Cultura & Società
“Il sangue degli angeli”, presentazione a Firenze
Il libro di Mancini e Pallanti, edito da Toscana Oggi, racconta il contributo dei Cattolici alla Resistenza

Nell’anno in cui si celebra l’ottantesimo anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, un libro per ricordare i tanti preti, religiosi e religiose, laici cattolici che in Toscana parteciparono alla Resistenza, pagando spesso con la vita. ll volume di Marcello Mancini e Giovanni Pallanti «Il Sangue degli Angeli. La faccia scomoda della Resistenza, il contributo dei cattolici per la libertà» (Edizioni Toscana Oggi, pagine 136, euro 16,50) verrà presentato giovedì 26 giugno, alle 17, a Firenze in Sala Luca Giordano (via Cavour, 9). Oltre agli autori e all’editore, e dopo il saluto della Città Metropolitana, parteciperanno l’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli, Rosy Bindi e il direttore dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza Matteo Mazzoni. Il volume sarà acquistabile alla presentazione, nelle librerie e sul sito di Toscana Oggi

Qui sotto, la presentazione del libro scritta dal direttore di Toscana Oggi Domenico Mugnaini
Quei martiri troppo spesso dimenticati
Esiste una guerra giusta? Per i cristiani c’è una guerra che comunque bisogna combattere anche con le armi, pronti a uccidere il nostro prossimo, il nostro fratello? Sono domande che sempre hanno in qualche modo animato il dibattito nella Chiesa e soprattutto messo a dura prova chi ha una fede più o meno forte. Probabilmente una risposta valida per tutte le stagioni e per tutti i conflitti non esiste. E non parliamo, almeno qui, di quelle che sono state le Crociate o altri importanti conflitti nel corso dei secoli passati.
In questo agile ma intenso volume emerge come i due quesiti di cui sopra hanno certamente assillato tante coscienze di cristiani chiamati a interrogarsi su come rispondere alle violenze che venivano perpetrate a danno di persone inermi – anziani, donne e bambini – che spesso avevano l’unico torto di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
La guerra che ha visto gli italiani combattere gli uni contro gli altri negli anni del secondo conflitto mondiale, ma anche prima e dopo, va chiamata con il suo nome: guerra civile.
Come Toscana Oggi ci siamo chiesti, in vista dell’Ottantesimo anniversario della Liberazione, perché quando si parla di Resistenza o di partigiani, l’impegno dei cristiani sia stato troppo spesso dimenticato o comunque non considerato al pari di tanti altri – sicuramente eroi in molti casi – che contribuirono alla caduta del fascismo e del nazismo.
Eppure le storie raccontate nei paesi e nelle città, i faldoni per troppo tempo rimasti nascosti in quello che viene chiamato «L’Armadio della vergogna», ci raccontano una storia diversa. Una realtà dove persone semplici non ebbero dubbi su quale parte sposare, su come aiutare gli ebrei – e non solo loro – durante la Shoah. Chi aiutare a fuggire ai rastrellamenti dei tedeschi e alle stragi che hanno colpito tantissime piccole realtà della Toscana, in questo senso una tra le regioni dove si contano più «martiri» civili.
Per non parlare dei preti, dei religiosi e religiose, ma anche di tanti laici cattolici che hanno risposto a quelle domande iniziali senza paura, pronti a difendere i fedeli loro affidati senza mai dubitare, senza il dubbio se fuggire e pararsi davanti a una mitragliatrice per un ultimo tentativo – quasi sempre senza successo – di salvare quelle persone a loro affidate. Un modo per accompagnarle davanti a quel Dio che i nazifascisti avevano dimenticato e che anzi combattevano con ogni mezzo.
Da tutto questo nasce l’impegno di Marcello Mancini e Giovanni Pallanti, che con un lavoro certosino hanno cercato di dare un nome ai tanti preti, e non solo, che hanno sacrificato la loro vita in quegli anni.
L’ultimo tentativo di dare i nomi a questi «martiri» del secolo scorso, troppo spesso dimenticati, risaliva a metà degli anni Settanta. Ed era incompleto. Mancini e Pallanti hanno trovato alcuni testimoni ancora vivi, hanno raccolto le storie che comunque sono state tramandate fino a noi, hanno trovato documenti inediti. Hanno trovato i nomi di quei cristiani, laici e non, che non ebbero dubbi e imbracciarono i fucili.
Spesso sono gli stessi nomi che dopo la guerra combatterono dai banchi del Parlamento e prima della Costituente, per dare a questa nostra Italia anni di libertà e di benessere.
Nella premessa, gli autori ci dicono che potrebbe essere un lavoro ancora parziale. Forse è vero, e magari proprio queste pagine potrebbero aprire nuovi armadi e cassetti con altri nomi di preti e religiosi uccisi di cui la storia ancora non ha ricostruito l’impegno.
C’è però qualcosa che da queste pagine, secondo noi, emerge con forza e che non potrà più essere messo da una parte: i cristiani, tanti preti e religiosi così come molti laici, combatterono per la Liberazione di questo Paese, e nessuno potrà da oggi in poi dimenticarlo.
Purtroppo ci piacerebbe dire che nel mondo gli orrori di una guerra come quella di cui parliamo in queste pagine non ci saranno più. Invece, e non importa citare i luoghi che purtroppo fanno parte della cronaca di tutti i giorni, gli orrori continuano. E a pagare sono sempre i più deboli, con le Chiese che anche oggi spesso sono l’ultimo rifugio dove cercare un po’ di cibo e un riparo.
Domenico Mugnaini, direttore di Toscana Oggi