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Giornata del Rifugiato, Caritas italiana dedica un dossier alla loro condizione nel mondo con un focus sull’Iraq

Alla vigilia della Giornata mondiale del Rifugiato, che si celebra domani, 20 giugno, Caritas Italiana dedica il suo 57° Dossier con Dati e Testimonianze (DDT) agli “Sfollati. Uomini, donne e bambini profughi nel proprio Paese”, con un focus dedicato alla situazione dell’Iraq, paese in cui sostiene da anni interventi in favore degli sfollati ed altre fasce vulnerabili della popolazione in collaborazione con Caritas Iraq ed altre realtà della Chiesa locale.

Sempre oggi si è svolto in streaming la conferenza stampa di chiusura del Festival Sabir Oltre – Edizione Straordinaria Online, del quale Caritas Italiana è stata tra gli organizzatori insieme ad ARCI, ACLI e CGIL. I promotori, oltre ai dati di partecipazione di questa edizione online, hanno illustrato i contenuti del documento finale “Sabir, un nuovo lessico comune per un Mediterraneo dei diritti”, con le principali proposte e richieste emerse dai 38 incontri, dibattiti.

Nel dossier, Caritas Italiana si sofferma anche su come, dati UNHCR, siano quasi 80 milioni le persone costrette a lasciare le proprie terre e trovare rifugio in uno stato estero o all’interno del loro Paese. Un incremento notevole rispetto al 2018, quando erano 70,4 milioni.

Moltissimi vivono situazioni di sfollamento prolungato che possono tramutarsi in una condizione cronica. Gli sfollati interni in particolare sono nel mondo 50,8 milioni. Il numero più alto di sempre. Nel linguaggio umanitario sono chiamati Internal Displaced People (IDP), profughi costretti ad abbandonare le loro case ma che restano nella propria nazione. Di queste, evidenzia Caritas Italiana, oltre 45 milioni dovuti a conflitti armati e violenze. Il numero di profughi interni a causa delle guerre supera di gran lunga quello dei rifugiati e richiedenti asilo (i profughi accolti all’estero).

Il dossier, riprendendo anche i dati di indagini di Caritas Iraq sui giovani, analizza nello specifico la situazione dei 1,6 milioni di profughi interni in Iraq, sfollati a causa dell’Isis che nel 2014 conquistò la città di Mosul e la Piana di Ninive, generando all’apice del conflitto circa 6 milioni di sfollati. Persone che hanno paura di tornare nelle proprie case e che a fatica riescono ad immaginare un futuro felice.

Durante gli ultimi quaranta anni, evidenzia ancora il dossier, “hanno inoltre subito quattro guerre, dieci anni di embargo, otto anni di occupazione militare straniera e nove di terrorismo interno sfociato in una vera e propria guerra civile, non ancora del tutto sopita.

Obiettivo del DDT, anche attraverso testimonianze dirette, è dunque dare voce a storie di sofferenza, spesso dimenticate dalla comunità internazionale, concentrata a difendersi dai profughi che oltrepassano i confini. Ed è proprio a loro, agli sfollati interni, che papa Francesco ha scelto di dedicare la 106esima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebrerà il prossimo 27 settembre, sul tema: “Come Gesù, costretti a fuggire”.