Toscana

Giovani del Mediterraneo: pace da costruire insieme

Intervista a Pilar Shannon, rappresentante della Chiesa cattolica all'interno del Consiglio che si è riunito a Fiesole

Pilar Shannon Perez Brown ha 27 anni, viene da Madrid dove vive e lavora nel settore delle Risorse Umane ed è la rappresentante della Chiesa cattolica romana all’interno del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo. Il Consiglio, istituito nel 2023, si è riunito a Fiesole dal 1 al 4 settembre per poi recarsi a Roma, dove ha incontrato il Papa. Con Pilar abbiamo parlato dell’evoluzione del Consiglio e delle sue prospettive per il futuro.

A due anni dalla sua istituzione, com’è cambiato il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo?
«Ci sono stati miglioramenti sotto molteplici aspetti. Nel corso degli anni abbiamo creato i regolamenti, conosciamo i paesi che rappresentiamo, abbiamo membri che li rappresentano. Ora abbiamo una visione e una missione chiare per il Consiglio. Abbiamo sviluppato diversi progetti che stiamo cercando di implementare confrontandoci costantemente. Tutto questo ha richiesto tempo, dialogo e conoscenza reciproca. Siamo infatti diventati più vicini, amici prima ancora che colleghi. Ci conosciamo meglio che mai e, conseguentemente, lavoriamo insieme meglio che mai».

Quali sono i punti di forza del Consiglio?
«Penso probabilmente l’impegno di tutti coloro che fanno parte del Consiglio con il loro essere giovani, legati dal nostro servizio nelle e per le nostre comunità. Inoltre, siamo tutti uniti in Cristo con la nostra fede, possiamo condividere momenti di preghiera, Messa, e questo rende il Consiglio sempre più forte e radicato. Infine, ognuno qui può essere ed è un leader, quindi abbiamo tutti idee diverse, sappiamo come migliorare veri aspetti in base alle competenze, abbiamo tutti la passione di costruire un Mediterraneo di pace; quando si uniscono i punti di forza e i talenti di tutti, si crea una forza inarrestabile attraverso la grazia di Dio».

E riguardo alle guerre in corso nel Mediterraneo, alla crisi, alle migrazioni, quali potrebbero essere le possibili azioni del Consiglio a riguardo?
«Innanzitutto, soffriamo con i nostri fratelli e sorelle che stanno vivendo un conflitto, ed è per questo che uno dei principali motori del Consiglio è costruire un mare di pace, e l’idea è di farlo con i nostri progetti. Abbiamo la Preghiera per la Pace, una preghiera con intenzioni diverse per tutti i membri del Consiglio, che dice “Sono con voi anche se non sono lì”. Non siamo una forza politica con il potere di porre fine alle guerre, ma abbiamo il potere di appellarci a Dio, e chiedergli di porre fine alle sofferenze. Promuoviamo anche il dialogo interreligioso, gli scambi culturali, le testimonianze attraverso i social media, e questo aiuta anche i giovani che soffrono nei conflitti a non sentirsi così soli, a pensare che c’è un futuro migliore e una speranza per esso. Possiamo iniziare a costruire questo futuro nel presente, ed è così che stiamo agendo, ispirati dal desiderio che tutti abbiano una vita pacifica e prospera. Ma la situazione attuale è terribile, e vogliamo davvero dire a tutti che non sono soli, che siamo insieme in questo».

Parlando dei progetti in corso, cosa avete in programma?
«Abbiamo elaborato progetti molto diversi: da un lato abbiamo la Preghiera per la Pace, che faremo fino a luglio in ogni Paese, e abbiamo in programma di realizzare alcune azioni per far sapere a tutti i giovani cattolici che questa preghiera viene recitata in tutto il Mediterraneo, per una maggiore unità. Inoltre, vorremmo implementare l’iniziativa Photomarathon in altri Paesi, dopo il Libano di questo agosto, per promuovere il dialogo e lo scambio culturale. Stiamo anche cercando di portare avanti il campo interreligioso, ispirato al campo La Vela dell’Opera La Pira. Vogliamo espandere la nostra presenza sui social media con diversi tipi di contenuti sull’educazione alla fede. Ci aspetta anche il Siloe Film Festival 2026, un ottimo modo per mostrare attraverso l’arte un Mediterraneo che può costruire ponti».

Dove vede il Consiglio tra due anni?
«Penso che il Consiglio sarà molto, molto influente, pianterà molti semi di speranza e pace nelle persone. Credo che i progetti siano molto efficaci e avranno un impatto duraturo. Quindi vedo il Consiglio crescere sempre di più, con uno scopo più profondo, progetti che sono migliorati, perché tutti impariamo dagli errori, tutti impariamo da ciò che stiamo facendo»