Firenze

Firenze: ai funerali di Primicerio il messaggio del card. Zuppi

L'arcivescovo Gherardo Gambelli ha letto il testo ai funerali nella pieve di Rifredi

‘Partecipiamo con profondo cordoglio al lutto della famiglia – ma anche della Città e dell’Arcidiocesi di Firenze – per la morte del Professor Mario Primicerio”. Sono le parole del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, inviate al funerale di Mario Primicerio e lette dall’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli che ha presieduto le esequie nella pieve di Santo Stefano in Pane a Rifredi, concelebrate anche dai cardinali Giuseppe Betori e Gualtiero Bassetti.

primicerio, scrive Zuppi, “è stato uno dei più stretti collaboratori di Giorgio La Pira, portando avanti per oltre sessant’anni il suo impegno per la pace e la solidarietà tra i popoli. Abbiamo avuto modo di apprezzare da vicino la sua passione e la sua carica profetica, imparate alla scuola di La Pira, in occasione dell’Incontro “Mediterraneo Frontiera di Pace” tenuto a Firenze nel 2022, a cui ha dato un importante contributo in termini di pensiero e di organizzazione. Ricordiamo ancora le sue parole entusiaste: “Fino a qualche tempo fa era impensabile che ci si ritrovasse fraternamente da ogni parte del Mediterraneo con sincerità e spirito di fraternità. In un certo senso, questo incontro è una profezia che si avvera. Nonostante tutte le tempeste, questo lago di Tiberiade tornerà a essere lo specchio in cui si possono incontrare i popoli del Mediterraneo”. Questa convinzione del Professore non era illusione, ma lascito per ciascuno di noi. Di questo ne siamo certi. Il suo sogno, e ancora prima il sogno di La Pira, per un Mediterraneo di pace ci impegna all’azione, a non arrenderci davanti alle logiche conflittuali che portano distruzione e morte. Il cristiano è un artigiano di pace, che dal suo cuore trae la forza di una pace disarmata e disarmante. E questo lui lo sapeva benissimo, vivendolo e testimoniandolo. Rendiamo, dunque, lode al Signore per la testimonianza di questo nostro fratello, mentre preghiamo per la sua anima affidandola alla misericordia del Padre”.

Nell’omelia, l’arcivescovo Gambelli ha parlato della fede di Primicerio, mai sbandierata ma sincera: ‘La sua speranza, la sua profonda capacità di saper leggere e interpretare i segni dei tempi, nascevano dalla convinzione che tutte le parole di Dio si sono compiute e si compiranno definitivamente in Gesù “.

Gambelli ha parlato della profezia di pace di Isaia, risuonata nelle letture: le armi che diventano falci e aratri. “Le parole di Isaia – ha affermato – costituiscono allora una delle due alternative possibili: darsi strumenti per risolvere le crisi e i conflitti internazionali e globali con gli strumenti del dialogo e del diritto, oppure scegliere la via della guerra e – mentre si annientano centinaia di migliaia vite e si seminano distruzioni, carestie e odio – mettere a repentaglio la vita del pianeta. Lottare contro il riarmo e operare per il disarmo, liberare risorse per la solidarietà internazionale e per la costruzione di società giuste vuol dire fare spazio alla prospettiva di Isaia. Una prospettiva possibile, a portata del nostro impegno e per la quale dobbiamo confidare nella presenza amorevole di Dio! Mario ha lavorato – come un operaio della prima ora e fino all’ultimo – in questa prospettiva di Isaia, e lo ha fatto nelle grandi come nelle piccole cose. Fra le grandi penso, ad esempio, al Forum per i problemi della pace e della guerra, al suo impegno come Sindaco di Firenze, come Presidente della Fondazione La Pira, ed anche – ultimamente – come membro del comitato scientifico dei convegni dei vescovi del Mediterraneo; le piccole cose sono note ai piccoli e a Dio ma costituiscono ora il tesoro più prezioso di cui Mario – questa è la nostra speranza cristiana – gode nella pienezza della vita promessa a tutti noi”.

Al termine del funerale hanno parlato il presidente della Toscana Eugenio Giani e la sindaca Sara Funaro sottolineando l’impegno di Primicerio per la città e per la pace. La presidente della Fondazione La Pira Patrizia Giunti ha ricordato il prezioso servizio alla guida della Fondazione stessa 24 anni.

Don Vincenzo Russo ha portato il saluto dell’opera Madonnina del Grappa.