Vita Chiesa

ECUMENISMO: SAE; GNOCCHI, «PREGHIERA» E «RICHIAMO A PRATICHE DI GIUSTIZIA»

«La preghiera, cioè la relazione a Dio, e il richiamo a pratiche di giustizia, nella relazione con gli uomini e le donne che condividono con noi la sorte e il destino di questo mondo». Sono queste «le coordinate» della 49ª sessione di formazione ecumenica estiva del Segretariato attività ecumeniche Sae che ha per tema «Praticate il diritto e la giustizia. Un dialogo ecumenico sull’etica sociale» ed è iniziata oggi a Paderno del Grappa (Tv). Lo ha spiegato, stamattina, aprendo ufficialmente i lavori della sessione, il presidente nazionale uscente, Meo Gnocchi. Il diritto e la giustizia sono «parole che ritornano più volte nelle pagine della Bibbia, a indicare il metro su cui si misura la fedeltà del popolo alla parola e al volere di Dio». Sono, dunque, secondo Gnocchi, «parole antiche, ma che ci raggiungono inalterate nel nostro presente e non cessano di indicarci la via per un futuro umanamente vivibile». «L’operare ciò che è giusto tra gli uomini – ha proseguito il presidente uscente del Sae – non di rado è posto innanzi a situazioni drammatiche ed esige il prezzo di scelte eroiche, ma si esprime anche in atti meno eccezionali, nell’umile e costante testimonianza di tanti uomini e donne che nel loro vivere quotidiano riconoscono la presenza e il diritto dell’altro e si fanno solidalmente carico dei suoi bisogni e delle sue speranze».

«Per chi vive nella fede di Gesù Cristo – ha osservato Gnocchi -, in questi umani sforzi è presente e operante l’amore del Dio che si è fatto carne, il suo Spirito che geme nel travaglio dell’umanità e della creazione, e perciò ogni seme di giustizia gettato nei solchi del tempo e della storia è destinato a germinare nella luce della risurrezione». Ma «questa fede e questa speranza non sottraggono all’oscurità e all’incertezza dell’agire storico, anzi sono in esso poste a dura prova, e possono resistere solo attingendo sempre nuova forza da quello stesso Spirito che viene in aiuto alla nostra debolezza». Tra questi due poli – «libero affidamento a Dio, da una parte, e solidale presenza sulle strade del mondo, accanto a tutti i viandanti che soffrono e sperano, dall’altra» – si disegna «l’orizzonte ideale e spirituale entro cui vorremmo si orientasse la nostra vita cristiana e si muovessero le nostre chiese», «allargando lo sguardo oltre le puntigliose dispute dottrinali e istituzionali in cui sembrano incagliate». Solo così potranno tornare ad essere «portatrici per gli uomini e per il mondo della parola che riconcilia e redime; solo così potranno ritrovarsi unite in una comune missione». Al termine del suo intervento Gnocchi ha presentato la neo presidente Marianita Montresor, accolta da un lungo applauso dei convegnisti. (Sir)