Chiesa Italiana

Don Pino Puglisi: card. Zuppi, “un cristiano è sempre contro le mafie”

Il card. Matteo Zuppi ha presieduto la messa a Palermo nel trentesimo anniversario del martirio di don Pino Puglisi

“La voce di padre Pino, schiva ma chiarissima, non urlata, non esibita, da innamorato di Cristo che per questo faceva innamorare del Vangelo, ci incoraggia a spenderci per il bene e richiama le nostre coscienze assopite o pavide a non abituarci o giustificare atteggiamenti e sistemi ingiusti, disumani e non cristiani”. Lo ha detto l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi, nell’omelia della messa che ha presieduto oggi pomeriggio nella cattedrale di Palermo nel trentesimo anniversario del martirio di don Pino Puglisi. “Il male lo vincono gli umili e i semplici. Padre Pino lo ha vinto anche con il sorriso, che ricorda la gentilezza indicata da Papa Francesco come il primo modo per essere fratelli tutti. Il sorriso mette a proprio agio il prossimo, fa sentire chi lo riceve accolto e libera dal sussiego e dall’alterigia chi si prende troppo sul serio invece di prende sul serio l’altro”.
Il cardinale si è soffermato su questo tratto del sacerdote: “Padre Pino con il sorriso disarmato disarmava e dava cuore a chi incontrava, creava casa. Non era un prete antimafia secondo le etichette sociali e mediatiche. Peraltro, un cristiano, se è tale, è sempre contro le mafie!”. “Era un prete, un prete buono, un cristiano, che divorava la Parola di Dio e non si è mai stancato di spezzarla per tutti e, proprio perché uomo di preghiera, combatteva per la libertà dei suoi ragazzi”, ha rimarcato. Poi, un altro tratto evidenziato dal cardinale: “Non condannava nessuno, ma cercava di salvare tutti come poteva, più che poteva. Non si è mai risparmiato. Amava farsi aiutare da tanti, chiedendo a ciascuno di fare un pezzo, il proprio, dando valore a questo. E lui era sempre il primo a fare la sua parte. Ecco la differenza tra il protagonista e l’umile lavoratore: il primo si serve degli altri, il secondo li serve; uno brilla di luce e la tiene per sé, il secondo accende di luce il fratello e la dona a chi è nel buio. Il primo ha sempre bisogno di farsi vedere, l’altro vuole far vedere chi non è visto, far parlare chi non è ascoltato, far conoscere la sofferenza che non trova comprensione”.

“Le mafie, cioè il male, si vincono tutti i giorni e con un amore fedele, che educa all’amore, senza opportunismi. Nella battaglia contro il male nessuno sia lasciato solo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi, nell’omelia della messa che ha presieduto oggi pomeriggio nella cattedrale di Palermo nel trentesimo anniversario del martirio di don Pino Puglisi. “Penso ai presbiteri, ai religiosi, ai laici che rischiano quotidianamente; così come penso ai magistrati e alle forze dell’ordine”, ha aggiunto.
Soffermandosi sulla “esigente semplicità evangelica di padre Pino”, il cardinale ha indicato: “spiritualità e umanità, fede e vita, eucarestia e amore per i fratelli piccoli di Gesù, parola letta, riletta e condivisa, cura per i poveri amati fino alla fine”. “Mi colpisce pensare che padre Pino abbia inciso nella vita di tante persone, soprattutto dei giovani, soltanto spiegando il Padre nostro – ha aggiunto -. L’aver fondato il “Centro di Accoglienza Padre nostro” è stato uno dei gesti evangelicamente più rivoluzionari che potesse fare. Lo possono testimoniare i suoi ragazzi, che sono ormai adulti formati, molti dei quali sono presenti quest’oggi. Padre Pino li conosceva uno ad uno. Era loro amico. Non erano per lui una categoria o dei casi, ma dei nomi e delle storie”.
Richiamano “i recenti fatti di cronaca che hanno ferito anche la città di Palermo”, il cardinale ha evidenziato cosa richiedono a tutti: “serietà, educazione a una vita bella, più bella e appassionante di quella della strada e di quella strada che sono le pornografie digitali”. “E soprattutto tanta comunità! Così Padre Pino ci insegna che l’amore non è possesso o fisicità senza cuore, ma è sentimento, educati da Dio che insegna agli uomini ad essere umani”. Infine, il cardinale ha ricordato che “padre Pino organizzò la mostra dal titolo ‘Sì, ma verso dove?’”. “È una domanda che ci riguarda e che poniamo a tutti, in particolare ai ragazzi. ‘Verso l’amore gratuito, verso la fraternità e l’amicizia vera’. Verso una città umana e solidale. Verso il Regno che è già in mezzo a noi e che ci attende. ‘Se il chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto’. Padre Pino il tuo frutto rimane”.