Vita Chiesa

FUNERALI PATRIARCA DAOUD; CARD. SODANO: GRANDE CULTORE DELL’UNITÀ DELLA CHIESA

«Una vita tutta spesa al servizio della Chiesa»: così il card. Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, ha definito la vicenda terrena del card. Ignace Moussa I Daoud, morto il 7 aprile a Roma a 82 anni. ”Un giorno lontano – ha detto il card. Sodano nell’omelia della messa celebrata oggi nella Basilica di S. Pietro – aveva sentito una voce misteriosa che gli diceva: ‘Vieni e seguimi’ ed egli, all’età di 24 anni, era diventato sacerdote di Cristo. Più tardi, all’età di 47 anni, accettava la responsabilità episcopale, guidando dapprima la comunità sira del Cairo in Egitto e poi quella più impegnativa nell’arcieparchia di Homs, fino a quando, all’età di 64 anni, nel 1998, fu chiamato al governo dello stesso Patriarcato”. Poi, a 70 anni, “una svolta importante nella sua vita”, quando Giovanni Paolo II “lo chiamò a Roma, accanto a sé, affidandogli la guida della Congregazione per le Chiese Orientali e creandolo poi cardinale”. “Pochi giorni fa – la testimonianza personale del porporato – io avevo ancora avuto la gioia di salutarlo nel suo letto di dolore nella clinica Pio XI, mentre egli stava offrendo al Signore la sua sofferenza per il bene della Santa Chiesa e soprattutto per l’unità di tutti i cristiani nell’unico ovile di Cristo”. Come Patriarca di Antiochia dei Siri – ha proseguito il card. Sodano – aveva assunto il nome di Ignazio, “nel ricordo del grande cultore dell’unità della Chiesa. Antiochia era allora una grande città della Siria. Lì i discepoli di Cristo avevano iniziato a denominarsi cristiani. Di là, dopo Gerusalemme, nacque poi il grande slancio missionario della Chiesa nascente, ove tutti erano uniti in ‘un’anima sola ed in un cuor solo’”. Per questo “grande ideale di unità” era poi sorto l’attuale Patriarcato di Antiochia dei Siri: “Continuando il solco tracciato dai suoi predecessori – ha sottolineato il card. Sodano – il Patriarca Daoud si impegnò sempre per tale unità dei cristiani, in particolare come Capo della Chiesa patriarcale di Antiochia e poi come Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali”. “Per amore della sua sede patriarcale, egli ha poi voluto essere sepolto a Beirut, insieme ai suoi compianti Predecessori del Patriarcato Siro”, ha riferito il decano del Collegio cardinalizio. (Sir)