Italia

Don Milani: Bindi, ‘c’è ancora povertà educativa’

Presidente del Comitato per il centenario ieri sera a Quarrata (Pistoia) ha sottolineato come “non siamo lontani dalla società in cui lui ha vissuto”

Don Lorenzo Milani (foto archivio)

“Non pensiamo di essere molto lontani dalla società in cui è vissuto don Lorenzo Milani, perché oggi noi viviamo in un Paese con una povertà educativa tra le più alte del mondo”. Lo ha detto ieri sera Rosy Bindi, presidente del comitato per il Centenario di don Lorenzo Milani, intervenendo alla Marcia per la Giustizia a Quarrata (Pistoia). “Molti dei nostri ragazzi lasciano la scuola, o se non la lasciano non riescono ad ottenere quel grado di cultura che la scuola dovrebbe dare e stanno ovunque, nelle periferie, nel sud Italia, è una povertà educativa frutto di disuguaglianze, potremmo dire classista, perché chi abbandona la scuola sono i figli dei poveri, sono i figli del Sud, sono i figli degli immigrati”, ha aggiunto. “Credo – ha proseguito Bindi – che noi dobbiamo far parlare lui, don Lorenzo Milani, evitare di interpretarlo e soprattutto non dire quello che lui avrebbe detto o avrebbe fatto oggi, ma cercare noi, prendendoci la nostra responsabilità e ispirandoci a quello che ha fatto e a quello che ha detto, che cosa possiamo fare oggi in tutti quegli ambiti per i quali lui ha dato la vita fino al dono totale della sua esistenza”.

La presidente ha quindi sottolineato l’attualità del priore di Barbiana “per quello che è stato, per le tante parole che ci ha consegnato, per le tante lettere che ha scritto, per i suoi libri, ma soprattutto per la sua vita. Questo prete a un certo punto della sua vita sceglie Gesù Cristo, fa una scelta radicale, da famiglia ricca qual era, diventa davvero povero e condivide la sua vita con i poveri. Si è preso cura dell’umanità partendo dagli ultimi, dagli emarginati, gli emarginati del suo tempo che ha identificato negli operai sfruttati di Calenzano e nei figli dei contadini del Mugello”. “Io credo – ha concluso – che prima di tutto, dovremmo chiederci noi oggi chi sono questi poveri, chi sono quelli messi ai margini della nostra società, che volto hanno, che età hanno, che colore della pelle hanno e di che cosa hanno bisogno”.