Firenze

“Grandi Chef, Grandi Cuori”: pienone al ristorante Le Torri

6.000 euro raccolti per La mensa che viaggia

Successo per la cena benefica della Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze. In primo piano la qualità degli chef, la forza della solidarietà e le borse d’autore firmate Polimoda.

Un grande successo per la cena benefica “Grandi Chef, Grandi Cuori”, promossa dalla Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze a sostegno del progetto “La mensa che viaggia”. L’evento, ospitato lunedì 12 maggio al ristorante Le Torri, ha registrato il tutto esaurito, con una partecipazione entusiasta e generosa da parte del pubblico.

Grazie alle donazioni raccolte durante la serata, è stato possibile raggiungere circa 6.000 euro: fondi che serviranno a garantire il funzionamento quotidiano del servizio di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari, trasformate ogni giorno in oltre 900 pasti caldi per persone in difficoltà.
Protagonisti della serata sono stati i sette chef che hanno firmato un menù raffinato e solidale, e i giovani dell’associazione Il Faro, che hanno collaborato con entusiasmo al servizio.

Un ruolo fondamentale nel risultato raggiunto lo hanno avuto anche le borse d’autore realizzate dagli studenti del Polimoda. Le cinque creazioni uniche, messe in palio tramite un concorso a premi durante la cena, hanno suscitato grande interesse tra i partecipanti, contribuendo in modo straordinario alla raccolta fondi.

Uno dei momenti più significativi è stato l’assegnazione dell’ultima borsa, donata a fronte di un contributo particolarmente generoso da parte di uno dei presenti, che ha scelto di sostenere il progetto in maniera rilevante, rafforzando ulteriormente l’impatto dell’iniziativa.

“È stata una serata emozionante, di quelle che raccontano cosa si può costruire quando passione, bellezza e solidarietà si incontrano – commenta Vincenzo Lucchetti, presidente della Fondazione – Ringraziamo di cuore gli chef, i volontari, Polimoda e tutti coloro che hanno partecipato e contribuito. La mensa che viaggia vive grazie a queste reti di sostegno e di comunità”.