Vita Chiesa

FAMILY 2012, PAPA A SEMINARISTI E CONSACRATI: VERGINITA’ E CELIBATO NELLA CHIESA SEGNO LUMINOSO DI CARITA’

«Sono molto lieto di sostare un poco con voi! Rivolgo un affettuoso pensiero di saluto a tutti e a ciascuno in particolare, e vorrei farlo arrivare in modo speciale a quelli che sono malati e molto anziani». Lo ha detto, stamattina, Benedetto XVI, nella sua meditazione per l’Ora media con clero, seminaristi e consacrati nel duomo di Milano. Ad accoglierlo il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano, che nel suo saluto ha sottolineato: «Sulla scia di Ambrogio e di Carlo, i fedeli ambrosiani e anzitutto i fedeli consacrati hanno sempre coltivato con consapevole intensità il legame con Pietro. È questo legame anzi che assicura il respiro cattolico alla nostra Chiesa. L’apertura missionaria della Chiesa ambrosiana non si vede solo nell’imponente contributo della missio ad gentes, ma sta mostrando tutta la sua fecondità nell’assunzione del compito della nuova evangelizzazione, ormai imprescindibile anche in queste nostre terre». Presenti all’incontro anche i card. Tarcisio Bertone ed Ennio Antonelli e numerosi vescovi. Per l’occasione in duomo c’erano anche 300 claustrali.“In questo momento – ha affermato il Papa – viviamo il mistero della Chiesa nella sua espressione più alta, quella della preghiera liturgica. Le nostre labbra, i nostri cuori e le nostre menti, nella preghiera ecclesiale, si fanno interpreti delle necessità e degli aneliti dell’intera umanità”. La preghiera quotidiana della Liturgia delle Ore “costituisce un compito essenziale del ministero ordinato nella Chiesa. Anche attraverso l’Ufficio divino, che prolunga nella giornata il mistero centrale dell’Eucaristia, i presbiteri sono in modo particolare uniti al Signore Gesù, vivo e operante nel tempo”. “Il sacerdozio: quale dono prezioso!”, ha esclamato il Pontefice, che ha precisato: “Se Cristo, per edificare la sua Chiesa, si consegna nelle mani del sacerdote, questi a sua volta si deve affidare a Lui senza riserve: l’amore per il Signore Gesù è l’anima e la ragione del ministero sacerdotale”. In realtà, ha chiarito il Santo Padre, “non c’è opposizione tra il bene della persona del sacerdote e la sua missione; anzi, la carità pastorale è elemento unificante di vita che parte da un rapporto sempre più intimo con Cristo nella preghiera per vivere il dono totale di se stessi per il gregge, in modo che il popolo di Dio cresca nella comunione con Dio e sia manifestazione della comunione della Santissima Trinità. Ogni nostra azione, infatti, ha come scopo condurre i fedeli all’unione con il Signore e a fare crescere la comunione ecclesiale per la salvezza del mondo”. A braccio ha aggiunto: “Unione personale con Dio, bene della Chiesa, bene dell’umanità e nella sua totalità non sono cose distinte o opposte ma una sinfonia della fede vissuta”.“Segno luminoso di questa carità pastorale e di un cuore indiviso – ha evidenziato Benedetto XVI – sono il celibato sacerdotale e la verginità consacrata”. Facendo riferimento a Sant’Ambrogio, il Papa ha osservato: “Il Signore Gesù è stato la sua grande attrattiva, l’argomento principale della sua riflessione e predicazione, e soprattutto il termine di un amore vivo e confidente. Senza dubbio, l’amore per Gesù vale per tutti i cristiani, ma acquista un significato singolare per il sacerdote celibe e per chi ha risposto alla vocazione alla vita consacrata: solo e sempre in Cristo si trova la sorgente e il modello per ripetere quotidianamente il ‘sì’ alla volontà di Dio”. Il Pontefice ha ricordato anche che sant’Ambrogio “con intensità sorprendente predicò e coltivò la verginità nella Chiesa, promuovendo anche la dignità della donna”. In particolare ha ripreso un “celebre sermone alle vergini” di Sant’Ambrogio: “Cristo è tutto per noi: se desideri risanare le tue ferite, egli è medico; se sei angustiato dall’arsura della febbre, egli è fonte; se ti trovi oppresso dalla colpa, egli è giustizia; se hai bisogno di aiuto, egli è potenza; se hai paura della morte, egli è vita; se desideri il paradiso, egli è via; se rifuggi le tenebre, egli è luce; se sei in cerca di cibo, egli è nutrimento”.Rivolgendosi a consacrate e consacrati, il Santo Padre li ha ringraziati per la testimonianza e li ha incoraggiati: “Guardate al futuro con fiducia, contando sulla fedeltà di Dio che non manca mai e la potenza della sua grazia, capace di operare sempre nuove meraviglie anche in noi e con noi”. Nella Vergine Maria, ha proseguito, “possiamo riconoscere il ‘genere di vita verginale e povera che Cristo Signore si scelse per sé e che la vergine Madre sua abbracciò’, una vita in piena obbedienza alla volontà di Dio”. Non solo: “Maria, madre di Cristo, estende e prolunga anche in noi la sua divina maternità, affinché il ministero della Parola e dei sacramenti, la vita di contemplazione e l’attività apostolica nelle molteplici forme perseverino, senza stanchezza e con coraggio, a servizio di Dio e a edificazione della Chiesa”.Infine Benedetto XVI ha rivolto un ringraziamento a Dio “per le schiere di sacerdoti ambrosiani, di religiosi e religiose che hanno speso le loro energie al servizio del Vangelo, giungendo talvolta fino al supremo sacrificio della vita”. Alcuni di essi “sono stati proposti al culto e all’imitazione dei fedeli anche in tempi recenti”. “Per la loro comune intercessione – ha concluso il Papa – chiediamo fiduciosi al Datore di ogni dono di rendere sempre fecondo il ministero dei sacerdoti, di rafforzare la testimonianza delle persone consacrate, per mostrare al mondo la bellezza della donazione a Cristo e alla Chiesa, e di rinnovare le famiglie cristiane secondo il disegno di Dio, perché siano luoghi di grazia e di santità, terreno fertile per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata”. (Sir)