Cultura & Società

Il cristanesimo a Firenze, portato dai migranti. Una mostra

Nel chiostro di Borgo Pinti una mostra per conoscere le comunità migranti cattoliche di Firenze

«Cattolicesimo, patrimonio migrante: libertà di partire, restare, trasformarsi»: è in dialogo con le parole del messaggio del Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che, con questo titolo, l’Ufficio Migrantes della diocesi di Firenze e l’associazione Confluenze hanno organizzato una mostra per ripercorrere le tappe delle migrazioni che hanno reso Firenze una città cristiana, trasformandola. Allestita nel chiostro della chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, dove il padre assunzionista Juan Manuel Nunez, vicedirettore dell’Ufficio Migrantes, segue la comunità latino-americana di Firenze, sarà visitabile a ingresso libero dal 26 settembre all’8 ottobre negli orari di apertura del chiostro, dalle 7 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19.
Pannelli, immagini e istallazioni video permetteranno ai visitatori di mettersi in viaggio nella storia, partendo dagli anni delle antiche migrazioni dalla Grecia e dalla Siria, che hanno portato il Cristianesimo dalla Palestina a Firenze. Il viaggio passerà poi dal Medioevo e, attraverso i secoli, arriverà ai giorni nostri, dove «sarà possibile conoscere le comunità migranti cristiane che la città ospita, come quella filippina, quella cinese e quella nigeriana – racconta padre Juan Manuel Nunez –. Si scoprirà così come le presenze migranti nel territorio abbiano contribuito ad animare una Firenze che, attraverso l’incontro, il dialogo e l’inclusione, ha saputo costruire la pace». «Il materiale esposto è stato raccolto nell’ambito del progetto di ricerca “Esperienze religiose fiorentine – Il nostro patrimonio culturale vivente”, promosso dall’Associazione in partenariato con la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna» fa sapere l’Associazione Confluenze. «Lanciato nel 2020, il progetto mira a realizzare il primo studio sistematico delle comunità religiose (circa 130) presenti nel territorio fiorentino, della loro presenza nel territorio, delle loro specificità locali e dei loro dialoghi e produzioni culturali, con l’obiettivo di costruire strumenti divulgativi inclusivi e accessibili, capaci di far conoscere ai fiorentini in modo rappresentativo le esperienze religiose dei loro concittadini» spiegano. «Rivolgo a tutti l’invito a visitare questa mostra – dice ancora padre Juan Manuel –, frutto di un grande lavoro di giovani che si interessano alla storia di Firenze e alle sue trasformazioni». «Visitarla ci aiuterà a comprendere meglio le migrazioni di oggi e il nostro tempo, in cui si parla di un’invasione, che però non c’è, e a riflettere sulla situazione che abbiamo oggi a Lampedusa» conclude.