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GRECIA, VINCE LA MAGGIORANZA PRO-EURO, TSIPRAS ALL’OPPOSIZIONE

(ASCA) – Nella seconda tornata elettorale convocata a poco più di un mese dalle inconcludenti legislative del 6 maggio vince la Grecia di Eurolandia: il partito di Nea Dimokratia è la prima formazione del Paese con il 30% dei consensi e lo spoglio asseconda le raccomandazioni di Berlino quanto le speranze di Bruxelles. Con il premio di maggioranza che accorda un bonus di 50 deputati conservatori e socialisti si aggiudicano infatti rispettivamente 130 e 33 seggi, il numero garante a diradare i timori antieuropeisti e conquistare una maggioranza assoluta in Parlamento in grado di formare un’ampia coalizione che affidi il suo placet ai piani economici fissati dai creditori internazionali per risanare i conti del Paese. Al netto dell’80% delle schede scrutinate, la proiezione dell’istituto di sondaggi Public Issue rivela che al successo del centrodestra segue la sinistra radicale della coalizione Syriza con il 26%, affonda il Pasok di Evangelos Venizelos, fermo al 12,5%. Quarti gli indipendentisti, intorno al 7,45%, mentre i neonazisti di Alba Dorata e i comunisti ottengono rispettivamente il 6,95 e il 6,1% delle preferenze; la sinistra democratica (Dimar) il 6,1, i comunisti del Kke il 4,46%.

“Oggi i greci hanno scelto di restare legati all’Europa. Questa è una vittoria per tutta l’Ue”, ha commentato a caldo il leader del centrodestra Antonis Samaras, di fronte alla platea di giornalisti radunata nella capitale. “Sono sollevato – ha aggiunto – per la Grecia e per Bruxelles. Chiedo a tutti i partiti che hanno lo stesso obiettivo, tenere la Grecia in Europa, di unirsi per formare un governo solido. Rispetteremo le nostre firme e gli impegni presi dalla Grecia e lavoreremo per far uscire il Paese dalla crisi”. E l’Eurogruppo, intanto, sostiene l’esito del voto. I ministri dell’Economia e delle Finanze degli Stati membri “si augurano” che i risultati elettorali in Grecia portino alla formazione “rapida di un nuovo governo che riporti il paese sulla strada della crescita”, recita un comunicato diramato ieri sera a conclusione di “intense” discussioni avviate parallelamente al voto greco. L’Eurogruppo, si legge, crede anche che “le riforme continue fiscali e strutturali siano la migliore garanzia per il Paese per superare la crisi”.

A fargli eco una nota congiunta del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e del numero uno della Commissione Ue José Manuel Barroso, nella quale si “appoggiano” gli “sforzi continui della Grecia. Siamo impazienti di lavorare con il nuovo governo. I greci – hanno scritto i due alla vigilia del vetice G20 di Los Cabos – hanno scelto, rispettiamo la loro scelta democratica in pieno e confidiamo che i risultati delle elezioni consentano la rapida formazione di un governo. Continueremo ad appoggiare la Grecia in quanto membro della famiglia Ue e dell’area Euro”.

Il trionfo della coalizione della sinistra radicale Syriza, che al netto delle schede scrutinate guadgna 70 seggi nell’Assemeblea di Atene, frena tuttavia i facili entusiasmi. Il leader Alexis Tsipras, propenso a rinegoziare le misure dei Memorandum imposti dalla troika ha già dichiarato che non entrerà in un esecutivo guidato da Nea Dimokratia. Lo ha affermato lui stesso, precisando di aver contattato telefonicamente Samaras alla pubblicazione dei primi parziali per congratularsi della vittoria. “Il risultato elettorale odierno è un successo per noi perché abbiamo avuto contro forze interne alla Grecia e forze esterne e quindi ne siamo orgogliosi – ha detto Tsipras -. Syriza è un partito che si batte contro il memorandum. Comunque, parlando al tefono con Antonis Samaras, gli ho detto che in base ai risultati odierni egli è libero di formare il governo che riterrà più opportuno per il Paese. Noi saremo presenti come opposizione. E siamo anche sicuri che la validità e la giustizia delle nostre posizioni sarà confermata dai futuri sviluppi”.

Dal canto suo il leader dei socialisti Evangelos Venizelos ha tentato di ammorbidire la disfatta e complicato la cornice delle prossime alleanze, annunciando di essere favorevole a un governo di “corresponsabilità” sostenuto da quattro partiti: Pasok, Nea Dimokratia, Syriza e il piccolo Dimar. “Non c’é un giorno da perdere perché la Grecia ha un bisogno urgente di un nuovo governo. Noi abbiamo sempre detto la verità al popolo”, ha poi ribadito, rivelando che da domani avvierà i lavori per la riorganizzazione del Pasok dopo le ultime due pesanti sconfitte elettorali.