Toscana

Elezioni, guida al voto

di Claudio Turrini

I giochi sono fatti al 99%. Lo abbiamo scritto al momento della presentazione delle liste (Ecco gli eletti in Toscana. Giochi fatti al 99%). E lo confermiamo adesso, dopo una campagna elettorale stanca e deludente. Almeno per la Toscana le possibili sorprese sono ridotte al minimo. Alla Camera il Pdl (Silvio Berlusconi) sa già di poter contare su 14 deputati e il Pd (Walter Veltroni) su 16. Degli otto seggi rimanenti 3 o 4 andranno alla Sinistra l’Arcobaleno (Franco Giordano), uno all’Italia dei Valori (Antonio Di Pietro) uno o due all’Udc (Pierferdinando Casini). Con il nome degli eletti già deciso dalle segreterie dei partiti. I pochi dubbi riguardano la possibilità che scatti un seggio anche per la Lega Nord (Umberto Bossi) o che passino i candidati in posizione critica delle liste, come Alessio Bonciani (n. 17 del Pdl) Rosa De Pasquale (n. 17 delPd), Mercedes Lourdes Frias (n. 4 Sinistra l’Arcobaleno) e Francesco Bosi (n. 3 Udc). Qualche piccola incertezza ulteriore può venire dalle opzioni dei «big», candidati in più circoscrizioni e che potrebbero lasciare il posto a chi li segue in lista.

Discorso analogo per il Senato. Anzi, qui lo sbarramento dell’8% e il premio di maggioranza su base regionale rende le previsioni ancora più semplici. Il Pd si porterà a casa 10 senatori, 6 la Pdl e uno la Sinistra l’arcobaleno. 17 su 18! Il seggio che rimane potrebbe andare ad una di queste tre formazioni, oppure scattare per l’Italia dei Valori (essendo apparentata al Pd le basta il 3%) o per l’Udc se raggiungerà l’8%.

Eppure, nonostante che gli elettori siano chiamati a fare da semplici «notai» alle scelte dei partiti, c’è chi paventa il rischio di brogli o di una valanga di nulle per la scarsa chiarezza delle schede. I simboli delle due forze maggiori, – Pdl e Pd –, hanno a fianco, senza spazio in mezzo, il simbolo della forza «apparentata. Tutti gli altri simboli sono invece distanziati di qualche millimetro. Ma per l’elettore il voto è semplice. Basta fare un segno dentro il rettangolo del simbolo prescelto. Anche nel caso delle due coalizioni (Pd+ Idv e Pdl + Lega Nord) l’importante è votare per un solo partito. Come del resto avvenne due anni fa, quando le due coalizioni mettevano insieme dai 7 agli 11 simboli. Questa volta, pur con la stessa legge elettorale, c’è stata una frammentazione esasperata.

A parte i «grandi», poche le forze che possono sperare di superare gli sbarramenti. Il 4% alla Camera è un obiettivo lontano anche per i Socialisti di Boselli, la Destra della Santanché e la lista «Aborto, no grazie» di Giuliano Ferrara. Completano il quadro altre sette liste: Meda (Sergio Riboldi), Pli (Stefano De Luca), Sinistra critica (Flavia D’Angeli), Forza Nuova (Roberto Fiore), Unione democratica consumatori (Bruno De Vita), Partito comunista dei lavoratori (Marco Ferrando) e Per il bene comune (Stefano Montanari). Al Senato, dove la soglia è alzata all’8%, mancano la lista di Ferrara e Forza Nuova. Per tutte queste liste l’obiettivo più concreto è l’1%. Tanto basta per sedersi al lauto «banchetto» dei rimborsi elettorali (un euro per ogni iscritto alle liste elettorali, moltiplicato per cinque anni e per le due Camere).

Quando si vota

I seggi sono aperti domenica 13 aprile dalle ore 8 alle 22 e lunedì 14 aprile dalle 7 alle 15. Documenti necessariPer il voto è necessario un documento valido di riconoscimento e la tessera elettorale. In caso di smarrimento o – per i nuovi elettori – di non consegna della tessera, è possibile richiederne un duplicato al proprio Comune di residenza. Il governo Prodi ha varato un decreto che vieta l’ingresso nei seggi di fotocamere e videotelefonini: chi li avesse al momento di entrare nel seggio è obbligato a depositarli.Le schedeLa maggior parte degli elettori toscani riceveranno due sole schede: una ROSA per la Camera e una GIALLA per il Senato (per chi ha compiuto i 25 anni). Nella Provincia di Massa Carrara ci sarà anche una scheda VERDE per l’elezione del Consiglio provinciale. Inoltre, in 13 comuni (tra cui Pisa, Massa, Viareggio e Campi Bisenzio) gli elettori riceveranno anche una scheda AZZURRA per il rinnovo del Consiglio comunale. Le modalità di voto per provinciali e comunali (a loro volta differenziate a seconda se il Comune ha più o meno di 15 mila abitanti) sono diverse da quelle delle politiche. Per provincia e comuni sopra ai 15 mila è possibile un ballottaggio tra i candidati presidente o sindaco

