Prato

Emporio, dall’Europa tagli dell’80%

di Damiano FedeliUn taglio di quasi il 9% sul totale delle merci in arrivo. È una sforbiciata molto grave nell’approvvigionamento di beni essenziali (fra cui latte, pasta, zucchero e biscotti), quella che rischia l’Emporio della Solidarietà di Prato se verranno confermati – come tutto, al momento, lascia presupporre – i tagli europei al Pead, il programma di aiuti alimentari. È l’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, che si occupa in Italia della distribuzione delle eccedenze alimentari: ogni anno arriva da questo programma europeo all’Emporio di via del Seminario l’11% del totale delle merci poi distribuite alle famiglie indigenti (il numero aggiornato delle tessere è 700 adulto, più 180 neonato). Con il drastico taglio previsto a livello comunitario a partire dal 2012 – fra appena due mesi, quindi – arriveranno l’80% in meno di prodotti di largo consumo e di prima necessità – sforbiciate che interesseranno tutti gli enti di questo tipo, come in Italia il Banco alimentare – e questo mentre gli utenti tendono ad aumentare per la crisi economica. Fino all’ultimo, a livello europeo si tenterà di trattare, ma finora sono arrivate solo fumate nere (per l’opposizione di pochi Stati membri), come dal Consiglio dei ministri dell’agricoltura europei dello scorso 20 ottobre, mentre il commissario europeo all’agricoltura, il rumeno Decian Ciolos, fa sapere di non disperare, ribadendo il pieno sostegno della Commissione Europea al mantenimento del pieno sostegno a questo programma. «Per noi un taglio così drastico significherebbe un aggravio stimabile in 80/100mila euro in più all’anno», sottolinea Marcello Turrini, dal primo ottobre scorso coordinatore del progetto Emporio. «I beni che non arriveranno più tramite l’Agea, infatti, dovremo andare ad acquistarli direttamente. Una situazione di cui abbiamo naturalmente informato tutti i partner del progetto: Caritas diocesana, Comune e Provincia di Prato, Fondazione Cassa di Risparmio. E questo richiederà un’attenta analisi da parte di tutti i promotori. Quello che si sta profilando impone che ci organizziamo, sia rafforzando la solidarietà del territorio, sia facendo un importante lavoro sul rifornimento. Ci sono prodotti che non ci arrivano dagli esuberi dei supermercati e che dobbiamo andare a comprare: occorreranno più risorse per l’Emporio. Dovremmo ad esempio diffondere sempre di più iniziative come quelle del Biscottificio Mattei (che destina all’Emporio un euro per ogni confezione da 250 grammi venduta) o del negozio Coppini Sport (che per ogni scontrino battuto nei suoi due punti vendita, in piazza Ciardi e via Franchi devolve un euro all’Emporio)». Proprio quello degli approvvigionamenti risulta, anche per i tagli annunciati, l’impegno prioritario per il «supermercato della solidarietà»: «Grazie a un progetto in collaborazione con l’associazione di categoria Federmanager – spiega ancora Turrini – abbiamo ad esempio un manager che viene qui a fare volontariato, a mettere a disposizione la sua esperienza, soprattutto proprio nella ricerca di aziende che collaborino con noi».In generale, il nuovo coordinatore tiene a sottolineare che la sua «sarà un’azione di continuità nel miglioramento continuo. La nuova sede di via del Seminario – spiega – permette di lavorare in modo migliore, con spazi sia per gli addetti sia per le iniziative collaterali. È partito ad esempio dopo le vacanze il servizio di baby parking, l’intrattenimento per i bambini delle persone che vengono a fare la spesa da noi, nella ludoteca donata da Ikea. C’è poi il progetto “Incontriamoci” dell’associazione Cieli Aperti, per fare azione di approccio interculturale, per gli italiani e gli stranieri, per favorire atteggiamenti attivi e positivi di inserimento sociale». Durante gli orari di apertura dell’Emporio ci sono dei mediatori culturali che colloquiano con le persone negli spazi di attesa, «facendo per tutti, italiani e stranieri, operazione di educazione a fare la spesa, informazione sui servizi sociali nel territorio e, per gli stranieri, sostegno linguistico».Nei prossimi mesi l’Emporio – nell’ambito della propria azione di educazione al consumo responsabile – lancerà anche un concorso fotografico. Mentre, spiega ancora Turrini, «sono previste anche iniziative nei confronti dei volontari, per sostenerli, gratificarli, formarli». E, ancora, va avanti il progetto di costituzione di una rete nazionale dei sei empori di questo tipo presenti in Italia. «Si tratta di un progetto importante, non solo per lo scambio di esperienze, ma anche per una maggiore efficienza gestionale (con la possibilità di strappare prezzi migliori) o anche di scambio di merci». Alunni volontari e lezioni «anti spreco»Le scuole entrano all’Emporio e l’Emporio entra nelle scuole. Torna per il secondo anno consecutivo il progetto «Meno spreco, più vita», realizzato dall’associazione Cieli Aperti in collaborazione con il «supermercato della solidarietà» di via del Seminario, e il finanziamento della sezione soci Coop di Prato. Le classi coinvolte quest’anno saranno una dell’Istituto professionale Datini (la II Dalt) ed una del Liceo di Scienze umane Rodari (la III HG). Come si svolge in concreto? «Questo progetto ha la particolarità di non essere svolto solo a scuola», spiega Anna Giannerini, consigliera dell’Emporio della solidarietà e della locale sezione soci Coop. «Si porteranno i ragazzi a fare volontariato all’Emporio: tre ore ogni 15 giorni, seguiti da un tutor. Vedranno l’attività che c’è, la preparazione, il magazzino. E a settimane alterne faranno, in classe, un’attività di riflessione e discussione con gli animatori di Cieli Aperti sul tema degli stili di vita, della sobrietà, della necessità di correggere le storture dell’attuale sistema economico». Contemporaneamente, le classi metteranno su insieme una performance teatrale (lo scorso anno lo stesso avevano fatto le classi del Keynes e di San Niccolò coinvolte).Spiega Stefania Rossi di Cieli Aperti: «Abbiamo deciso di proporre il progetto ad altre due scuole così da allargare, a rotazione, la partecipazione il più possibile. I riscontri dello scorso anno sono stati molto positivi. Anche con gli insegnanti e le famiglie. O con quanti erano inizialmente scettici sull’utilità di un’iniziativa del genere. Anche la rappresentazione teatrale è stata molto apprezzata ed il messaggio proposto è stato capito».

(dal numero 38 del 30 ottobre 2011)