Grosseto
Giubileo giovani: 40 ragazzi di Grosseto partiti per Roma
Fino a domenica vivranno esperienze forti di incontro, preghiera, riflessione, testimonianza

Poco meno di quaranta giovani della diocesi di Grosseto sono partiti questa mattina per Roma dove, fino a domenica 3 agosto, vivranno l’esperienza dei Giubileo. A loro venerdì si uniranno altri dieci giovani-adulti, assieme a don Stefano Papini, sacerdote incaricato della pastorale giovanile della Conferenza Episocpale Toscana, per partecipare alla serata dei giovani toscani, alla veglia e alla Messa conclusiva con papa Leone XIV.
I ragazzi di Grosseto, provenienti dall’Azione cattolica del Cottolengo e dalla Gioventù Francescana di Santa Lucia, sono accompagnati da Michele Zamattia, quale responsabile dell’ufficio diocesano di pastorale giovanile. Con loro anche padre Valerio Mauro. Alloggeranno presso il gruppo famiglia di Nomadelfia, che ha una presenza a Roma in zona Monte Mario. Da lì poi, giornalmente, si muoveranno per partecipare ai tanti momenti in programma. In queste ore stanno arrivando nella Capitale 70mila giovani da tutte le diocesi d’Italia e decine di migliaia da tutte le parti del mondo, per questo raduno che porterà a Roma non meno di un milione di giovani dai 18 anni in avanti.
I 70 mila ragazzi delle diocesi italiane saranno accompagnati da 120 vescovi. Tra loro anche mons. Bernardino Giordano, che mercoledì 30 e giovedì 31 luglio sarà uno degli animatori delle “12 parole di speranza” in altrettante chiese giubilari di Roma. I giovani, oltre a prendere parte agli appuntamenti del calendario ufficiale – la Celebrazione di benvenuto il 29 luglio, le Confessioni il 1° agosto, la Veglia e la Messa il 2 e il 3 agosto – i gruppi italiani potranno vivere alcuni momenti particolari, pensati appositamente per loro. Nell’intera giornata del 30 luglio e nella mattinata del 31 luglio, si ritroveranno, come detto, in 12 chiese della città per riflettere e confrontarsi su una delle “12 parole per dire speranza”, insieme a testimoni e Vescovi. A San Francesco Saverio alla Garbatella, si parlerà di “coraggio”, a San Gregorio VII di “soglia”, a San Filippo Neri in Eurosia di “riscatto”, a Santa Croce in Gerusalemme – dove sarà il vescovo Bernardino – di “abito”, a Santa Maria in Vallicella di “responsabilità”, alla Natività di Nostro Signore Gesù Cristo di “coscienza”, a Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di “senso e consenso”, al Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio di “scoperta”, a San Pietro in Vincoli di “promessa”, a Santa Maria Regina degli Apostoli alla Montagnola di “popolo”, a San Giuseppe al Trionfale di “gioia piena”, a Ognissanti di “abbraccio”. San Giovanni Battista dei Fiorentini ospiterà le attività per le persone con disabilità: tutti gli eventi saranno accessibili in Lis (Lingua italiana segni), attraverso audiodescrizioni e testi in Caa. Inoltre i giovani toscani (circa 1700) venerdì a partire dalle 18 si ritroveranno presso i padri passionisti al Celio per un pomeriggio-sera di incontro sulle ultime parole di Gesù sulla croce e un tempo di amicizia. Con loro una decina di vescovi e molti sacerdoti, religiosi e religiose.
Poi sabato sera la grande veglia con papa Leone a Tor Vergata, nella stessa spianata dove 25 anni fa Giovanni Paolo II, già gravemente malato, accolse quasi 2 milioni di giovani e pronunciò la frase rimasta nel cuore di tanti: “Vedo in voi le sentinelle del mattino”. Sempre a Tor Vergata papa Leone domenica 3 agosto presiederà la Messa conclusiva del Giubileo dei giovani.
Emozionato Michele Zamattia, 30 anni, insegnante di scuola dell’infanzia, sposato e babbo di una bambina di due anni: “Per me è la prima volta come responsabile del servizio diocesano di pastorale giovanile – racconta – e nonostante non abbia, in passato, mai partecipato alle Gmg, ho vissuto tante esperienze anche come responsabile nella Gioventù francescana. Stavolta però è diverso perchè sento di avere la responsabilità di accompagnare la Chiesa giovane di Grosseto rappresentata in questo Giubileo, di favorire il più possibile un clima di fraternità e di amicizia fra tutti i ragazzi perchè sia un’esperienza fruttuosa per tutti. Mi mancherà non avere don Stefano Papini vicino: ero abituato in questi anni a fargli da spalla, ma saremo vicini grazie al telefono e soprattutto alla preghiera, in attesa di vederci venerdì”.