Economia

Economia, i buyers italiani: “In aumento le nostre aziende che comprano componentistica e materie prime in Italia e non all’estero”

A Firenze via al summit internazionale dei professionisti che si occupano di gestione acquisti e supply management: in Italia un fatturato di oltre 2 triliardi di euro.

Summit internazionale a Firenze (Foto Stranementi)

“Le aziende italiane preferiscono sempre più rivolgersi a fornitori di componentistica e servizi e ove possibile materie prime localizzati nel nostro Paese, piuttosto che andare all’estero. Il 21% delle imprese che avevano acquistato forniture estere ha effettuato poi un ‘backshoring’ parziale o totale, cioè ha poi optato per l’Italia. E’ un dato su cui il governo dovrebbe riflettere per supportare lo sviluppo imprenditoriale ed economico”. 

A dirlo è Fabrizio Santini, presidente nazionale di Adaci, l’Associazione italiana dei Manager degli Acquisti e del Supply Management che oggi e domani, 22 e 23 settembre, a Firenze organizza l’Ifpsm World summit 23, convegno internazionale dei professionisti che si occupano di gestione acquisti e forniture. Durante l’evento si confronteranno diverse culture e modelli di business: quelli africani, americani, asiatici ed europei. I relatori si cimenteranno sui temi caldi del procurement, focalizzandosi sul tema di base del summit: “Gli acquisti come promotori di innovazione e creatori di valore aggiunto e, al contempo, come forza di contrasto all’inflazione, carenza di materiali e instabilità geopolitica”.
L’International Federation of Purchasing and Supply Management summit, giunto alla sua ventiquattresima edizione, torna in Italia dopo 46 anni. L’ultima volta fu Venezia nel 1977.

“Secondo l’indagine condotta dal Centro studi Tagliacarne-Unioncamere, che ha fatto emergere il dato sul backshoring e di cui discuteremo durante il nostro summit  – continua Santini – le aziende italiane cercano fornitori nel nostro Paese a causa delle tensioni geopolitiche e con l’obiettivo di ridurre distanze e costi, ma anche per garantire la business continuity e avere una migliore qualità dei prodotti. Crediamo che il governo italiano sia chiamato a sostenere questo settore che vede coinvolte tantissime aziende e operatori per supportare lo sviluppo imprenditoriale ed economico”. 
 
“Fare acquisti oggi – spiega il presidente di Adaci – non significa solo portare a casa quanto serve alle aziende, ma essere promotori di innovazione di prodotti e processi unitamente a colleghi di altre funzioni, fornitori e partner. Significa automatizzare i processi d’acquisto, ricorrendo ove opportuno, in modo etico verso le persone, al supporto dell’intelligenza artificiale, nonché adottare concetti di sostenibilità applicata. Lo scenario in cui ha luogo il summit è caratterizzato dalla revisione delle politiche di globalizzazione e da forme di multipolarismo politico-economico, da un’inflazione elevata, dalla scarsità di materie prime e da prezzi elevati. Nuovi scenari e sfide sempre più stimolanti per gli operatori del procurement e supply management. Da qui l’importanza di avere una filiera robusta ed economicamente sostenibile ed innovativa”.

I numeri di Adaci a livello nazionale
Oltre 1500 professionisti del procurement di oltre 1000 aziende, con un fatturato di 75.000 miliardi di euro e di oltre 80.000 visitatori sul sito istituzionale www.adaci.it, in costante crescita, attraverso il quale diffonde la cultura del mondo degli acquisti a 360°. 

Adaci è l’unica Associazione riconosciuta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il rilascio dell’attestazione di Qualificazione professionale a tre livelli (L1-buyer, L2-senior buyer, L3-Responsabile/Esperto) nel mondo degli Acquisti.

I Numeri di Adaci della Toscana
La Sezione Adaci Toscana ed Umbria ha oltre 800 contatti professionali e 200 soci iscritti come professionisti del procurement di oltre 90 aziende (settore manifatturiero, fashion, farmaceutico, bancario, oil/gas, pubblico, informatic technology, alimentare, Logistico e Marittimo e yacht) con un fatturato di acquisto con 6 aziende associate come partner strategici con oltre 3.000 miliardi di euro, in costante crescita, attraverso il quale diffonde la cultura del mondo degli acquisti a 360°.

Nel Consiglio Nazionale di Adaci siedono, tra gli altri, i toscani: Fabrizio Santini, presidente nazionale,  Andrea Lucarelli, responsabile della Formazione e Qualifica,   Riccardo Rossi, responsabile Associativa e Sviluppo Progetto Giovani.