Firenze

Firenze, il silenzio della cattedrale. Ma liturgie e confessioni proseguono come sempre

Dalla posa della prima pietra, l’8 settembre del 1296 sono trascorsi più di settecento anni. In piazza Duomo, la cattedrale di Santa Maria del Fiore continua imponente e silenziosa a osservare la storia degli uomini e delle donne attraverso questi lunghi secoli. Oltre alla bellezza architettonica e al valore artistico, la cattedrale di Firenze racconta una storia sacra, di liturgie, di incontri tra l’umano e il divino, di preghiere cantate o sussurrate agli altari per ringraziare o per chiedere una grazia; una lunga storia di fede attraverso epoche diverse, fatte di gioie e drammi!

Monsignor Giancarlo Corti, vicario generale dell’arcidiocesi fiorentina, è anche proposto del duomo: a lui abbiamo fatto alcune domande proprio per capire il valore che la cattedrale ha per la città e per la diocesi, in questo tempo di pandemia.Come e quanto sono cambiate, in questi mesi, le celebrazioni in Duomo?«La liturgia in cattedrale ha molto risentito della pandemia. Oltre alla chiusura totale dello scorso marzo, anche dopo la ripresa delle celebrazioni con il popolo è mutata la vita del centro storico completamente deserto, senza più turisti. Nei fine settimana, tra il sabato e la domenica, passavano dalla cattedrale circa 1500 persone e più della metà erano turisti. Specialmente nelle festività, con i ’ponti’, moltissimi erano i turisti italiani che frequentavano il duomo per le varie celebrazioni, intere famiglie. Questa mancanza di persone si percepisce nel grande silenzio che avvolge l’interno e l’esterno del duomo, mentre eravamo abituati al flusso incessante di persone tutti i giorni. Certo la presenza dei canonici è sempre la stessa e assicura la preghiera corale, le lodi, i vespri, la Messa cantata; il Capitolo assicura la liturgia, ed essendo la Cattedrale la chiesa del vescovo, la sua presenza è assicurata per presiedere celebrazioni importanti come la messa per la prima domenica di Avvento, prima liturgia con la nuova traduzione del Messale Romano».Il duomo è anche il luogo in cui molti si accostano al sacramento della confessione. È cambiato qualcosa? «In Duomo il servizio delle confessioni non è mai venuto meno, tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 18.30 ed è importante perché i fiorentini sanno che in Duomo come alla Santissima Annunziata, possono sempre trovare un sacerdote pronto ad accoglierli con il perdono del Signore. La confessione è principalmente questo, accoglienza della persona che cerca e chiede il perdono del Signore e alla quale dare misericordia e la certezza di essere amata da Dio; proprio in questo senso mi vengono in mente le parole del profeta Isaia che abbiamo ascoltato nella prima domenica di Avvento: “Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani”. Nelle persona che chiede il sacramento del perdono c’è una consapevolezza di fragilità che va al di là della situazione attuale del Covid, ma direi che è prerogativa dell’uomo e della donna di ogni epoca!»Questa presenza costante dei sacerdoti del Capitolo del duomo è anche segno di consolazione per i più fragili, e non solo per loro?«Certo, è un segno quanto mai importante e dobbiamo ringraziare l’Opera di Santa Maria del fiore che permette alla cattedrale di essere aperta ai fedeli tutti i giorni per la preghiera, le confessioni e le celebrazioni, dalle 7 di mattina alle 19.30 di sera».Il Duomo con i suoi marmi, con la sua sacra immensità, continua a essere presente anche oggi nella vita di tanti in cerca di pace e di Dio!