Cultura & Società

Firenze, al Teatro Goldoni «L’importanza di essere Franco» in musica

Castelnuovo-Tedesco assegna ad ogni personaggio, ad ogni situazione, ad ogni idea, un tema conduttore, e lo fa con un impareggiabile senso colto e musicale dell’umorismo, alternando temi musicali o anche brevissimi incisi di propria creazione con innumerevoli citazioni tratte da opere di Verdi, Wagner, Mozart, Rossini, Donizetti, Massenet, ma anche da brani di Bach, Rimsky-Korsakov, Schumann, Schubert, Chopin, Debussy ed altri ancora fino alla canzonetta «It’s a long way to Tipperary»… Per esempio al personaggio dell’arcigna, avida, e rompiscatole zia Augusta, che compare sempre all’improvviso a guastare idilli, affida spesso e volentieri il tema terrificante dell’«Olandese Volante», mentre alla governante Miss Prism, autrice di un tragicomico scambio tra un bambino in una valigia ed un romanzo in una carrozzina (sic!) viene affibbiato «Il Trovatore«! Persino il cibo ed i servitori hanno un proprio motto!  È musicalmente caratterizzato, naturalmente, ciascun componente della doppia coppia dei giovani protagonisti: il quasi onesto John, che però si fa chiamare Jack a casa in campagna e Franco quando viene dall’amico Algernon in città, per muoversi in incognito ed essere un po’ più libero dalla responsabilità di tutelare la giovane Cecilia (che vive con lui, appunto, in campagna); la dolce ed un po’ tonta Guendalina, innamorata – ricambiata – di lui (anche se osteggiata dalla mamma Augusta), che lo ama soprattutto perché si chiama Franco, con grande imbarazzo di lui… Ed il furbo Algernon, cugino di Guendalina, amico di Franco, che scopre da lui l’esistenza di Cecilia credendola sua amante, ma non appena capisce chi è davvero, si precipita da lei in campagna per sedurla e non esita a farsi chiamare Franco a sua volta quando si rende conto che anch’essa è molto… sensibile a quel nome. Originale anche l’organico strumentale, che prevede, oltre agli 8 personaggi protagonisti (due tenori, due soprani, un mezzosoprano, un contralto, un baritono ed un basso), soltanto due pianoforti e strumenti a percussione.

La messa in scena di sabato 2 e domenica 3 marzo al Teatro Goldoni di Firenze (entrambe le recite sono alle 16:30) è il frutto di un lungo ed articolato progetto del Conservatorio Cherubini di Firenze, che mette in campo docenti e studenti dell’Alta Formazione in collaborazione, per queste rappresentazioni, con il Maggio Musicale Fiorentino: l’ideatore e coordinatore del progetto, Giovanni Del Vecchio, docente di Lettura della Partitura del Cherubini, sarà anche uno dei pianisti e sarà affiancato dalla collega  Antonella Bellettini all’altro pianoforte. Regista Francesco Torrigiani, aiuto regia Anna Tereshchenko, scenografo Gabriele Vanzini del Maggio.

Direttore lo studente laureando Gabriele Centorbi, della classe di Alessandro Pinzauti, mentre il doppio cast di cantanti sarà formato da Alessandro Agostinacchio, Gonzalo Godoy Sepulveda, Idil Karabulut, Vittoria Licostini, Francesco Lucii, Francesca Mercuriali, Claudio Mugnaini, Eleonora Ronconi, Eva Maria Ruggieri, Silvia Spessot, Magdalena Urbanowicz, Ming Yu Zhang, Claudio Zazzaro, studenti delle classi di canto dei Professori Castriota, Debolini, De Lisi, Di Gennaro, Fabbrini e Taddei.

Pianista collaboratore Lorenzo Masoni, della classe del Prof. Bargagna. Percussionisti Niccolò Crulli ed Alberto Marcantonio della classe del Prof. Fontana. Per i costumi ci si è avvalsi della collaborazione del Teatro «Sacco» di Savona.

 

Per informazioni e prenotazioni: serviziocortesia@maggiofiorentino.com – 055 200 1278