Vita Chiesa

Il percorso dei cattolici toscani per un’«Agenda di speranza»

Un percorso che aiuti i cattolici, anche in Toscana, «a non smarrirsi di fronte ai mutamenti che stanno segnando pesantemente la condizione delle famiglie, della politica, dell’economia, del lavoro, della cultura e soprattutto dei giovani e del futuro» e li stimoli «ad essere protagonisti come cattolici dentro questa situazione storica». Così il Segretario della Conferenza Episcopale Toscana mons. Fausto Tardelli ha presentato a Firenze il cammino che le diocesi toscane hanno deciso di intraprendere insieme, e che vedrà la prima tappa nell’incontro di sabato 17 marzo, a Firenze.

Alla conferenza stampa, nella sede di Toscana Oggi, era presente anche il vescovo di Massa Carrara Pontremoli Giovanni Santucci, che come delegato della Conferenza Episcopale Toscana per la pastorale sociale ha seguito da vicino questa iniziativa insieme all’incaricato regionale, padre Antonio Airò. «Bisogna ripensare – ha affermato Santucci – il rapporto tra persona e lavoro, tra persona e economia. C’è un “umanesimo toscano” che fa parte della nostra storia ed è una risorsa per tutti: mi piacerebbe vedere la Toscana protagonista nel definire, ad esempio, il lavoro come un valore». Santucci ha parlato anche della necessità di impostare gli interventi sull’economia «non solo nei termini della giustizia distributiva, ma anche di una giustizia solidale, in cui ci si fa carico di rispondere alle situazioni di debolezza e fragilità».

Il percorso

Cattolici protagonisti nella Toscana di oggi»: con questo titolo la Delegazione regionale per la pastorale sociale e del lavoro della Conferenza Episcopale Toscana propone un percorso per affrontare la crisi e i mutamenti che coinvolgono l’economia, il lavoro, la politica, la cultura, le famiglie, il futuro dei giovani.

Una prima tappa di questo cammino sarà l’incontro regionale previsto per il prossimo 17 marzo, che prevede il coinvolgimento di tutti i vescovi toscani, del laicato cattolico, di associazioni e movimenti. Un grande evento che per la prima volta vedrà unite su questo tema tutte le diocesi della regione.

A fare da sfondo a questo percorso, la situazione particolarmente delicata per l’Italia e anche per la nostra regione, ma anche i pronunciamenti di Benedetto XVI, a partire dall’Enciclica Caritas in Veritate, e alcuni «punti fermi» del cammino recente della Chiesa italiana, dal Convegno di Verona agli orientamenti pastorali Educare alla vita buona del Vangelo. E soprattutto la straordinaria esperienza della Settimana Sociale di Reggio Calabria che proponeva un titolo quanto mai suggestivo: Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese. Quell’incontro era il frutto di un «cantiere» di incontri, dibattiti, riflessioni: un cantiere che non si è mai chiuso. E il cammino adesso continua anche a livello locale. «Proprio lungo questa traiettoria – spiega padre Antonio Airò, incaricato regionale per la pastorale sociale – si è mosso, su impulso dell’Ufficio regionale della Pastorale Sociale e del Lavoro, un gruppo di sacerdoti, religiosi e laici, membri dei rispettivi uffici diocesani e reduci dalla Settimana Sociale reggina. Ne è scaturita la volontà, prontamente accolta dai Vescovi delle diciassette diocesi della regione, di contestualizzare in Toscana, portare vicino al territorio, nelle città, nelle associazioni e movimenti, nelle stesse parrocchie, i tanti spunti e i frutti della Settimana Sociale, per farli ancora maturare lì dove vivono le persone e le famiglie».

