Cultura & Società

“Il Sangue degli Angeli”, quando i preti fecero la Resistenza

Un libro edito da Toscana Oggi, scritto da Marcello Mancini e Giovanni Pallanti, racconta l’altra faccia della Liberazione: quella dei sacerdoti cattolici uccisi dai nazifascisti e rimossi dalla memoria ufficiale. Il volume sarà presentato giovedì 26 giugno a Firenze. Interverranno l’arcivescovo di Firenze mons. Gherardo Gambelli, Rosy Bindi e Matteo Mazzoni, direttore dell’Istituto storico della Resistenza

Un’altra Resistenza è esistita. Quella dei sacerdoti e dei cattolici che, tra il 1943 e il 1944, in Toscana come in altre regioni italiane, pagarono con la vita la scelta di restare accanto al loro popolo. Non avevano il fazzoletto rosso al collo, ma un breviario in tasca. Eppure anche loro – tanti, troppi – furono fucilati, impiccati, torturati. E spesso dimenticati.

A restituire voce a queste figure arriva un libro necessario: “Il Sangue degli Angeli. La faccia scomoda della Resistenza, il contributo dei cattolici per la libertà”, scritto da Marcello Mancini e Giovanni Pallanti, con l’introduzione del direttore di Toscana Oggi, Domenico Mugnaini. Il volume sarà presentato giovedì 26 giugno alle ore 17, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi a Firenze (via Cavour 9). Oltre agli autori e all’editore, interverranno l’arcivescovo di Firenze mons. Gherardo Gambelli, Rosy Bindi e Matteo Mazzoni, direttore dell’Istituto storico della Resistenza.

C’è stato un episodio emblematico: l’11 agosto 2011, quando l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi invitò il cardinale Silvano Piovanelli a celebrare in Palazzo Vecchio l’anniversario della Liberazione. Un gesto simbolico che scatenò le proteste di una parte dell’ANPI, come se i cattolici non avessero alcun titolo per essere associati alla Resistenza. «Fu allora – scrive Mancini questa settimana su Toscana Oggi – che capii quanto la verità storica fosse stata piegata all’ideologia».

“Il Sangue degli Angeli” smonta l’idea che la Resistenza sia stata un’esclusiva di una sola parte politica, e racconta invece l’ampiezza di un movimento civile e morale che coinvolse preti, suore, fedeli e tanti laici cattolici. Come don Ferrante Bagiardi, parroco di Castelnuovo dei Sabbioni, che prima di essere fucilato con i suoi parrocchiani, li rassicurò dicendo: «Vi accompagno io davanti al Signore». O don Alcide Lazzeri, parroco di Civitella Valdichiana, che di fronte al plotone d’esecuzione implorò: «Fucilate me e lasciate vivere gli altri». Ma i nazisti non ebbero pietà, e solo nel territorio aretino tra Civitella, Cornia e San Pancrazio furono massacrate oltre 240 persone.

Fra i volti evocati, anche don Aldo Mei, giovane parroco di Fiano (Lucca), fucilato dalle SS il 4 agosto 1944 per aver nascosto un ragazzo ebreo. Dal carcere scrisse ai genitori: «Babbo e mamma, state tranquilli, muoio solo per aver fatto il prete».

Accanto ai sacerdoti, il libro ricorda anche tanti partigiani cattolici e deputati della Democrazia Cristiana, che dopo la guerra furono protagonisti nella costruzione della Repubblica e nella stagione delle riforme guidate da Alcide De Gasperi. Il volume, sottolineano gli autori, non vuole negare nulla alla narrazione resistenziale, ma restituire ciò che troppo a lungo è stato ignorato.

“Il Sangue degli Angeli” è dunque un atto di giustizia, civile e storica, che – nell’80° anniversario della Liberazione – invita a riflettere su un’idea più ampia e vera di eroismo. Quella di chi, per amore del proprio popolo, si è fatto pastore fino alla morte. E ancora oggi, troppo spesso, non ha un nome nei libri di scuola.