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Gerusalemme: Patriarcato latino, «ogni soluzione unilaterale non è una soluzione»
«Ogni soluzione unilaterale non può essere considerata una soluzione. Gerusalemme, infatti, è un tesoro dell’intera umanità. La discussione su Gerusalemme non può essere ridotta semplicemente a disputa territoriale e sovranità politica, precisamente perché Gerusalemme è un unicum, è patrimonio del mondo intero, ha una vocazione universale che parla a miliardi di persone nel mondo, credenti e non». Così il Patriarcato latino di Gerusalemme commenta la decisione del presidente Usa, Donald Trump, di riconoscere Gerusalemme capitale dello Stato di Israele.
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In una nota, diffusa ieri sera, il Patriarcato latino di Gerusalemme esprime preoccupazione «per le violenze che potrebbero scatenarsi e le imprevedibili conseguenze» e invita a «non creare nuovi pretesti per altra violenza in Medio Oriente, ma a preservare nella Città Santa lo Status Quo, che dovrebbe garantire gli equilibri tra le comunità religiose delle tre fedi e tra le due parti della città, ma che in realtà è già stato intaccato da tempo». Per il Patriarcato latino la questione è molto chiara: «Ogni rivendicazione esclusiva – sia essa politica o religiosa – è contraria alla logica propria della città. Ogni cittadino di Gerusalemme e ogni persona che giunge ad essa in visita o pellegrinaggio dovrebbe essere messo nella condizione di percepire e appropriarsi in qualche modo del messaggio di dialogo, coesistenza e rispetto che la Città Santa richiama e che spesso noi feriamo con il nostro comportamento. Gerusalemme è una città che deve accogliere, dove gli spazi si devono aprire e non chiudere. Da troppo tempo i suoi abitanti sono ostaggio di queste continue tensioni che ne snaturano il carattere».
«Non vi è nulla – si legge nel comunicato – che possa impedire a Gerusalemme, nella sua unicità e unità, di diventare il simbolo nazionale dei due popoli che la rivendicano come loro Capitale. Israeliani e Palestinesi dovrebbero raggiungere un accordo che corrisponda in qualche modo alle loro legittime aspirazioni e che rispetti i principi di giustizia. Decisioni unilaterali che cambino l’attuale configurazione della città non porteranno beneficio, ma solo nuove tensioni e allontaneranno possibilità di pacificazione». Ma se Gerusalemme è sacra per ebrei, cristiani e musulmani, «è sacra – ribadisce il Patriarcato latino – anche per molti popoli di ogni parte del mondo, che guardano ad essa come loro capitale spirituale, che giungono ad essa come pellegrini, per pregare e incontrare i loro fratelli nella fede. Il carattere sacro di Gerusalemme non si limita solo ai singoli siti o monumenti, come se questi potessero essere separati l’uno dall’altro o isolati dalle rispettive comunità, ma coinvolge Gerusalemme nella sua interezza, i suoi Luoghi Santi e le sue comunità, con i loro ospedali, scuole, attività di carattere culturale e sociale». Per questi motivi «le due parti dovrebbero fare in modo di conservare l’attuale carattere universale della città e di adoperarsi perché essa resti il luogo nel quale ebrei, cristiani e musulmani continuino ad incontrarsi lungo le vie della Città Vecchia, ciascuno con la propria mentalità e tradizioni, legate in modo così unico le une alle altre». La discussione su Gerusalemme, conclude il Patriarcato latino, «non può essere ridotta semplicemente a disputa territoriale e sovranità politica, precisamente perché Gerusalemme è un unicum, è patrimonio del mondo intero, ha una vocazione universale che parla a miliardi di persone nel mondo, credenti e non. Una soluzione realistica al problema di Gerusalemme non può non includere tutti questi elementi».