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IMMIGRATI, ANOLF CISL: UN’INDAGINE PER CONOSCERE E COMBATTERE LA TRATTA IN TOSCANA

Avviare un’indagine approfondita per conoscere e quantificare in Toscana il fenomeno della ‘tratta’, che non è più confinato solo al mondo della prostituzione, ma sta diffondendosi sempre più a quello del lavoro irregolare. E’ la necessità pressante emersa dal convegno svoltosi stamani a Firenze per iniziativa dell’Anolf toscana, l’associazione promossa dalla Cisl che si occupa delle problematiche legate al mondo dell’immigrazione ed a cui ha partecipato anche l’assessore regionale al welfare, Gianni Salvadori. “La tratta e le nuove forme di schiavitù –spiega la presidente di Anolf toscana, Cora Prussi – riguardano infatti in modo preponderante gli immigrati, che sono i soggetti più ricattabili. Donne, uomini, ma anche bambini, a cui viene negata la dignità umana, fatti entrare o già presenti illegalmente nel nostro Paese, e gestiti da trafficanti senza scrupoli come merce per fare soldi, attraverso la prostituzione o il lavoro sottopagato e senza alcun diritto.”Un fenomeno che oggi è impossibile quantificare, ma che molti indicatori ed esperienze – hanno confermato le testimonianze di operatori ed esperti presenti al convegno di questa mattina – evidenziano come molto più diffuso di quanto si creda, dalla prostituzione all’edilizia, dal settore agro-forestale a commercio e ristorazione, fino a colf e badanti, senza dimenticare quel mondo a parte costituito dalla comunità cinese di Prato.“Da qui nasce l’esigenza – ha detto il segretario generale della Cisl toscana, Riccardo Cerza, nel suo intervento che ha chiuso il convegno – di mettere a punto una strategia concreta di contrasto di tutte le forme di tratta e di grave sfruttamento lavorativo.” Per questo la Cisl chiede un’indagine sul fenomeno a partire da “quei settori del mercato del lavoro e dell’economia locale dove si possono più facilmente trovare le più ampie situazioni di irregolarità contrattuale e, in generale, di lavoro nero.”Il segretario della Cisl toscana ha poi lanciato tre proposte concrete per contrastare in modo più efficace il fenomeno della tratta e dello sfruttamento estremo del lavoro: utilizzare come capo di imputazione non il semplice favoreggiamento di immigrazione clandestina, ma la riduzione in schiavitù; non limitarsi a sequestrare capannoni e macchinari ma confiscarli, come per i reati di mafia; revocare le licenze e le iscrizioni alle Camere di Commercio per le ditte che si macchiano di questi reati. Il primo ambito in cui ricorrere a queste misure, secondo Cerza, è il ‘distretto cinese’ di Prato, “non per criminalizzare i lavoratori cinesi, ma per mettere in luce il loro sfruttamento disumano.”Secondo il segretario Cisl invece “le attuali leggi sulla sicurezza e l’immigrazione sono come lo sciocco che guarda il dito e non la luna”, perché “il reato di immigrazione clandestina favorisce il lavoro nero e impedisce agli stranieri non in regola di denunciare gli imprenditori che li sfruttano.”“E’ fondamentale – ha concluso Cerza – creare una rete operativa tra sindacato, associazioni imprenditoriali e di categoria, Regione, forze dell’ordine e ispettorati del lavoro, per condurre un’offensiva comune contro questo fenomeno. Perché la regione che ha abolito la pena di morte nel 1786 non può tollerare che oltre 200 anni dopo esistano sul proprio territorio forme di sfruttamento che ricordano la schiavitù.” (cs)