Firenze

Il cardinale Betori al cimitero di Trespiano: “Il mondo ha paura della morte”

Questa mattina, la Messa in cattedrale con l'esecuzione della "Missa in tempore belli". Nel pomeriggio la Messa a Trespiano

Il cardinale Giuseppe Betori celebra Messa nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore

“Questo mondo ha paura della morte e cerca quindi di esorcizzarla nelle tante forme di vitalismo e di salutismo – ci immaginiamo giovani per sempre pur quando gli anni passano! –, ma soprattutto ne vuole divenire egli stesso misura e padrone, secondo il volubile concetto di qualità della vita, che dovrebbe giustificare di poterla sopprimere prima della nascita o di spezzarne il corso naturale quando si dovesse fare troppo pesante, sostituendo alla cura della persona il suo abbandono”. Sono le parole del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, durante la Messa celebrata al cimitero di Trespiano.

“Solo la fede cristiana – ha proseguito – dà risposta soddisfacente alla sete di vita che alberga perennemente nel cuore di ogni uomo. Questo perché il cristianesimo non nega la morte, ma annuncia che c’è qualcuno, il Signore Gesù, che non è fuggito dalla morte, ma l’ha affrontata con il dono di sé e per questo l’ha vinta per sempre, risorgendo da morte per tornare al Padre”.

“Nella preghiera – ha concluso – si esprime il permanere in Dio di quella comunione con i nostri defunti, che ci permette ancora di sentirli vicini a noi, in attesa del definitivo ricongiungimento nel cielo”.

 Questa mattina invece il cardinale Betori ha celebrato la Messa nella Solennità di Tutti i Santi in cattedrale; la celebrazione è stata accompagnata dall’esecuzione della Missa in tempore belli di Haydn grazie all’Orchestra e al Coro del Conservatorio Cherubini, diretti dal m° Alessandro Pinzauti. “La loro presenza – ha affermato Betori – costituisce un segno importante del legame di questa cattedrale con la città e con le sue istituzioni culturali. Vale in particolare per le istituzioni musicali, avendo presente come il legame tra l’esperienza religiosa e la musica appartenga alle stesse radici di quest’ultima. Va anche sottolineato che questa esecuzione rappresenta un atto culturale di grande rilievo, in quanto riporta la musica di Haydn nel contesto per cui l’autore l’ha creata, quello liturgico: una musica non semplicemente da ascoltare e di cui godere per la sua qualità, ma suoni e voci che danno forma alla nostra preghiera. Celebrare oggi con la musica della Missa in tempore belli vuole esprimere anche la nostra partecipazione alla sofferenza di quanti vivono nelle guerre che continuano a sconvolgere la vita di uomini e popoli, in particolare in Ucraina e in Terra Santa”.