Grosseto

Grosseto: festa di San Lorenzo col vescovo Semenyshyn, foto e video

Il vescovo Mykola Semenyshyn, ausiliare della Arcieparchia di Ivano-Frankivs’k, nella parte occidentale dell’Ucraina, ha presieduto il pontificale nel duomo di Grosseto per le feste laurenziane. La galleria fotografica.

“Un proverbio dice: chi salva un uomo salva il mondo intero. Voi, cari maremmani, coi vostri aiuti al nostro popolo, avete salvato più dell’intero mondo, Grazie!” Sono state le parole con cui il vescovo Mykola Semenyshyn, ausiliare della Arcieparchia di Ivano-Frankivs’k (Ucraina), ha concluso l’omelia nel solenne Pontificale di san Lorenzo, nella cattedrale di Grosseto.

Il presule, 41 anni appena, è a Grosseto come ospite d’onore per le celebrazioni laurenziane 2023 e resterà ancora alcuni giorni in Diocesi per presiedere, la sera del 14 agosto, la Messa vigiliare dell’Assunta e la processione a mare a Castiglione della Pescaia.

Intanto in questi giorni si è goduto l’abbraccio della Città di Grosseto. La sera del 9 agosto, infatti, in migliaia si sono riversati nel centro storico per partecipare alla suggestiva processione in onore del patrono, aperta dalla Filarmonica città di Grosseto e da oltre trenta butteri a cavallo. Dal sagrato mons. Semenyshyn ha rivolto parole di speranza e di gratitudine e il suo intervento è stato interrotto tre volte dagli applausi che si sono levati, spontanei, dalla folla. Poi ha impartito la benedizione con la reliquia di san Lorenzo. I maremmani e anche i tanti turisti presenti hanno potuto apprezzare anche gli abiti liturgici del vescovo Mykola, che si rifanno al rito orientale della Chiesa cattolica. Anche questa mattina, nel solenne Pontificale, il vescovo ha celebrato indossando i paramenti tipici della tradizione bizantina. Al suo fianco c’era padre Stepan, il cappellano per gli ucraino greco-cattolici presenti a Grosseto.

Hanno concelebrato il vescovo Giovanni, l’emerito Rodolfo Cetoloni e una quarantina di sacerdoti, tra cui un monaco benedettino proveniente dalla Tanziania, dove la comunità di Nomadelfia ha aperto una sua presenza e il vicario generale e il cancelliere della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello.

Ha animato la liturgia una nutrita rappresentanza della corale Puccini, del coro diocesano Gaudete e del coro della cattedrale, diretti da Luca Bernazzani, responsabile diocesano musica sacra. All’organo Alessandro Mersi, assieme a due fiati e due violini. Alla comunione la soprano Cinzia Monari ha intonato il “Laudate Dominum” di Mozart, nella cui melodia si è poi inserito il coro.

Al termine della Messa, il vescovo Giovanni, oltre a ringrazia il vescovo Mykola per la presenza fraterna a Grosseto, ha voluto condividere con l’assemblea la gioia per il 60° anniversario di sacerdozio che don Piero Caretti, canonico della cattedrale, ricorderà domani (11 agosto). Originario di Orbetello, don Piero venne ordinato ad Arezzo l’11 agosto 1963. Inoltre ha dato anche l’annuncio che la domenica della solennità di Cristo re, 26 novembre, ordinerà sacerdoti i diaconi Claudio Bianchi e Simone Castellucci.

Molto importante il messaggio che il vescovo Mykola ha consegnato a Grosseto nell’omelia. Richiamando i due titoli che la Chiesa attribuisce a san Lorenzo – diacono e martire – il presule ha sottolineato che Lorenzo “è un santo della carità”, come racconta la sua storia fatta di “dedizione e amore per i poveri nel suo servizio diaconale”. Per questo “la prima grazia che dobbiamo chiedere a san Lorenzo è quella di vivere e praticare la carità, condizione indispensabile dell’essere cristiano”. “L’aiuto ai più deboli e sofferenti è ciò che deve caratterizzare la nostra vita di battezzati. Vorrei che vivessimo e implorassimo san Lorenzo affinché ci ottenga la grazia di essere come lui: capaci di servire concretamente i poveri della città. Non solo quelli sul piano sociale, ma anche spirituale”. “Come san Lorenzo vogliamo che i poveri siano davvero il nostro tesoro. Non capiti mai che siano considerati un costo sociale, un peso per le famiglie, un problema insidioso per le istituzioni. Questa non può essere la mentalità dei cristiani!”

Ma Lorenzo è anche martire, “cioè testimone di Cristo fino al sacrificio della vita”. Come proclamato nel Vangelo, “se il chicco di grano muore produce molto frutto”, così san Lorenzo “rappresenta quel seme che è morto ed ha portato molto frutto”. “Testimoniare la fede non è facile, richiede coraggio. Il nostro patrono ci invita ad essere coraggiosi, a non scendere a compromessi, a non lasciarci condizionare dalla mentalità comune o dai sondaggi. Il Vangelo va testimoniato sempre, senza se e senza ma anche se comporta di morire alla corriera, all’apprezzamento dei più, alla tranquillità”.

Al termine della Messa, sotto il loggione del palazzo comunale, il sindaco Vivarelli Colonna e l’assessore alle politiche sociali, Minozzi, hanno consegnato al vescovo Mykola, presente anche il vescovo Giovanni, un assegno simbolico di oltre 3mila euro: sono le risorse rimaste del fondo di emergenza istituito all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina.

Il Sindaco, nel corso del Pontificale, ha offerto e acceso il cero votivo al patrono, che riporta il particolare del dipinto di Claudio Amerighi sul martirio di Lorenzo donato dalla famiglia Banci alla Diocesi.