Prato

Il Papa a Prato

«Prato sarà il primo lembo di terra toscana che il Papa toccherà, siamo orgogliosi di questo». La notizia è ufficiale: Francesco sarà a Prato il prossimo 10 novembre. Prima di andare a Firenze per partecipare al Convegno ecclesiale nazionale, il Santo Padre incontrerà i pratesi in piazza Duomo. Grande soddisfazione per il vescovo Agostinelli e per Prato tutta, che tornerà ad abbracciare un Papa a trent’anni dalla storica visita di Giovanni Paolo II.

Eccellenza, Prato si appresta ad accogliere Francesco«È una notizia ormai che aspettavamo da giorni ed è la notizia che scalpitava, come si dice, tant’è che nella stampa ogni giorno veniva fuori un articolo. Si facevano ipotesi e supposizioni. Ed è giusto che sia così, è il segno di un’attesa che c’è in tutta la città, però oggi è ufficiale. È ufficiale da ieri (dal giorno prima della comunicazione alla Diocesi in Palazzo vescovile NdR), non da molto tempo prima. Sono stato raggiunto dalla telefonata del segretario generale della Conferenza episcopale italiana mons. Galantino, che mi annunciava la decisione: il Papa aveva sciolto la riserva».Sarà una tappa breve verso il convegno ecclesiale di Firenze.«A Prato sarà una visita breve; avremmo voluto magari che il Papa potesse venire da noi in altri momenti, il prossimo anno, il 19 di marzo sono trent’anni dalla visita di San Giovanni Paolo II. E d’altra parte la mia richiesta era proprio in questo senso; però sappiamo che il Papa non è più uso fare visite prolungate nelle varie diocesi d’Italia, se non appunto nelle capitali regionali e quando va all’estero ovviamente, per cui ci “accontentiamo” anche di questa presenza. E siamo compiaciuti per il fatto che il Papa inizi la visita, la sua presenza in sede di Convegno ecclesiale nazionale, proprio da qui. Ecco, Prato è come la porta che si apre in questa assise così importante qual è appunto il Convegno ecclesiale nazionale.Perché Papa Francesco ha scelto di venire a Prato?«Credo che abbia scelto di venire a Prato anche per la sua spiccata sensibilità verso il mondo del lavoro. E il mondo del lavoro è un mondo impegnativo, un mondo serio. Impegnativo perché si sta attraversando momenti particolarmente complicati e particolarmente duri. E Prato non fa eccezione, anzi c’è dentro come tutte le altre città d’Italia e forse d’Europa e del mondo intero. E poi perché Papa Francesco tante volte ha parlato del mondo del lavoro, tante volte ha detto che il lavoro ha una valenza non soltanto sociale, come mezzo per procacciarsi sostentamento per poter vivere. Anzi il lavoro ha una valenza di carattere religioso addirittura, perché è un inno al Dio creatore».Si era diffusa, in questi giorni, la notizia che Papa Francesco venisse a Prato per incontrare i cinesi; solo la presenza cinese che vive qua nella nostra terra. In realtà non è così, vogliamo spiegare questo punto, Eccellenza?«Sì ecco, non è così, perché il Papa viene per incontrare l’intera cittadinanza, per incontrare Prato. Certo, il Papa è cosciente di quella che è la realtà di Prato, di questa multietnicità che viviamo. Perché noi sappiamo bene che qui sono rappresentate ben 123 nazionalità. Però il Papa non viene per un incontro specifico, per una specifica comunità. Il Papa viene nella nostra città sapendo anche qual è la nostra storia. Credo che il Papa sia consapevole che Prato rappresenta un laboratorio di quella che potrà essere la società futura, perché il futuro va in questa direzione. Il futuro sarà multietnico, multireligioso e multiculturale; fatto cioè di presenza diverse. Il Papa conosce le difficoltà del lavoro, come è consapevole delle tragedie che hanno accompagnato la vita di Prato nel settore del lavoro. Mi riferisco alle vittime del Macrolotto. Il Papa conosce tutto questo e non potrà non tenerne conto anche nel proprio discorso che io però non conosco, perché non posso conoscere le intenzioni del Papa, ma non può non tenere presenti anche queste problematiche».Lei dice giustamente che non conosce quello che il Papa vorrà dire a Prato. Certo lei, Eccellenza, più volte ha parlato di ritrovare le ragioni della speranza in questa città. Quindi possiamo leggere la visita del Papa in questa ottica.«Noi vorremmo proprio leggerla in questa ottica e siamo sicuri che le parole del Papa saranno significative a tal riguardo. Abbiamo bisogno di trovare determinazione e grinta; riesumare quelle potenzialità che a Prato non mancano dal punto di vista della capacità del lavoro, della creatività. Prato ha tutto questo, ecco, si tratta di rimettersi in cammino, perché in questo momento le sue grandi potenzialità sembra quasi che siano state un po’ umiliate, un po’ annichilite dalla situazione che stiamo vivendo. Il Papa è solito dire ai giovani, ma lo dice evidentemente a tutte le persone di questo mondo: “Non uccidete la speranza”».Adesso inizia il percorso di preparazione della visita del Papa.«Vorremmo metterci a lavoro subito. Ora, però, dobbiamo celebrare la Pasqua, ma immediatamente dopo ci daremo da fare, perché vorremmo iniziare quanto prima a preparare adeguatamente questo incontro. Bisogna subito entrare ’in medias res’ come si dice; iniziare a darsi da fare per prepararlo in modo consono, perché sia un incontro vero, bello, positivo e proficuo per tutti noi».