Le amministrative in Toscana

Il 13 e 14 aprile si tengono in Toscana anche le amministrative per una Provincia e per 13 comuni, tra cui Pisa, Massa, Viareggio e Campi Bisenzio. Si tratta di un test particolarmente interessante per le divisioni a sinistra, seguite alla nascita del partito democratico e alla scelta del suo segretario di «rompere» con la cosiddetta «sinistra critica».

Per le elezioni provinciali di Massa Carrara (8 candidati presidente e 11 liste) il Pd ha ricandidato l’uscente Osvaldo Angeli, che ha l’appoggio anche della Lista Di Pietro, ma deve vedersela con Narciso Buffoni, candidato sia della «Sinistra l’Arcobaleno» che della civica «Buffoni presidente». Cercando di approfittare di questa divisione il Pdl schiera un «big», Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, ex sindaco comunista di Fivizzano. Completano il quadro Luigi Della Pina, già sindaco Ppi di Massa nel ’94, candidato dell’Udc, Lucia Tonazzini, con una lista trasversale «Cooperazione, sviluppo, territorio per i cittadini», Valter Bay della Lega Nord, Marco Lenzoni della «Lista comunista per il blocco popolare» e Nicola Franzoni, con «la Destra».

Al Comune di Massa (8 candidati e 13 liste) il Pd ripresenta il sindaco uscente Fabrizio Neri, ex Margherita, sostenuto anche da Italia dei Valori, Partito Socialista e dalla civica «Fare per Massa», ma deve vedersela con Roberto Pucci, sindaco ds dal ’94 al 2003, e tra i fondatori del Pd, che non ha condiviso la decisione di non fare le primarie del Pd. Lo sostengono la Sinistra l’arcobaleno e due liste indipendenti («Pucci sindaco» e «Impegno per Massa») che raccolgono esponenti del Pd e dell’area laica e socialista. Il Pdl gli oppone Corrado Amorese, di An. Altro candidato di spicco è Marco Andreani, già assessore per il Ppi-Margherita, portato avanti da «Massa al Centro», che raccoglie Udc e la «Rosa» di Pezzotta.

A Pisa (8 candidati e 14 liste), dopo due mandati di Paolo Fontanelli (candidato alle politiche), il Pd rischia di andare al ballottaggio. Marco Filippeschi, già segretario regionale Ds, è sostenuto da Pd, Italia dei Valori, Partito socialista e dalla civica «In lista per Pisa», ma deve vedersela con Carlo Scaramuzzino, più volte consigliere e assessore Ds, appoggiato dalla Sinistra l’Arcobaleno. Quest’ultimo, a sua volta, deve subire la concorrenza di Lucia Mango dei Comunisti Italiani. La Pdl propone l’ex parlamentare di Forza Italia Patrizia Paoletti Tangheroni e l’Udc il consigliere regionale Luca Titoni.

Partita aperta anche a Viareggio per il dopo-Marcucci. Pd, Ps e Italia dei Valori sostengono Andrea Palestini, già sindaco per il pentapartito negli anni ’90. Il Pdl gli oppone Luca Lunardini, sostenuto anche da Udc, Lega Nord, Pensionati democratici, Lista civica Mcl e una lista monarchica («Stella e corona»). Solita spaccatura a sinistra con Milziade Caprili, Prc, per la Sinistra l’Arcobaleno. A questi si aggiunge l’ex assessore Prc Cristina Boncompagni alla testa di una civica trasversale «Laboratorio per la democrazia» e Alberto Benincasa, sostenuto da «Vivere Viareggio» e dagli autonomisti di «Per Torre del Lago».

Infine, tra i comuni con più di 15 mila abitanti, Campi Bisenzio (7 candidati, 11 liste), dove si vota per lo scioglimento anticipato del consiglio. Torna l’ex-sindaco, Adriano Chini, prosindaco uscente dopo la crisi della giunta, appoggiato da Pd, socialisti, Idv e la civica «Per un buon futuro». Il Pdl gli oppone il consigliere provinciale di Forza Italia Massimo Lensi e l’Udc il consigliere regionale Marco Carraresi. Brunella Bresci si ripresenta come candidata della lista civica «Uniti per Campi», mentre La Sinistra L’Arcobaleno si è affida al consigliere provinciale di Rifondazione Sandro Targetti. Corrono anche i Verdi con Paolo Della Giovampaola e il Comitato Civico Campigiano No Inceneritore con Roberto Viti, da anni impegnato nelle battaglie contro il termovalorizzatore di Case Passerini.

