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Egitto: attentato alla Chiesa copta ortodossa di Helwan, vittime e feriti

Attentato questa mattina alla chiesa copta ortodossa di San Mena (Mar Mina) a Helwan, a sud del Cairo e ad un negozio di elettrodomestici gestito da un cristiano. In totale 10 i morti.

Sul profilo facebook, il portavoce della Chiesa copta parla di 8 vittime e feriti: 6 rimaste uccise nella Chiesa e altre due sono invece morte in un negozio cristiano vicino. Due i terroristi che hanno aperto il fuoco. Nello scontro uno dei due assalitori è stato ucciso, mentre l’altro è rimasto ferito ed è stato arrestato. Fonti ufficiali hanno poi rivelato che l’uomo ucciso era in possesso di ordigni esplosivi.

Un comunicato ufficiale della Chiesa copra ortodossa stila i nomi delle persone rimaste uccise nell’attentato ad una chiesa nel sud del paese e ad un negozio di un cristiano sempre a Helwan. Nella lista copioni i nomi  di uno dei poliziotti responsabile per la sicurezza della chiesa e 5 del popolo della chiesa e qualche feriti. Più tardi il ministero della sanità egiziano ha comunicato che i morti sono 10, compreso un terrorista.

I nomi di quelli che vengono definiti «martiri» sono: Emad abdel scehid 45anni; Safaa abdel scehid 43 anni; Wadii el komos morkos 65 anni; Evelin scokrallah 52anni; Wagih Isac 90 anni; Reda Abdel rahman 45 anni (della polizia). Anche un negozio di eletrodomestici gestito da un cristiano ha avuto subito un attacco, e ha causato il martirio di due persone (i figli del proprietario) e sono Romani scaker e Atef scaker.

La Chiesa copta ortodossa celebra il Natale il 7 gennaio. Ingenti sono in questo periodo le misure di sicurezza davanti alle chiese cristiane e ai luoghi sacri. Sono infatti i cristiani, in particolare i copti ortodossi, ad essere presi di mira dal terrorismo di matrice islamica. L’ultimo attacco ai cristiani in Egitto risale al 26 maggio scorso e causò 30 morti: erano pellegrini copti diretti al santuario di san Samuele nel governatorato di Minia. Il 9 aprile, domenica delle Palme quando, i terroristi hanno colpito la cattedrale di San Marco ad Alessandria e quella di San Giorgio (Mar Ghirghis) a Tanta. I morti erano stati una cinquantina. L’attacco era avvenuto circa venti giorni prima della visita del Papa.

«Il segno che i cristiani possono dare al mondo» è quello di «una grande fede», di «una scelta di vita vissuta nel mistero di Cristo. Possiamo imparare molte cose da questi credenti». Lo ha detto il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, in un’intervista al Sir, parlando della comunità copta ortodossa, in Egitto, nuovamente colpita questa mattina da un attacco terroristico. «C’è una grande amicizia tra Papa Tawadros e Papa Francesco – ha ricordato il porporato -. E la visita di Francesco al Cairo ha approfondito molto questo rapporto di amicizia. Papa Tawadros ha un grande cuore ecumenico e di apertura verso la Chiesa cattolica. Lo ha dimostrato quando ha deciso di fare la sua prima visita fuori Egitto a Roma. E quando ha voluto che ogni anno il 10 maggio si celebrasse la Giornata di amicizia copto-cattolica». Parlando del perdono dei copti nei confronti degli autori degli attentati, prima al Cairo e poi ad Alessandria e Tanta, il cardinale ha spiegato che «è la grande testimonianza che ci ha lasciato il primo martire, Stefano, che era perseguitato ma ha pregato perché Dio perdoni i suoi carnefici. E ancora prima, lo ha fatto Gesù sulla croce quando ha detto: ‘Perdona loro perché non sanno quello che fanno’».

«Crediamo che la nostra vita è nelle mani di Dio, l’Onnipotente, e che niente di ciò che succede non sia permesso da Lui». Comincia così, con queste parole cariche di fede, il comunicato di Papa Tawadros II, il leader della Chiesa copta ortodossa. Papa Tawadros esprime tutto il suo dolore e le sue più vive condoglianze «per i martiri di questa mattina – così ha definito le vittime dell’attentato -, che Dio ha scelto. Il tradimento di uomini malvagi è la causa di questo doloroso attentato». Le condoglianze di Tawadros si rivolgono alle famiglie delle vittime, alla polizia e alla chiesa e aggiunge: «L’Egitto rimarrà forte, e capace di vincere le forze del buio e della violenza che è senza coscienza e sentimenti. Preghiamo per i martiri e i feriti che Dio li porti presto alla guarigione e alla salute, e che Dio protegga il nostro Paese e il nostro popolo».