Cultura & Società

FIRENZE, L’UNITA’ ITALIANA E LE CITTA’, IL MESSAGGIO DI GIORGIO LA PIRA

“Le città sono la frontiera su cui giocarsi il futuro”. Con queste parole il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha riassunto oggi il senso dell’eredità di Giorgio La Pira che – ha detto – “da un punto di vista politico è attuale non solo per la sua visione internazionale, ma nell’idea che le città non sono un ammasso indistinto di pietre, ma esperienza viva: non consumatori e utenti, ma un popolo. E qual è il luogo dove una comunità può riscoprire se stessa se non la città?”, ha aggiunto Renzi, che è intervenuto al convegno “l’Unità italiana e le città: il messaggio di Giorgio La Pira” che si è svolto oggi nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Precisando che “oggi c’è bisogno di Firenze più che nel 1951, perché rappresenta quei valori universali come la bellezza di un città del mondo che La Pira voleva in modo puntuale”.Renzi ha discusso sul ruolo delle città con il sindaco di Brindisi, Domenico Minnitti. “Le città rappresentano un grande patrimonio anche nella loro diversificazione – ha detto Minnitti – . La Pira lanciò questo messaggio anche simbolicamente quando fece la scelta di lasciare Roma per fare il sindaco di Firenze”. L’esponente politico pugliese ha aggiunto che “oggi, in tempi di crisi, il ruolo del sindaco è diventato anche più importante. Se si impoverisce il dibattito politico si impoveriscono anche le questioni di carattere amministrativo”. Minnitti si è detto favorevole alla realizzazione di un federalismo “in una forma che non veda prevalere interessi su altri. Se il federalismo potesse essere costruito su binari adeguati di decentramento e funzionamento potremmo anche accettarlo”, ha concluso.Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, professore all’Università San Raffaele di Milano, ha lanciato un pressante allarme su quello che sta per succedere a causa di una riforma federalistica profondamente errata: “Il prossimo Parlamento rischia di essere una Camera delle rivendicazioni territoriali, dove leghisti più o meno mascherati del Nord e del Sud si batteranno per conquistare il massimo per il proprio territorio”. Si tratta di una svolta pericolosa di fronte alla quale ci troviamo quella di “una rappresentanza sfasciata” in mezzo “a tensioni sociali esplosive”. Un rischio che secondo il docente veneziano, Cacciari si può ancora evitare, se ci sarà un’alleanza virtuosa fra i rappresentanti degli enti locali insieme ai prefetti che hanno un ruolo di coordinamento, cooperazione e razionalizzazione, se si procederà a una riforma di sistema imperniata sull’ente locale, ma non solo procedente da esso, con competenze chiaramente definite, senza sovrapposizioni e con una certezza: quale finanziamento per quale funzione. Tutto ciò è ben lungi dall’essere soddisfatto dalla legge sul federalismo fiscale”. In queste condizioni si rischia di portare il Paese alla “dissoluzione di quell’uno che non c’è mai stato”. Il convegno ha visto la partecipazione fra gli altri di Alberto Monticone (Università LUMSA – Roma), Bruna Bocchini Camaiani (Università di Firenze); Cosimo Ceccuti (Fondazione Giovanni Spadolini), Antonio Paolucci (Direttore dei Musei Vaticani), Massimo Carli (Università di Firenze), Paolo Padoin (Prefetto di Firenze), Andrea De Martino (Prefetto di Napoli) e Ginevra Cerrina Feroni (Università di Firenze). I lavori sono stati conclusi dal costituzionalista Valerio Onida. (cs)