Questi invece i comuni toscani con meno di 15 mila abitanti dove si vota il 13 e 14 aprile: Capolona (Ar), Impruneta e Marradi (Fi), Monte Argentario e Semproniano (Gr), Montecatini Val di Cecina e Santa Maria al Monte (Pi), Ponte Buggianese (Pt) e Poggio a Caiano (Po).

La circolare del ministro Amato

Speditezza e vigilanza affinché le elezioni avvengano secondo il più rigoroso rispetto della legalità: è quanto raccomanda il ministero dell’Interno, dopo che sono state inviate due circolari ai Prefetti con alcune indicazioni in vista del voto. Una è firmata dal ministro stesso, Giuliano Amato, l’altra, più tecnica, dal direttore centrale dei Servizi elettorali Adriana Fabretti. “Desidero richiamare – scrive Amato – la personale attenzione sull’assoluta necessità di vigilare assiduamente affinché tutto il procedimento elettorale si svolga nel più rigoroso rispetto della legalità e con la massima speditezza”.

NO TELEFONINI PER COMBATTERE IL ‘VOTO DI SCAMBIO’ – Contro il cosiddetto “voto di scambio” il governo ha voluto dare “un segnale forte e deciso” proibendo l’introduzione in cabina elettorale di telefonini e macchine fotografiche, afferma ministro Amato. “Non potranno – spiega Amato – essere introdotti all’interno della cabina elettorale telefoni cellulari o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini, pena l’arresto fino a sei mesi e l’ammenda fino a 1.000 euro”.

SCRUTINIO SCHEDE: UNA PER VOLTA – Nella “linea della salvaguardia della regolarità della complessa procedura elettorale – scrive il ministro – si colloca il richiamo alla stretta osservanza, da parte dei presidenti e dei componenti degli uffici elettorali di sezione, delle specifiche disposizioni che stabiliscono tassativamente l’ordine delle operazioni da seguire durante lo spoglio delle schede elettorali, che, si sottolinea, vanno scrutinate una alla volta”.

IL VOTO ALLA LISTA SU CUI INSISTE IL SEGNO DELL’ELETTORE – Amato, nella circolare, sottolinea poi l’importanza al “richiamo all’osservanza delle norme che disciplinano la validità del voto ed in particolare di quella introdotta nel marzo del 2006 per ovviare ad eventuali inconvenienti dovuti alla presenza di contrassegni vicini l’uno all’altro soprattutto nel caso di liste tra loro collegate”. “In tal caso – spiega – va richiamata l’attenzione del presidente e dei componenti del seggio sul disposto della predetta norma che stabilisce, nel caso di segno tracciato su più simboli, che il voto debba essere attribuito alla lista su cui insiste la parte prevalente del segno”.

PRESIDENTI INVITINO ELETTORI A LEGGERE AVVISI – Nelle sezioni elettorali ci saranno anche una serie di cartelli esemplificativi su come si vota, predisposti dal ministero dell’ Interno per indicare in quali casi il voto è valido ed in quale non lo è, tracciando un segno sulle schede stampate in base a quanto prevede la legge. La loro presenza è citata nella circolare del ministro Giuliano Amato ai prefetti nella quale si sottolinea come “particolarmente utile che i Presidenti degli uffici elettorali di sezione invitino gli elettori che si accingono a votare a prestare attenzione al contenuto dei manifesti relativi alle modalità di voto affissi all’interno dei seggi”.

IN SEGGI ANCHE CARTELLI CONTRO TELEFONINI IN CABINA – Ci dovrà essere nelle sezioni elettorali anche un cartello fatto affiggere dai presidenti di seggio che informa gli elettori del divieto di portare telefonini o macchine fotografiche in cabina. Lo prevede la circolare del direttore centrale dei servizi elettorali del ministero dell’Interno, Adriana Fabbretti. “Il presidente dell’ufficio elettorale di sezione invita l’elettore, all’atto della presentazione del documento di identificazione e della tessera elettorale, a depositare le predette apparecchiature di cui sia al momento eventualmente in possesso, le quali, unitamente ai citati documenti, saranno restituite all’elettore dopo l’espressione del voto, previa annotazione in un apposito registro della presa in consegna e della successiva restituzione. Gli eventuali contravventori al divieto sono puniti con l’arresto da tre a sei mesi e con l’ammenda da 300 a 1.000 euro”. (ANSA).