Vita Chiesa
Il vescovo di Roma: alle origini della Chiesa
Conoscere la Scrittura, i ministeri, la comunità

Il cammino cristiano, che il credente considera opera dello Spirito Santo (Gv.16,13)
presenta tre tappe complementari: la successione apostolica, il canone delle Scritture, i simboli della fede. Vanno sempre considerate insieme perché l’una sostiene e illumina l’altra.
Le prime due garantiscono la fedeltà della comunità cristiana alla tradizione apostolica, la terza esplicita il contenuto di questa fedeltà. I simboli della fede hanno una duplice funzione: confessante come nel rito battesimale, nella celebrazione eucaristica domenicale, conversione e comunione con gli altri cristiani…. Dottrinale per trasmettere i contenuti della fede stessa.
Fino dai suoi primi passi la comunità cristiana ha iniziato a organizzarsi come comunità viva e consapevole di essere il popolo di Dio.
Il centro della predicazione è l’annuncio della passione e resurrezione del Signore: Atti 1,22 e 2, 36, testo paradigmatico: A voi infatti ho trasmesso, anzitutto quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto. E che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai dodici…..(1 Cor.15 3ss).
Questa comunità inizia subito a condurre una vita insieme offrendo così il primo fondamentale esempio di cristianesimo che vive nella storia. Inizia anche l’interpretazione o rilettura cristiana alla luce della resurrezione del Signore, delle pagine dell’Antico Testamento: discorso di Pietro la mattina di Pentecoste (Atti 2,14ss); dopo la guarigione dello storpio al tempio (Atti 3,11ss); Stefano davanti al sinedrio (Atti 7,1-53); Paolo ad Antiochia di Pisidia (Atti 13,13ss) ecc..
Con questa nuova coscienza la comunità cristiana si organizza. Non però come semplice dato sociologico (ogni comunità, ogni convivenza richiede un minimo di organizzazione) ma con motivazioni teologiche:
Elezione dell’apostolo Mattia al posto di Giuda bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato in mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi della sua resurrezione (Atti 1, 21-22).
Istituzione dei diaconi: Atti 6,1-7
La comunità si apre a non ebrei: battesimo del ministro della regina Candace (Atti 8,26ss) e del centurione Cornelio (Atti 10,1ss).
Consapevolezza di sé della comunità e tensioni interne: Atti 15 e Gal. 2,1ss.
La comunità di Antiochia, Atti 11,19ss e in tutto il Nuovo Testamento si parla, in vario modo, di ministeri, compiti, carismi che lo Spirito suscita nella comunità per il servizio e lo sviluppo della comunità stessa. In maniera assai sintetica possiamo così riassumerli.
In 1Cor. 12 si evidenziano tre ministeri-funzioni apostoli-profeti-maestri. Questa triplice presenza non va intesa in senso rigido, gerarchico o esclusivo (chi è apostolo non può essere profeta…) come invece sarà qualche tempo dopo la triplice funzione vescovo-presbitero-diacono (vedi per es. le lettere di Ignazio di Antiochia). Siamo al momento di passaggio dai dodici che rimangono un unicum anche se Paolo e Barnaba vengono chiamati apostoli.
Queste tre figure, apostoli-profeti-maestri, tuttavia nonostante la loro importanza non diventeranno una forma istituzionalizzata nel cristianesimo primitivo, le loro funzioni saranno assorbite, almeno in parte, dall’altro trinomio vescovi-presbiteri-diaconi che sono contemporaneamente presenti:
Fil.1,1: Paolo e Timoteo, servi di Gesù Cristo, a tutti i santi che sono a Filippi con i vescovi e i diaconi…
Tt. 1,5ss: … tu stabilisca alcuni presbiteri in ogni città….il vescovo come amministratore di Dio…
1Tim.3ss e 4,17: doti spirituali e morali del vescovo e dei diaconi
Ebrei 13,7 e 17: Ricordatevi dei vostri capi i quali vi hanno annunziato la parola di Dio… obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto…
Gc. 5,14: chi è malato, chiami a se i presbiteri della chiesa ed essi preghino su di lui ungendolo con olio nel nome del Signore…
1Pt. 5,1 esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi, pascete il gregge di Dio che vi è affidato…
Si ha l’impressione che questo primo momento rappresenti lo stato fluido di una sorgente che si espande un po’ dovunque, poi in un secondo momento viene incanalata e porta acqua a tutti: allo scopo di edificare il corpo di Cristo… Ef. 4,11.
