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GOVERNO: CRISI PILOTATA PER INGRESSO UDC? PER PREMIER NON E’ PIU’ TABU’

(ASCA) – Crisi pilotata per favorire l’ingresso dell’Udc in una nuova squadra di governo? Adesso, per il Cavaliere, non è più un tabù. Incassato il doppio voto di fiducia (molto più pesante, politicamente, quello di Montecitorio), Silvio Berlusconi apre uno spiraglio alla possibilità. Certo, “dovremo valutare” l’ipotesi, magari d’intesa con gli alleati (chiaro il riferimento alla Lega Nord, da sempre restia ad un ritorno di fiamma con gli uomini di Pier Ferdinando Casini, anche se oggi il Senatur ha fatto cadere il suo “veto”), ma è comunque la prima volta che il presidente del Consiglio “non esclude a priori” che si possa giungere a quella soluzione, evitando così anche i rischi di un ritorno anticipato alle urne. Così, incalzato più volte da Bruno Vespa, durante la presentazione alla stampa del suo ultimo libro, ‘Il cuore e la spadà, Berlusconi sembra aver accelerato sulla trattativa con i centristi, rimasti piuttosto freddini, però, per il momento. Ma ci sarà tempo per capire quanto sia davvero concreta l’ipotesi ‘scippata’ al premier da Vespa, visto che l’eventuale intesa difficilmente potrebbe concretizzarsi a breve. Per adesso, tra l’altro, l’apertura diretta del premier a dimissioni e reincarico garantito (di questo si parla), si scontra con il ‘niet’ di Casini. “Per dar vita ad un governo di responsabilità più ampio abbiamo chiesto a Berlusconi di dimettersi prima o dopo il voto alla Camera. Ha ritenuto di non ascoltare il nostro consiglio. Peraltro – aggiunge il leader dell’Udc – ha ottenuto la fiducia che voleva per tre voti e ora ha solo il dovere di governare”. “Se non sarà in grado di farlo – prosegue Casini – si è lasciata aperta solo una strada: costringere irresponsabilmente il Paese alle elezioni. Sia chiaro che in quel caso siamo pronti a presentare agli italiani una proposta di governo alternativa al Pdl e al Pd”. Insomma, si parte da posizioni distanti. Ma non è detto che, convinto di poter dare così il colpo di grazia a Gianfranco Fini, il Cavaliere non riesca a toccare le corde giuste, durante la pausa natalizia, per chiudere la partita. E portare a casa l’agognata unità dei moderati.