Toscana

FESTA TOSCANA, SEDUTA SOLENNE CONSIGLIO REGIONALE ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE

Alberto Cairo avrebbe potuto diventare avvocato. Ma dopo gli studi in legge preferì “dedicarsi a qualcos’altro”. Ora, a 50 anni, vive a Kabul ed é responsabile del progetto ortopedico per l’Afghanistan. Don Renzo Rossi, invece, avrebbe potuto svolgere tutto il suo sacerdozio a Firenze, dov’era nato nel 1925. Scelse invece di portare la parola di Dio e anche un po’ di speranza nelle carceri brasiliane. Sono due delle tante facce del volontariato raccontate a Firenze, alla Festa della Toscana, dedicata appunto al donare e all’aiutare gli altri.

La Regione ha scelto di festeggiare la giornata clou dell’evento, in ricordo dell’abolizione della pena di morte da parte del granduca Pietro Leopoldo nel 1786, nella sala della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, così da omaggiare quel volontariato civile che vide la luce e prese consistenza con gli Angeli del fango di quarant’anni fa che salvarono Firenze dalla melma.

E proprio nella sala dove si è svolto il consiglio troneggiano dei pannelli fotografici che ricordano la devastazione dell’acqua del novembre 1966 e soprattutto le migliaia di volumi infangati e danneggiati. “Immagini – ha spiegato la direttrice della Biblioteca, Ida Fontana – scelte e messe apposta all’ingresso, perché i visitatori e gli studiosi sappiano cosa è accaduto”. C’é anche tempo, e lo fa il presidente della Regione Claudio Martini, per ricordare quanto la Toscana ripudi la pena di morte, tanto da istituire appositamente con legge regionale la Festa sei anni fa. “La salma di Gregory Summers, lo statunitense di 48 anni giustiziato in Texas lo scorso 25 ottobre che sarà sepolto a Cascina, in provincia di Pisa, per suo espresso desiderio dopo la fitta corrispondenza con alcuni studenti – ha annunciato Martini – sta arrivando in Toscana. E’ un altro esempio della contrarietà della Toscana per il tema della pena di morte, per capire quanto questo rifiuto è impresso nel dna dei Toscani”.

Ma la seduta è tutta votata al cuore della Festa di quest’anno, il volontariato, “declinato – ha affermato il presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini – in tutte le sue varie forme, dal volontariato civile a quello culturale, da quello sociale e assistenziale a quello della cooperazione internazionale”. “Fino al Novecento – ha aggiunto Nencini, che in apertura ha anche letto un messaggio del presidente del Senato Franco Marini, invitato a Firenze ma trattenuto a Roma dal voto sulla Finanziaria – la parola volontariato non era neppure nel dizionario, ma l’attività dei volontari già caratterizzava da secoli la Toscana e l’Italia”.

La Toscana ha scelto di premiare dieci rappresentanti del volontariato con il Gonfalone d’argento, massimo onorificenza dell’assemblea regionale. Tra loro anche gli stessi don Renzo, Cairo e Ad de Raad, coordinatore esecutivo dell’organizzazione dei volontari delle Nazioni Unite, “organismo – ha spiegato – che vede ogni anno impegnate 8000 persone, tutte volontarie, e di cui oltre la metà provengono e operano in paesi in via di sviluppo”.

Don Renzo ha parlato della sua esperienza nelle carceri brasiliane, dove ha trascorso 12 anni, e ha sottolineato come “il volontariato dovrebbe essere il compito di ogni uomo e ogni donna di buona volontà”. Cairo invece ha raccontato i suoi tredici anni in Afghanistan, dove ricostruisce arti maciullati dalle mine antiuomo e cerca di dare speranze, istruzione e lavoro a chi, oltre a gambe e braccia, ha perduto “anche un pezzo di cuore e di mente”. “Non siamo isole – ha concluso Cairo – ma viviamo in società, e la felicità e l’infelicità altrui ci tocca profondamente. La felicità di donare qualcosa agli altri è impagabile, e il premio dato a me spero serva a parlare un po’ più dell’Afghanistan: la cosa peggiore che possa capitare a quel paese è che venga dimenticato di nuovo”. (ANSA).

Toscana, la festa dei volontari