Cultura & Società

FIRENZE, PRESENTATA BIOGRAFIA SU MONS. ENRICO BARTOLETTI, IL «MOSE’ DEL CONCILIO»

Enrico Bartoletti è stato uno dei protagonisti per la Chiesa nella preparazione e nello svolgimento del Concilio Vaticano II, momento fondamentale per la dottrina cattolica novecentesca. Ma è stato soprattutto uomo di fede, di carità e di pensiero carismatico, nonché di apertura verso il mondo laico e non cattolico. Della sua indimenticabile figura si è discusso oggi a Palazzo Panciatichi, durante la presentazione del libro “Enrico Bartoletti – Vescovo del Concilio – Testimone di speranza” (Paoline editoriale libri), a cura del giornalista e scrittore Valerio Lessi. Un libro “pregevole, che fa del bene”, secondo il consigliere regionale Severino Saccardi, il quale ha ricordato anche che “Lessi è uno specialista nel campo delle personalità del mondo ecclesiale. Le sue scelte ricadono tutte sulle espressioni migliori del mondo ecumenico. Uomini di fede militante ma anche di dialogo, che si sono guadagnati il rispetto di tutti, cattolici e non”.Di primo piano le personalità invitate a partecipare all’evento, fra cui l’Arcivescovo emerito di Firenze, il cardinale Silvano Piovanelli, il pievano di Sesto Fiorentino, mons. Silvano Nistri ed il giornalista Giovanni Pallanti. Presenti anche l’autore e don Andrea Bellandi, Preside della facoltà teologica dell’Italia centrale.“Bartoletti fu fondamentale per il traghettamento della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II. Ma la sua personalità – ha riferito ancora Saccardi – lo ha portato a non salire sul palcoscenico della ribalta. Questo è il timbro particolare dell’uomo Bartoletti, che Lessi definisce giustamente il Mosè del Concilio”.Nel libro vengono ripercorse le tappe fondamentali della vita del vescovo: dalla vocazione al ruolo ricoperto nella Firenze del cardinal Dalla Costa, di don Giulio Facibeni e di Giorgio La Pira; dall’arrivo a Lucca come vescovo ausiliare, alla sua partecipazione al Concilio, fino agli ultimi anni al segreteria alla Cei. Bartoletti, molto legato a Papa Paolo VI, fu uomo di credo, ma anche di collaborazione con le istituzioni, attento ad aprirsi alle istanze degli altri. Pensiero espresso anche dal consigliere Saccardi, che ha concluso affermando: “la Chiesa e la città hanno un senso, e trovano la loro ragion d’essere se e solo se tengono aperte le loro finestre sul mondo”. (cs)