunto. Anche se il Vescovo concesse a don Vittorio un mese di vacanza. «Presi anche la patente. Andavamo su e giù per l’Italia» con e su incarico di Fiordelli.