Toscana

Festa del babbo: Luca, 7 figli e un amore che si moltiplica

Volontario della Croce Verde dove ha conosciuto la moglie Rachele, giunta a Viareggio da Milano, aveva pensato di fermarsi a due ma poi anche la responsabilizzazione dei più grandi ha aiutato nella gestione familiare

La famiglia Bertozzi al completo

A casa Bertozzi – Sagramoso, a Viareggio, oggi sono in tanti a festeggiare il babbo. In nove, come sempre, stasera si ritroveranno intorno alla tavola: babbo Luca, mamma Rachele e i loro sette figli. In una società che mette al mondo sempre meno bambini, quella di Rachele e Luca è una scelta controcorrente, supportata da fede e determinazione.

«Lo scorso fine settimana abbiamo festeggiato 23 anni di matrimonio, io e Rachele ci siamo conosciuti il 6 giugno 2000, lei originaria di Milano era venuta a Viareggio per iscriversi al corso da volontaria per la Croce Verde, io ero istruttore, volontario sulle autombulanze. Da lì è iniziata la nostra storia, a settembre siamo andati insieme sulle Dolomiti per quello che è stato il nostro vero e unico viaggio di nozze, a marzo ci siamo sposati e a giugno del 2001 è nata la nostra prima bimba, Rebecca».

Luca Bertozzi, 46 anni geometra di Viareggio, è un uomo dalle mille passioni, dal volontariato al brevetto di volo, dalla pesca alla barca, ma la passione e l’amore più grande è quello per la sua famiglia e i suoi sette figli: Rebecca, 23 anni, Davide 20 anni, Anna classe 2009, Simone nato nel 2011, Francesco nato nel 2015, Pietro nel 2017 e la piccola Marta che a maggio compirà 4 anni. Tra la primogenita Rebecca e la piccola Marta, c’è una differenza di 19 anni.

«Dopo la nascita di Davide, il secondogenito, io non volevo più avere bambini, perché avere due bimbi era difficile, noi non avevamo grossi aiuti, i genitori di Rachele erano lontani, mentre i miei erano molto giovani e ancora lavoravano. Nel frattempo, Rachele si è laureata e ha iniziato a lavorare come ostetrica, ma nel 2008 in modo prematuro ci ha lasciati la mia mamma e questo evento ha cambiato la mia prospettiva. L’ultima sera che l’ho vista eravamo in ospedale, volevamo aspettare che fosse tornata a casa per dirle che sarebbe arrivata un’altra nipote, ma lei a casa non è più tornata e non lo ha mai saputo – racconta Luca -. Dopo quest’esperienza abbiamo deciso in modo ponderato di andare avanti con i bimbi, dopo la nascita della nostra terza bambina la gestione familiare è diventata più semplice. A livello economico è impegnativo ma allo stesso tempo abbiamo insegnato ai nostri ragazzi a essere responsabili ed essenziali, il fatto che Rachele abbia studiato pedagogia ci ha aiutato, senza di lei non sarei riuscito a farli crescere con quest’educazione e con i principi sani, riscontro che abbiamo anche dai professori dei ragazzi. Sulle decisioni importanti abbiamo portato avanti delle scelte univoche, quello che conta con i ragazzi è far sentire la nostra presenza ma anche infondere fiducia in loro stessi – continua Luca. – Quando hai uno o due bambini, concentri tutto su di loro, si crea pesantezza e accumulo di stanchezza, dal terzo in poi abbiamo notato che i due ragazzi più grandi hanno incominciato ad aiutarci nell’accudire la sorella più piccola e quelli che sono nati successivamente hanno avuto un esempio e un riferimento positivo, applicando in maniera naturale certe cose, man mano hanno cominciato a organizzarsi sempre prima in maniera autonoma e responsabile (ad esempio nel prepararsi i vestiti per la giornata successiva oppure nell’organizzarsi per fare i compiti), quando il numero dei figli aumenta l’amore si moltiplica e si materializza all’interno di te stesso in una quantità di ricchezza maggiore».

Luca e Rachele fanno parte dell’associazione Famiglie numerose, cercano di portare avanti la loro testimonianza per spiegare che una diversa idea di genitorialità è possibile, cercando di rasserenare gli altri genitori, Rachele ha anche scritto due libri su questa tematica, uno dal titolo «Non aver paura, mamma», l’altro che sarà pubblicato a breve.

«Nonostante gli inevitabili impegni dati dal lavoro e dalla gestione familiare, riesco a coltivare le mie passioni – spiega Luca – come quella grandissima per il volontariato e cerco di coinvolgere i miei figli “facendoli morire di invidia” in modo da dar loro degli stimoli con l’esempio, partendo dalle cose piccole come l’impegno civico. Le mie passioni sono condivise sempre da una parte dei ragazzi, mi fa piacere dar loro la possibilità di provare delle cose con noi. Quando è arrivata la nostra terza figlia, i ragazzi più grandi sono stati contrari per un quarto d’ora, ora invece non solo ci hanno fatto l’abitudine ma ne vorrebbero altri. Per noi la priorità sono sempre state le necessità dei bambini, ma ci riteniamo fortunati, abbiamo la nostra casa e il mio lavoro ci permette di vivere in tranquillità – conclude Luca -. Capisco che oggi portare avanti una famiglia con un unico stipendio e un salario basso, senza servizi è molto difficile, per questo con l’associazione delle Famiglie numerose portiamo avanti le nostre battaglie. Oggi tante coppie aspettano di essere pronte anche solo per avere il primo bambino, ma non si è mai pronti, noi andiamo in parrocchia a fare incontri con le giovani coppie e questo è un argomento ricorrente, cerchiamo di dare fiducia con il nostro esempio. Oggi la società è cambiata, non esistono più le grandi famiglie con le disponibilità dell’aiuto dei familiari, per noi la fede è stata un valore aggiunto, così come la provvidenza, quando ci siamo affidati, abbiamo avuto delle risposte oltre ogni nostra aspettativa».