All’interno di questa situazione definita fluida prende forma la classica formula ministeriale di vescovi-presbiteri-diaconi. Questo processo di formazione non va inteso in senso cronologico, cioè prima gli apostoli-profeti-dottori, poi vescovi-presbiteri-diaconi. La situazione è più complessa e questi ministeri convivono insieme (anche se non mancano conflitti e preoccupazioni), poi sotto la spinta di vari fattori storici e teologici si differenziano e si stabilizzano.
Il problema decisivo è la formazione e la custodia del canone delle sacre scritture, cioè della tradizione apostolica, dell’essenza stessa del cristianesimo quel Gesù che voi avete crocifisso… in mezzo alle varie interpretazioni e tradizioni. Vangeli apocrifi, correnti gnostiche e manichee, docetismo ecc…
Già all’interno del Nuovo Testamento si esprime la preoccupazione di rimanere fedeli alla tradizione apostolica e alla conservazione della sana dottrina: 1Tim 6,20 e 2Tim. 4,3; e a questo scopo vengono costituiti dei presbiteri: Atti14,23 e 20,17 Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituti come custodi (vescovi) per essere pastori della chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio….
Questa investitura viene conferita con l’imposizione delle mani che significa la trasmissione di un ufficio, di un compito (1Tim.4,14).
Così si sono formate le prime comunità cristiane, le prime chiese con questo duplice forte sentimento e fede. Da una parte il convincimento profondo di essere fedeli alla predicazione apostolica, da l’altra un convincimento altrettanto profondo che tutte le varie comunità sparse nel mondo formano un’unica grande comunità che è la chiesa cattolica cioè universale.
Uno scritto, anonimo, extra Nuovo Testamento ma coevo a scritti del Nuovo Testamento, la Didakè (insegnamento) prega così nel rito dello spezzare il pane: Nel modo in cui questo pane spezzato era sparso qua e là sopra i colli e raccolto divenne una cosa sola, così si raccolga la tua chiesa nel tuo regno dai confini della terra perché tua è la gloria e la potenza per Gesù Cristo nei secoli. (…) Ricordati Signore della tua chiesa, di preservarla da ogni male e di renderla perfetta nel tuo amore, santificata, raccoglila dai quattro venti nel tuo regno che per lei preparasti. Perché tua e la potenza e la gloria nei secoli.
Una chiesa come comunità locale, presente in un determinato territorio (la chiesa di Dio che è in…) con il suo vescovo ordinato tale per quella comunità. Attraverso la comunione dei vescovi, si conserva la tradizione apostolica quindi la comune fede, lo stesso battesimo, la stessa eucaristia.
Questi due momenti, chiesa particolare o locale e chiesa universale non vanno mai separati: la chiesa locale non è una suddivisione amministrativa della chiesa universale-cattolica, e questa non è la somma delle chiese locali. Le istituzioni civili non servono a descrivere la chiesa che non è una democrazia, una repubblica, un regno assoluto o costituzionale ecc. è una comunione intorno alla Parola di Dio e all’altare. Nella Messa siamo e preghiamo in comunione con il papa e il vescovo. Questi è sempre il vescovo del luogo dove avviene la celebrazione, a prescindere se è o no il vescovo proprio del celebrante proprio per indicare la chiesa locale concreta in comunione con la chiesa universale.
Ricordati, Padre, della tua chiesa diffusa su tutta la terra e qui convocata nel giorno in cui Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale, rendila perfetta nell’amore in unione con il nostro papa… il nostro vescovo… i presbiteri e i diaconi e tutto il tuo popolo.
Le chiese patriarcali
Tra queste chiese locali godono di particolare venerazione quelle legate a una origine apostolica perché ritenute sicure maestre della autentica tradizione della fede garantita dalla memoria dell’apostolo: la chiesa di Gerusalemme legata all’apostolo Giacomo il fratello del Signore; Antiochia legata a Pietro, Barnaba, Alessandria legata a san Marco e Roma legata agli apostoli Pietro e Paolo. Costantinopoli, legata all’apostolo Andrea, il primo chiamato ( Gv.1,40) verrà in un secondo momento.
È in questo contesto che il primato della chiesa di Roma e del suo vescovo (e non viceversa!) va compreso ed è possibile legarlo alla persona di Pietro. Sottolineiamo che il più antico titolo del vescovo di Roma, ben prima di papa, sommo pontefice ecc.. è Vicarius Petri considerando l’Apostolo presente e operante nella sua chiesa.
Vescovo emerito di Pitigliano-Sovana-Orbetello e di Grosseto
(2-continua)
La prima puntata su https://www.toscanaoggi.it/la-figura-del-papa-come-vescovo-di-roma/