Il tentativo è quello di dare risposta ad alcune domande: come possiamo, in Toscana, dare un segnale forte di Chiesa, perché il popolo di Dio si senta meno smarrito davanti alla crisi e ai mutamenti che stanno segnando pesantemente le famiglie, la politica, l’economia, il lavoro, la cultura e soprattutto i giovani e il futuro? E ancora, come rispondere alla responsabilità, che ci viene dal Vangelo, di annunciare Speranza viva? Come dare segni forti di partecipazione creativa, fondata sull’amore di Dio per le sorti della famiglia umana?     Come dire con scelte concrete e aperte che crediamo nella persona, proprio perché credenti e discepoli di Cristo Gesù? Il percorso prevede tre tappe.

1. Un momento ufficiale, comunitario, di Chiesa toscana, il 17 marzo 2012, che recepisce il documento conclusivo della Settimana Sociale e celebra l’Eucarestia per rendere grazie a Dio per il dono che riceve per una rinnovata missione, che la chiama ad incarnarsi, assumere e portare le gioie e le speranze, le angosce e le sofferenze della propria gente con la gioia della fede nel Risorto. Un momento di comunione di tutte le Chiese toscane con i loro 19 vescovi, il clero, religiosi e religiose e il laicato cattolico, i consigli pastorali e coinvolgendo tutti i movimenti, le aggregazioni e le associazioni.

2. All’indomani di questo momento celebrativo, in cui interverranno tutti i Vescovi delle diocesi toscane e che sarà arricchito dalle relazioni di mons. Arrigo Miglio e dal prof. Giuseppe Savagnone, avrà inizio un tempo di discernimento ecclesiale, un lavoro capillare su temi e problemi che, già individuati ed elaborato e Reggio Calabria, avranno bisogno di essere valutati e confrontati con la complessa realtà economica e sociale delle nostre contrade.

L’agenda di Reggio Calabria, che rimane anch’essa aperta, si incentrava su cinque aree tematiche, qui riproposte con gli stessi titoli con l’aggiunta di alcuni richiami contenutistici.

– Intraprendere (crisi economica, finanza, mercato del lavoro, leva fiscale dal lavoro e dagli investimenti verso le rendite, politiche familiari, ambiente).

– Educare (soggetti e luoghi dell’educare, il ruolo educativo degli adulti, scuola pubblica e privata, la questione giovanile e generazionale, ruolo dis-educativo dei media, educare i cattolici alla politica).

– Includere (il fenomeno migratorio, la cittadinanza, l’inclusione, diritti e doveri degli immigrati, ruolo delle comunità ecclesiali).

– Slegare la mobilità sociale (la dinamica slegare/legare, università, professioni, ruolo della Chiesa).

– Completamento della transizione e della riforma istituzionale (salvaguardia della democrazia, democrazia nei partiti, legge elettorale, forma di governo, federalismo e sussidiarietà).

«Già questi punti – spiega padre Airò – possono fornire la scaletta per “leggere” la criticità e la potenzialità dei nostri territori. Tra gli argomenti richiamati, tutti decisivi perché l’Italia possa tornare a crescere e non solo economicamente, ci si potrà concentrare volta a volta sui singoli problemi a cominciare dai più sentiti a livello locale, ma certamente la Chiesa non perderà occasione per riporre al centro della riflessione la questione antropologica che, alla luce del Vangelo, precede e spiega tutte le altre. Si tratterà comunque di muoversi su due fronti contestualmente: da un lato l’assimilazione e l’approfondimento, soprattutto attraverso il Documento conclusivo, dei contenuti dell’ultima Settimana Sociale, dall’altro la presa di coscienza della realtà economica e sociale della Toscana nel mondo che cambia. Occorrerà individuare una formula, una o più modalità, forse praticando ancora il metodo già sperimentato a Reggio Calabria, in modo da coinvolgere le singole diocesi, le realtà ecclesiali, le persone e le famiglie.

3. Al termine, nel maggio 2013, ci sarà un incontro di tre giorni, per una ricaduta locale dei temi della Settimana  Sociale e la divulgazione di un’«Agenda di speranza per la Toscana».

Tutto il percorso potrà essere seguito anche sul sito internet www.toscana.chiesacattolica.it che riporterà appuntamenti, documenti e materiale per il dibattito.