Cultura & Società

Grosseto: presentato il murale “Salus per acquam” nella parrocchia del SS. Crocifisso

L'opera, cinquanta metri di lunghezza per 2,40 di altezza, è stata realizzata da Lapo Simeoni ed Aris.

murales

A suggellare l’opera è quel passaggio del Cantico delle creature in cui Francesco d’Assisi loda Dio per “sora acqua”, da lui definita “umile, utile, preziosa et casta”.

Quei pochi versi della preghiera, che è anche una grande lirica in volgare, è come il timbro sull’opera “Salus per acquam”, il murale che da alcuni giorni ha cambiato il volto alla parete di cinquanta metri di lunghezza per 2,40 di altezza che costeggia uno dei lati della parrocchia SS. Crocifisso, a Grosseto.

Da muro di semplice divisione fra proprietà, a parete che, attraverso l’arte contemporanea, si fa messaggio.

Nove giorni di lavoro, una quantità non misurabile di colori usati, fra tempere, spray e tempere al quarzo, capaci di rappresentare anche visivamente l’evanescenza dell’acqua che scorre, per cui anche le colature di colore sono divenute parte integrante dell’opera, a realizzare il murale sono stati gli artisti di fama internazionale Aris e Lapo Simeoni, quest’ultimo originario di Orbetello, ma berlinese di adozione.

Nello sfondo di un azzurro intenso sette formelle che si rifanno, negli stilemi, a quelle del battistero di Firenze, dentro le quali Simeoni ha richiamato opere d’arte di artisti geniali sia del passato che contemporanei, mentre l’ultima è il risultato di un dialogo con alcuni studenti dei licei Rosmini di Grosseto, che nel fine settimana del 7-8 ottobre hanno fatto visita agli artisti mentre lavoravano sulla parete. “Ho chiesto ai ragazzi di portarmi un’immagine con la quale sintetizzassero la loro idea dell’acqua – racconta Lapo – me ne hanno portate molte e non me la sono sentita di sceglierne una. Così ho deciso di riprodurle tutte, stilizzando degli smartphone che hanno come sfondo ciascuno un’immagine scelta dai ragazzi stessi”.

Il murale è un inno all’acqua non solo come risorsa preziosa, da preservare e custodire (in una formella è riprodotta anche l’immagine del film “Io capitano”, che racconta l’esodo di tante donne e uomini del sud del mondo, che lasciano le loro terre perché sono aride, infeconde proprio perché prive d’acqua), ma anche una creatura con la quale ricostruire una relazione anche in chiave evangelica.

L’opera è stata presentata ufficialmente questa mattina, giovedì 12 ottobre, da uno degli artisti, Lapo Simeoni, e dal parroco della comunità SS. Crocifisso, don Roberto Nelli.

“Questo murale è stato in qualche modo ispirato dalla mostra a cielo aperto in corso a Grosseto e intitolata ‘Conversazioni sull’acqua’ – spiega don Nelli – Come parrocchia abbiamo voluto fare proprio questo: conversare su questo prezioso dono. Abbiamo promosso alcuni incontri e nello scorso fine settimana, aiutati dall’associazione Rockland e da Gss, abbiamo promosso due giornate di approfondimento, attraverso varie espressioni artistiche. Punto focale è stato questo murale, che oggi presentiamo nella sua completezza e che vuol essere un messaggio rivolto ai giovani, che passano in questa zona andando o uscendo da scuola. E’ un invito ad apprezzare, stimare e non sciupare l’acqua. Per noi come parrochia è anche una forma di annuncio dl vangelo usando il linguaggio degli uomini di oggi. E l’arte murale è uno di questi linguaggi”.

A motivare Lapo Simeoni a realizzare quest’opera è la convinzione che “il rapporto tra l’arte e la Chiesa è sempre stato vivo. L’arte è sinonimo di bellezza e ha permesso, nei secoli, a grandi artisti di esprimersi e di diventare tali. E’ anche una forma di comunicazione, che ancora oggi ha bisogno di questo dialogo con la Chiesa per offrire un messaggio in cui ci sia la possibilità di mettere in discussione le strutture economico-sociali che spesso condizionano in negativo la vita di intere popolazioni. Le sette formelle dipinte su questa lunga parete – continua Simeoni – spero che inducano a riflettere sulla bellezza ed utilità dell’acqua e a quella dimensione di necessità primaria che essa rappresenta, unitamente anche alla sua fragilità, perchè l’acqua è un bene comune che però sempre di più viene sprecato o maltrattato attraverso l’inquinamento che sta distruggendo l’ecosistema umano”.

Dalle sette formelle filtra, dunque, sia un messaggio di bellezza che sociale. In esse sono riprodotte immagini che hanno inciso nella storia dell’arte, realizzate da pittori come Piero della Francesca, Monet, Böcklin.

CHI È LAPO SIMEONI

Originario di Orbetello, 44 anni, vive e lavora a Berlino ormai da diversi anni. Artisticamente si è formato alla scuola Saint Martins di Londra, dove nel 2002 ha conseguito il diploma Foundation in Art and Design. Sin dagli esordi, sperimenta una vasta gamma di mezzi espressivi, dalla pittura murale, alla fotografia, fino alla realizzazione di opere pittorico-installative, vera e propria peculiarità del suo lavoro. Dimostra anche una profonda sensibilità per l’utilizzo di diversi materiali come alluminio, plexiglas, o materiali di recupero fino ad installazioni luminose. Simeoni delinea così le tematiche portanti della sua riflessione: gli effetti del consumismo globalizzato, trasformazioni, conflitti sociali, simboli e stereotipi della storia umana.

Nel 2008 si è aggiudicato il progetto internazionale Movin’up, organizzato dall’associazione Giovani artisti italiani, realizzando la prima doppia Personale in Beijing (Cina), curata da Filippo Salviati. Nel 2009 ha organizzato e partecipato alla mostra “7 italian vision” a Basilea (Svizzera). L’anno successivo ha realizzato, invece, la prima personale a Roma, “Mind The Gap”, presso la Galleria altri lavori in Corso. Nel 2011 ha preso parte, in Germania dove vive, alla mostra “Ars apocalipsis-Kunt und Kollaps” presso Kunstverein Kreis di Gutersloh con artisti internazionali e storici come Gerard Richter e Albert Durer.