Firenze
Festa del sacrificio: Gambelli, “un’occasione di rinsaldare la fede e la giustizia nel nome di Dio”
Di seguito il messaggio inviato dall'Arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli all'imam e alla comunità musulmana per la Festa del sacrificio che ricorre oggi

Carissimi, carissime,
‘Id al-Adha mubarak!
è il mio augurio a voi come Vescovo di Firenze a nome di tutta la nostra Chiesa. A me si uniscono anche coloro che lavorano a vario titolo per curare i rapporti tra cristiani e musulmani.
Si tratta per voi di una festa molto importante che accomuna i pellegrini alla Mecca e tutti i mussulmani nel mondo. In questa festa commemorate la fede e la sottomissione di Abramo al volere di Dio. Una festa che ricorda (Sura 37, 101-111) la disponibilità al sacrificio di sé di Abramo e del suo figlio, disponibilità accolta da Dio che sospende il sacrificio facendo trovare un ariete.
Tale festa è un momento di gioia per tutti, grandi e bambini, e di responsabilità nel crescere nella fede e nella giustizia.
Come afferma molto bene il Documento di Abu-Dhabi – firmato dall’Imam di Al Azhar, da Papa Francesco e confermato da Leone XIV – questa gioia e responsabilità è un compito comune e condiviso da musulmani e cristiani:
“In nome di Dio – باسمِ الله – che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa i valori del bene, della carità e della pace.
In nome dell’innocente anima umana che Dio ha proibito di uccidere, affermando che chiunque uccide una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità e chiunque ne salva una è come se avesse salvato l’umanità intera.
In nome dei poveri, dei miseri, dei bisognosi e degli emarginati che Dio ha comandato di soccorrere come un dovere richiesto a tutti gli uomini e in particolar modo a ogni uomo facoltoso e benestante.
In nome degli orfani, delle vedove, dei rifugiati e degli esiliati dalle loro dimore e dai loro paesi; di tutte le vittime delle guerre, delle persecuzioni e delle ingiustizie; dei deboli, di quanti vivono nella paura, dei prigionieri di guerra e dei torturati in qualsiasi parte del mondo, senza distinzione alcuna.
In nome dei popoli che hanno perso la sicurezza, la pace e la comune convivenza, divenendo vittime delle distruzioni, delle rovine e delle guerre.
In nome della» fratellanza umana «che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali.
In nome di questa, fratellanza lacerata dalle politiche di integralismo e divisione e dai sistemi di guadagno smodato e dalle tendenze ideologiche odiose, che manipolano le azioni e i destini degli uomini.
In nome della libertà, che Dio ha donato a tutti gli esseri umani, creandoli liberi e distinguendoli con essa.
In nome della giustizia e della misericordia, fondamenti della prosperità e cardini della fede.
In nome di tutte le persone di buona volontà, presenti in ogni angolo della terra”.
E conclude affermando:
“In nome di Dio – باسمِ الله – e di tutto questo, Al-Azhar al-Sharif – con i musulmani d’Oriente e d’Occidente –, insieme alla Chiesa Cattolica – con i cattolici d’Oriente e d’Occidente –, dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio”.
Nel senso di queste parole, spero davvero che questa festa del sacrificio sia per voi un’occasione di rinsaldare la fede e la giustizia nel nome di Dio per potere insieme, come cristiani e mussulmani, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, poter dare il nostro contributo: di responsabilità per una società più giusta ed equa, di amore per la convivenza di tutti e tutte, di accoglienza e cura di chi non ha nulla, di lavoro per la pace e la pacificazione tra le persone e i popoli.
Ricordiamoci dunque a vicenda nella preghiera, e ancora buona festa dell‘Id al-Qurbān a tutti voi.