Vita Chiesa

FAMIGLIA, CARD. CAFFARRA (ARCIVESCOVO BOLOGNA), A VALENCIA: CRISI SENZA PRECEDENTI

“La richiesta di equiparare negli ordinamenti giuridici matrimonio, unioni di fatto e convivenze omosessuali è il punto di arrivo coerente con una falsa concezione di laicità dello Stato”. Con queste parole l’arcivescovo di Bologna, card. Carlo Caffarra, ha aperto oggi a Valencia il Congresso internazionale teologico-pastorale, all’interno del V Incontro mondiale delle famiglie (1-9 luglio), tenendo una relazione su “Matrimonio e laicità dello Stato”. Il porporato ha osservato che “la percezione chiara del valore, della preziosità propria del matrimonio si va oggi gradualmente oscurando”, e ne è un esempio la risoluzione approvata dal Parlamento europeo a stragrande maggioranza il 18 gennaio scorso, “che invita ad equiparare le coppie omosessuali a quelle fra uomo e donna e condanna come omofobici gli Stati e le Nazioni che si oppongono al riconoscimento delle coppie gay”. Eppure, ha osservato l’arcivescovo, “la persona umana è uomo e donna”. “L’uomo è per la donna e la donna è per l’uomo – ha aggiunto – poiché solo uomo e donna dicono la verità intera della persona umana”. Gli attacchi all’istituto matrimoniale muovono da un “radicalizzazione del concetto di laicità” con alla base due presupposti: relativismo e universalità del consenso. Da una parte “nessuna concezione di vita buona è vera in alternativa alla sua contraria”, per cui si deve avere una “completa equiparazione fra matrimonio, coppie gay e unioni di fatto”.

Dall’altra parte, invece, si cerca di “organizzare la vita associata prescindendo imparzialmente dalle varie concezioni di vita buona, attraverso proposte universalmente condivisibili”. Pertanto “ogni ‘pezzo’ con cui è stato costruito l’edificio matrimoniale – coniugalità, genitorialità ecc. – deve essere sostituito da ‘pezzi’ non derivabili da nessuna concezione della sessualità. Non più ‘coniugi’, ma ‘partners’; non più ‘padri-madri’, ma ‘genitore A – genitore B’”. Ciò conduce, ha ammonito Caffarra, a “una messa in crisi senza precedenti dell’istituto matrimoniale, che accompagnerà la costruzione di una società di estranei gli uni agli altri”. “Il matrimonio è un istituto ‘fragile’ se non è sostenuto dalle leggi e dalle istituzioni” e “l’orientamento della ragione pubblica è decisivo per difenderlo”. “L’equiparazione tra matrimonio, unioni di fatto e coppie gay – ha precisato – costituisce una rinuncia a questa difesa, e quindi un’abdicazione alla promozione del bene umano comune”. Di fronte a questo scenario, santità e impegno educativo sono i rimedi possibili. “L’uomo resta affascinato e come rapito dalla bellezza e dalla santità”, ha affermato il porporato, ed è proprio un segno di santità “lo splendore dell’amore coniugale che rifulge oggi ancora in tante coppie, che disperderà la nebbia di ideologie devastanti”. In secondo luogo, ha concluso, occorre “ricostruire un forte legame educativo dentro e fuori le famiglie”, perché “educare significa introdurre alla realtà e la chiave che apre la porta è la ragione”.Sir